Dal
Comando Provinciale Carabinieri di Bologna.
Nel
corso della mattinata, i Carabinieri dei Comandi Provinciali di Bologna, Reggio
Emilia, Crotone e Modena hanno dato
esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal GIP di
Bologna, Dr. Letizio Magliaro, su richiesta della locale DDA, Dr. Marco Mescolini,
a carico di 13 soggetti (7 destinatari di
custodie cautelari in carcere e 6 agli arresti domiciliari –vds elenchi sottostanti)
tutti ritenuti contigui alle cosche Arena
e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.
L’accusa
è di avere, in concorso tra loro e nel contesto di un medesimo disegno
criminoso, illecitamente e fittiziamente intestato a prestanome, società, beni
mobili ed immobili, con il reinvestimento di capitali di illecita provenienza,
con l’aggravante di avere commesso i reati al fine di agevolare l’associazione
mafiosa di riferimento.
Nel
corso dell’attività sono altresì state effettuate 30 perquisizioni locali.
A
Reggio Emilia l’indagine traeva origine, nel mese di giugno 2010, da una
segnalazione della locale Camera di Commercio e da un controllo dei carabinieri
finalizzato a chiarire l’attività posta in essere da una società calabrese con
sede operativa in Gualtieri (RE) e sede legale ad Isola di Capo Rizzuto (KR),
la “Autotrasporti Emiliana Inerti S.r.l. unipersonale”, il cui amministratore
unico era PERITI Federico. La successiva attività faceva emergere a monte di
questi la figura di PUGLIESE Michele[1]
elemento di spicco delle cosche ARENA-NICOSCIA. Il boss della ‘ndrangheta,
colpito da sequestro di beni nell’ambito di precedente indagine antimafia
convenzionalmente denominata “Pandora” (della D.D.A. di Catanzaro e della
Squadra Mobile di Crotone del 2009) era riuscito a intestare società ed altri valori
a lui riconducibili a prestanome di sua fiducia. Tra questi rileva, tra
gli arrestati nell’operazione odierna, TIPALDI Caterina, legata
sentimentalmente al PUGLIESE Michele, che i carabinieri di Reggio Emilia
chiamavano da subito “zarina” per l’ascendente che aveva sugli altri indagati,
dando il nome a quella parte di indagine.
A
Bologna le attività vennero avviate, nel novembre 2011, dalla Compagnia di San
Giovanni in Persiceto (BO), a seguito dell’incendio di alcuni escavatori presso
una cava della società “Lame 91”,
con sede a Castel Maggiore (BO) ma con attività di estrazione in Sala
Bolognese, presso la quale risultavano effettuare movimento terra alcune ditte
calabresi.
Le
indagini, proseguite dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bologna,
si sono poi concentrate in particolar modo sulla famiglia TIPALDI, originaria appunto di Isola Capo Rizzuto (KR) ma da anni
presente in Emilia Romagna ed in particolare in San Giovanni in Persiceto e
Sant’Agata Bolognese, legata alle cosche ARENA NISCOSCIA.
Le
indagini hanno esaminato la condizione patrimoniale degli indagati, le attività
economiche, la riconducibilità ad essi di tali attività, le relazioni e i
rapporti intercorrenti tra gli stessi e con associazioni criminali di tipo
mafioso operanti in Calabria; da questi accertamenti sono emersi i rapporti tra
Salvatore Mario TIPALDI, fratello di TIPALDI Pasquale (assassinato alla vigilia
di Natale del 2005), e la famiglia PUGLIESE,
sempre di Isola di Capo Rizzuto, con particolare riferimento al citato Michele
PUGLIESE, legato alle cosche ARENA e NISCOSCIA.
Il
rapporto tra la famiglia TIPALDI con le cosche ARENA – NISCOSCIA è stato assicurato dal legame
sentimentale tra TIPALDI Caterina, figlia di Salvatore Mario e residente a
Sant’Agata Bolognese, e PUGLIESE Michele. Infatti la TIPALDI gestiva (almeno
sino all’estate 2011 quando si interruppe la relazione) alcune aziende ubicate
a Gualtieri (RE) a lei intestate per conto dell’allora compagno.
