lunedì 23 maggio 2011

Affinchè il capriolo non diventi un problema.


L’Unione Regionale Cacciatore dell’Appennino (URCA) informa :

L'ultimo piano di prelievo ha permesso l'abbattimento di 164 capi nel bolognese grazie alle misure adottate per fronteggiare la spiccata reattività di questa specie, che raggiunge particolari densità in alcune aree della provincia.

Stefano Mattioli aggiunge:

La carta delle vocazioni faunistiche regionale considera il daino un Cervide non autoctono da contenere sia attraverso una riduzione delle consistenze sia contrastando l'espansione di areale. I piani faunistici della Provincia di Bologna hanno sempre fatto proprie queste linee guida. Altre province, come Piacenza, Reggio Emilia e Forlì-Cesena hanno tardato a intervenire e oggi hanno il daino in vaste superfici con densità anche molto elevate. Anche se il daino è famoso per la sua docilità nelle aree protette, fin dai primi anni di prelievo di selezione si è dimostrato una specie molto reattiva, in grado di modificare profondamente le proprie abitudini, i ritmi d'attività, gli spostamenti. Si fa osservare durante i censimenti primaverili, ma diventa molto elusivo durante la stagione venatoria. Il fenomeno si è fatto più evidente nell'ultimo triennio, quando la pressione venatoria è stata ulteriormente aumentata. Per favorire il prelievo sono state adottate diverse misure, come la fusione delle zone di caccia confinanti in aree più grandi, l'accorpamento in classi d'età più ampie, il "sovradimensionamento" del contingente da prelevare. I tassi di realizzazione del prelievo sono più alti che nella vicina Toscana, ma fanno capire quanto sia arduo prelevare animali che diventano quasi incontattabili, incrementando l'attività notturna e la mobilità. Intere classi d'età scompaiono da una vallata a un'altra, spesso trovando rifugio in aree protette. Il fenomeno si fa più marcato nelle zone di prelievo confinanti con la Toscana: la pressione di caccia nella regione vicina è più bassa e questo spinge diversi daini a spostarsi per mesi sul versante pistoiese. Nonostante le difficoltà di prelievo, grazie al sovradimensionamento e al grande impegno profuso dai cacciatori di selezione, nell'Appennino bolognese il daino è diminuito da 930 capi nel 2008 a 700-800 negli ultimi due anni. L'ultimo piano di prelievo ha permesso di abbattere su tutto il territorio provinciale 164 capi.

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