giovedì 7 dicembre 2023

L’Appennino, la bella Cecilia che tutti vogliono ma nessuno piglia

 Porretta o decadenza dalla graduatoria. Emblematica denuncia del sindacato degli infermieri che testimonia come Porretta ( ma più precisamente l’Appennino) non è un luogo ove lavorare,  ma una punizione. Chissà perché? 


Una situazione che sta generando “molta confusione e malcontento nella comunità dei professionisti”. È così che in una lettera inviata ai vertici dell'Azienda Sanitaria di Bologna dal Nursind, il sindacato degli infermieri, viene definitivo quanto stanno denunciando diversi professionisti, riguardo la gestione dell'ultimo concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di personale infermieristico nel territorio di competenza. “Ci pervengono numerose segnalazioni di chiamate di disponibilità effettuate da Ausl Bologna per eventuale presa in servizio  esclusivamente presso il presidio di Porretta Terme, con le quali si condizionano gli infermieri, pena decadenza dalla graduatoria, all’obbligo di accettare un’area disagiata in termini di attrattività e difficilmente praticabile per la quasi totalità dei vincitori/idonei” si legge.

In altre parole, “viene offerta una sola scelta e se non si accetta di decade dalla graduatoria” spiega Antonella Rodigliano, segretaria provinciale del Nursind. ”Mai è stata fatta una cosa del genere, in passato si è sempre dato più opzioni ai candidati -continua-. Capiamo le necessità dell'azienda e dei suoi bisogni solo in alcune unità operative, ma non pensiamo sia costruttivo far decadere dei professionisti da una graduatoria che già di per sé è piccola, considerando che si tratta di appena 280 persone. Anche perché visto che molti stanno rifiutando, il rischio è di non avere più a disposizione personale da assumere”.


“Come Nursind chiediamo urgentemente di esplicitare in modo chiaro e per tutti coloro che rifiutano la singola sede proposta di venire ripescati con altra offerta di destinazione alternativa” è sempre riportato nella lettera, nella quale si parla anche di un concorso pubblico, con relativo onere per la collettività, destinato “a una catastrofe organizzativa, nel pieno disinteresse di tutte le parti coinvolte e con radicali ricadute d’immagine della parte datoriale”. Antonella Rodigliano aggiunge: “Con questa situazione e questa gestione non esattamente fluida da parte dell'azienda si rischia anche di dover rifare selezione e concorso. Davvero non capiamo l'utilità di tale posizione assunta dall'Ausl -prosegue-. Piuttosto, la nostra proposta è quella di puntare di più sulla mobilità interna per affrontare meglio il problema della carenza di infermieri in alcune aree meno attrattive, incentivando i professionisti a prestarvi servizio. Ciò permetterebbe di non disperdere le preziose risorse di intere graduatorie, opportunamente indirizzabili a integrare altri organici infermieristici la cui sofferenza diffusa è nota. Ma noi proponiamo soprattutto all'Ausl un atteggiamento diverso -conclude Rodigliano-, perché questo non è costruttivo nei confronti di professionisti che si vedono chiudere le porte in faccia in un momento di forte crisi. Sono pochi e preziosi, non è con questo approccio negativo che si possono risolvere i problemi”.



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se l'ospedale di Porretta necessita di infermieri è corretto che si possano eseguire assunzioni condizionate al vincolo di Porretta come sede di lavoro.

Anonimo ha detto...

Con incentivi economici e, soprattutto con disponibilità logistica residenziale. Allora si che può essere corretto mettere una tagliola in caso di rifiuto.

Anonimo ha detto...

Aspettiamo che parlino questi del sindacato?
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