Il consigliere regionale Marco Mastacchi però vede 'nero'.
Dopo sei mesi di lontananza dai banchi scolastici gli studenti e gli scolari lunedì prossimo si riapproprieranno del loro diritto all'apprendimento in presenza. Varcheranno gli ingressi degli edifici scolastici e si ritroveranno nelle loro classi a fianco, nel rispetto della distanza sociale, dei loro compagni di ventura. Un primo assaggio, anche se condizionato dal pericolo Covid, di ritorno alla normalità. Normalità che sarà assaporata solo se le strutture scolastiche saranno riorganizzate a dovere e saranno state attivate tutte le precauzioni dettate dalle ordinanze al fine di consentire la presenza a scuola in sicurezza. Sarà così ? A dubitarlo sono in molti soprattutto in Appennino dove le difficoltà logistiche sono più evidenti che altrove. Non si riesce a capire però se la diffidenza su un buon avvio dell'anno scolastico sia dovuto alla visione sempre pessimistica di alcuni o se per l'ennesima volta siamo di fronte a un flop organizzativo.
Abbiamo posto l'interrogativo al consigliere regionale Marco Mastacchi ( nella foto) perchè, essendo egli stesso montanaro, è particolarmente attento alle questioni della collina e della montagna bolognese Egli purtroppo illustra un quadro della situazione poco rassicurante.
“Stanno emergendo tanti problemi,” ha detto Mastacchi. “come la carenza di dispositivi per la misurazione della temperatura corporea e, dove gli istituti ne sono dotati, si presenta il problema del tempo per testare tutti coloro che entrano a scuola. Inoltre, mancano insegnanti e il problema in montagna si presenta ogni anno, ma in questo inizio di attività è particolarmente grave, anche perchè il rispetto delle distanze ha a volte richiesto sdoppiamenti e quindi necessità di incrementare il numero di insegnanti in servizio. Ho notizie che in molte scuole si partirà a scartamento ridotto, 2 o 3 ore di attività didattica al giorno. In alcuni casi i banchi monoposto, utili a organizzare al meglio la presenza dei ragazzi in classe nel rispetto delle distanze di sicurezza, in alcune scuole sono arrivati, in altre si sono dovuti riutilizzare i vecchi banchi alla meno peggio. In una scuola sono arrivati 'banchi giocattolo' partiti dal Veneto. Poi è stato necessario organizzare intervalli e ingressi scaglionati e rimane il grande interrogativo delle mascherine: una al giorno per ogni studente e ogni operatore, fino a quando sarà possibile? “ si chiede il consigliere, che continua: “Non parliamo dei trasporti. Si chiede di tenere i finestrini aperti degli scuolabus. Cosa succederà quando ci sarà la neve? Se poi si riveleranno casi di contagiati presenti a scuola, il protocollo prevede la quarantena anche di tutta la classe e dei suoi insegnanti. Le scuole rischiano di svuotarsi. Non si è poi ancora considerato che tutto questo comporterà rilevanti costi per i Comuni, i cui bilanci sono già in difficoltà. Arriveranno aiuti dallo Stato ? Non entro poi nei dettagli,” continua Mastacchi, “poichè il quadro della situazione si rivelerebbe ancor più fosco”. Allora cosa si deve fare ?, gli abbiamo chiesto. “Si dovrà contare sulla professionalità, il buon senso e la diligenza del personale scolastico, “ ha risposto. “Certo c'è rammarico pensando alla inattività nel periodo di chiusura della scuola. Un lungo periodo, sei mesi e mezzo, in cui era già chiaro come sarebbe avvenuta la ripartenza. Invece ci si è attivati solo negli ultimi quindici giorni. La solita emergenza all'italiana che parte dai soliti ritardi organizzativi”.
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