Da
Bologna Today
Tra
domenica e lunedì sera la Polizia provinciale della Città
metropolitana è intervenuta per fermare le attività di bracconaggio
sul territorio.
Un
autentico “safari” è stato scoperto domenica a Casalecchio di
Reno organizzato in un “Fondo chiuso”-
ossia un fondo dove il proprietario chiede che sia inibita la caccia
- da parte di quattro cacciatori provenienti dalla zona Alpi del
Piemonte i quali, in spregio al divieto assoluto, avevano organizzato
una battuta di caccia.
Gli agenti del distaccamento di Zola Predosa,
con il supporto dei colleghi di Porretta, hanno interrotto l'azione
illecita in corso trovando da subito un capriolo appena abbattuto e,
tramite l'intervento di un cane da traccia di sangue, un altro a poca
distanza ma sempre all'interno del fondo chiuso. L'animale era stato
ferito ed era morto per le conseguenze dello sparo cercando di
scappare dai cacciatori.
Gli agenti hanno sequestrato le due carcasse
di capriolo, tre fucili, tre carabine di precisione ed un coltello ed
hanno elevato ai bracconieri sanzioni per quasi 5.000 euro.
Il
secondo fatto è invece avvenuto in un'altra provincia, all'interno
dell'Oasi del Contrafforte Pliocenico, zona di pregio naturalistico.
Il personale del
distaccamento di Monzuno
ha individuato un bracconiere di Bologna che utilizzava dei
fabbricati sia per celarsi nello sparo che per squartare
successivamente indisturbato gli animali. Per rendere più efficace
la sua azione utilizzava inoltre una carabina di precisione su cui
aveva montato un visore notturno ed un puntatore a raggio laser,
strumenti di fatto usati dai cecchini dei reparti speciali degli
eserciti in zone di guerra.
Gli agenti della Polizia
provinciale hanno sequestrato un cinghiale appena abbattuto assieme
alla carabina di precisione. L'autore dei reati è stato poi
denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Bologna.
3 commenti:
Proprio vero che sono meglio gli animali di certa gentaglia
Maledetti bastardi!Io sono un medico veterinario e il fatto poi che queste carni nn siano sottoposte a controllo veterinario crea un serio rischio sanitario di varie zoonosi in primis la Trichinella spiralis un simpatico parassita che ha la capacità di incistarsi nei muscoli.
In qualche modo la natura sa vendicarsi....ci vorrebbe multe molto più salate cmq
Se era un fondo chiuso come mai vi era selvaggina? Da chi era stata immessa?
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