Il
gruppo di opposizione Sasso Libera in una interrogazione all’amministrazione
comunale pone l’accento sui disagi sorti per i donatori di sangue dell’AVIS
(Associazione Volontari Italiani Sangue) dall’essere venuta meno la sede
sassese dove i volontari effettuavano le
‘donazioni’. I consiglieri ricordano che l’associazione disponeva di spazi
adeguati nella vecchia sede dell’Asl, dismessa con l’entrata in servizio della
nuova Casa della Salute. Struttura quest’ultima che, anche se vi erano stati
previsti spazi ad uso dei donatori, non rientra però nell’elenco di quelle abilitate
dalla Direzione Sanitaria Provinciale alla ‘raccolta sangue’.
I
consiglieri rilevano inoltre che i centri di Raccolta Sangue autorizzati e
abilitati più vicini a Sasso Marconi sono quelli di Vergato (presso l’ospedale)
e di Bologna (presso la Casa del Donatore). Collocazioni non proprio stimolanti
per chi in modo volontario dona il proprio sangue e assolve a una esigenza di
interesse generale tanto importante.
Chiedono quindi all’Amministrazione il perché, pur essendo la Casa
della Salute di Sasso Marconi una struttura all’avanguardia, non è stata inserita nell’elenco dei centri di
Raccolta Sangue e quali sono le ragioni tecniche , legislative e regolamentari che
impediscono alla struttura di accogliere il servizio della ‘raccolta sangue’.
6 commenti:
La Casa della salute di Sasso era stata progettata con ascensori che non contenevano una carrozzina invalidi: se tanto mi dà tanto, la risposta si può dare da sè.
Casa della Salute di Sasso "all'avanguardia" ???? Uno arriva non ci sono parcheggi, i pazienti in attesa sono seduti uno in braccio all'altro, l'abitabilità data dopo lo scandalo ascensori, ora neppure punto raccolta sangue volontari, . . . .cosa vogliamo di più !
Però il bar del Ciccio è comodissimo
Mi sono recato da un medico di base presso l'ASL di Sasso e mi sono scandalizzato al fatto che detta struttura è stata qualificata ALL'AVANGUARDIA. Ho dovuto parcheggiare ad almeno 200 metri con la febbre, lo spazio all'entrata insufficiente per la gente presente,tutti i pazienti lamentavano i troppi tempi di attesa e il poco tempo invece dedicato a loro una volta entrati. Gli ambienti riscaldati al massimo e l'aria irrespirabile. Sicuramente tutto fuorchè struttura ALL'AVANGUARDIA.
il problema credo sia da ricercare principalmente nella strategia accentrativa dell'Avis. In ogni caso hanno perso un bel po' di donatori credo, me compreso.
Purtroppo molti credono che dietro a questi cambiamenti ci siano strategie di AVIS, senza però sapere che è l'Azienda USL che gestisce direttamente il personale e le donazioni/trasfusioni. Le spiegazioni piuttosto si dovrebbero chiedere al nuovo Direttore dei servizi trasfusionali, soprattutto in merito alla chiusura di molti punti prelievo periferici e ai cambiamenti sul personale infermieristico, che in caso di assenza per malattia non è più in grado di coprire l'affluenza dei donatori in maniera ottimale ed è costretto ad annullare le uscite già previste in provincia.
La motivazione, che tutti possono intuire, è quella della spending review, ovvero la ricerca di ridurre i costi a 360° (vedere voci "aumentare l'efficienza"), compresi questi servizi...
http://www.ausl.bologna.it/news/archivio-2014/auslnews.2014-02-10.8761101992
Quello che può fare AVIS (e che sta facendo da mesi) è rallentare questo processo e protestare nei confronti dell'USL per evitare di vedere un calo nel numero delle donazioni ma anche dei donatori stessi, che in fin dei conti si presentano per compiere un atto di generosità...
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