Dalle
investigazioni di Bologna e Reggio Emilia emergeva che Caterina TIPALDI si era
trovata a fronteggiare una situazione di grave crisi debitoria, nella gestione
delle aziende tra le province di Bologna e Reggio Emilia a lei fittiziamente
intestate dall’allora convivente PUGLIESE Michele.
Gli
investigatori hanno ricostruito una rete di attività imprenditoriali, tanto in
Emilia Romagna quanto in Calabria, strettamente connesse tra loro che, pur
formalmente intestate a prestanome, venivano mosse da un’unica volontà
criminale/imprenditoriale.
Gli
accertamenti patrimoniali condotti dal Nucleo Investigativo di Bologna hanno
consentito altresì di evidenziare la sproporzione tra i redditi dichiarati e le
effettive disponibilità economiche di PUGLIESE Michele e dei suoi prestanome,
che ha portato all’emissione del decreto di sequestro preventivo di aziende,
alberghi, trattori e rimorchi, autovetture, unità immobiliari (tra cui 2
alberghi) in isola Capo Rizzuto (KR), Viadana (MN), Sant’Agata Bolognese (BO) e
Gualtieri (RE), nonché di tutti i rapporti con saldo attivo intrattenuti con istituti di credito o finanziari sul
territorio nazionale. La stima per difetto dei beni sequestrati è valutabile
in circa 13 milioni di euro.
Il
PUGLIESE Michele, benché sottoposto a misure restrittive della libertà
personale, avrebbe reinvestito i capitali illeciti derivanti dalla contiguità
con le cosche ARENA – NICOSCIA, trasferendo di fatto le attività della società
PUGLIESE TRASPORTI (oggetto dei provvedimenti connessi all’operazione PANDORA)
nelle società intestate ai prestanome: GLOBAL D&G, GMP AUTOTRASPORTI,
AURORA AUTOTRASPORTI, VI.TO. TRASPORTI, S.G. TRASPORTI e MUTO TRASPORTI. Anche
la società NORD PETROLI, acquistata da TIPALDI Caterina nel giugno 2011,
sarebbe stata parte di questo sistema e dopo appena tre mesi era passata, al
termine della relazione tra la TIPALDI ed il PUGLIESE, alla madre di
quest’ultimo, FAUSTINI Carmela.
Il
PUGLIESE, nonostante la limitazione ai suoi movimenti conseguenti alla
detenzione ed agli arresti domiciliari, avrebbe quindi coordinato, pur non
figurando, questa articolata serie di attività lecite in Emilia Romagna,
impiegando poi gli utili derivanti in ulteriori investimenti in Isola Capo
Rizzuto (KR), dove si trovano, ad esempio, le due strutture alberghiere (Hotel
Sala Verde, riconducibile a FAUSTINI Carmela, e Hotel Fly, riconducibile a
PUGLIESE Vittoria, Mary e Doriana) oggetto dei provvedimenti di sequestro.
Il
PUGLIESE Michele è il figlio del noto PUGLIESE Franco (peraltro uno dei
destinatari delle perquisizioni odierne), arrestato nel 2010 per la vicenda che
coinvolse anche il senatore Nicola di Girolamo, cui avrebbe garantito
l’elezione raccogliendo voti tra gli emigrati calabresi in Germania.
CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE
PUGLIESE Michele, alias “Michele la Papera”, nato a Crotone il 30 giugno 1976,
residente ad Isola di Capo Rizzuto (KR), imprenditore, pregiudicato, detenuto
per altra causa ed agli arresti domiciliari dal 16 luglio 2010, recidiva specifica;
PUGLIESE Mirko, nato a Crotone il 2 agosto 1988, residente ad Isola di Capo
Rizzuto, commerciante, detenuto per altra causa dal 04.08.2012;
RANIERI Giuseppe detto Pino, alias “Zomba”, nato a Crotone il 21 agosto
1982, residente ad Isola di Capo Rizzuto, imprenditore, pregiudicato, recidiva reiterata specifica ed
infraquinquennale;
MUTO Vito, nato ad Isola Capo Rizzuto il 27
settembre 1964, ivi residente, via Pietro Nenni nr.17, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale,
TARANTINO Diego, nato a Catanzaro il 19 settembre
1973, residente a Crucoli (KR), recidiva
specifica;
PERITI Federico, nato a Crotone, il 23 gennaio 1978,
residente ad Isola Capo Rizzuto, recidiva
reiterata specifica ed infraquinquennale;
PUGLIESE Mery, nata a Crotone il 18.05.1979,
residente a Isola di Capo Rizzuto (KR), recidiva
semplice;
ARRESTI DOMICILIARI
TIPALDI Caterina, nata a Crotone il 1° gennaio 1983,
residente a Sant’Agata Bolognese (BO), via Aldo Moro nr. 26/B, domiciliata a
Gualtieri (RE), imprenditrice, compagna di PUGLIESE Michele;
FAUSTINI Carmela, nata a Isola di Capo Rizzuto (KR)
il 05.08.1955, ivi residente, recidiva
reiterata e specifica;
PUGLIESE Vittoria, nata Crotone il 19.08.1986,
residente a Isola di Capo Rizzuto (KR);
PUGLIESE Doriana, nata a Crotone il 2 novembre 1983,
residente ad Isola di Capo Rizzuto;
LA FACE Anna, nata a Crotone il 24.07.1969,
residente a Guastalla (RE);
MUNGO Salvatore, nato a Crotone il 31 dicembre 1987,
residente a Gualtieri (RE).
Il
dispositivo ha inoltre previsto il contestuale sequestro preventivo di beni mobili ed immobili siti nelle province
di Reggio Emilia, Bologna, Mantova e Crotone.
BENI SEQUESTRATI E VALORE
PUGLIESE
Michele, 3 unità immobiliari (Isola di Capo Rizzuto), 1.500.000
PUGLIESE
Mirko, 4 autovetture, 60.000
Ranieri
Giuseppe, impresa GLOBAL D & G SRL (anche 4 mezzi) – GMP Autotrasporti Srl
(15 mezzi), 3.000.000
FAUSTINI
Carmela, HOTEL SALA VERDE, impresa NORD Petroli (con 4 unità immobiliari in
prov. RE), impresa AURORA Autotrasporti
Srl, 4.500.000
PUGLIESE
(Doriana, Mery e Vittoria), HOTEL FLY Srl,
2.500.000
PUGLIESE
Vittoria, 2 unità immobiliari (Mantova), 300.000
TIPALDI
Caterina, 2 unità immobiliari (s. Agata Bolognese), 300.000
TARANTINO
Diego, imprese VI.TO Trasporti Srl – MUTO Trasporti – S.G. Trasporti, 150.000
ed
altri beni
TOTALE
EURO circa 13 mln
cui
vanno aggiunti i valori dei conti bancari intestati ai destinatari delle
misure.
[1] PUGLIESE
Michele, alias “Michele la Papera”, nato a Crotone il 30 giugno 1976,
residente ad Isola di Capo Rizzuto (KR): già
destinatario di O.C.C. nella c.d. operazione PANDORA) in quanto
ritenuto responsabile di associazione per delinquere di tipo mafioso ed in
particolare, come si legge nelle motivazioni della medesima misura, ritenuto “affiliato che ha svolto un ruolo
fondamentale nelle trattative, iniziate successivamente all’omicidio di TIPALDI
Pasquale, che hanno condotto ad un accordo
di pace tra le contrapposte consorterie (NICOSCIA – ARENA), e ciò grazie ai suoi rapporti di affinità
con ARENA Fabrizio e LENTINI Nicola, affiliati alla cosca ARENA”
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