domenica 14 settembre 2014

L'Appennino è un tesoro da rivalutare.



L'intervento del presidente Romano Franchi

L’Appennino nasconde un tesoro che aspetta di essere ritrovato. Non è quello di ‘Montecristo’ ma ha il vantaggio che si rinnova nel tempo e assicura quindi un aiuto continuato. I preziosi nascosti nel forziere  sono la legna, i castagneti, la carne, i cereali e i frutti dimenticati.
Questa in sintesi la certezza che ha dato il convegno-confronto che si è tenuto a Castel Di Casio, ieri sabato 13 settembre,  cui hanno partecipato,  con  l’assessore regionale Tiberio Rabboni, Marco Aldrovandi, Matteo Bernardini, Matteo Calzolari, Claudio Ravaglia,  Maurizio Nati, Sergio Palmieri, Renzo Panzacchi,  Claudio Rizzoli, Giovanni Tamburini, Gabriele Zaccoletti e  Aldo Zivieri.
L’Italia importa , principalmente dai paesi dell’est europeo, un milione di metri cubi di legna da ardere e 3 milioni di quintali di pellets e intanto i boschi in Appennino deperiscono per abbandono poiché l’agire nel boschi è una ‘impresa ciclopica’,  avversata da mille leggi guinzaglio e dagli, ancor di più numerosi,  impegni burocratici che rendono il percorso accidentato e difficile da affrontare.
Ecco un esempio . “ Nel bolognese, si deve far giungere persino la paleria di castagno dalla Calabria”, ha detto il presidente del Consorzio castanicoltori bolognese Renzo Panzacchi. “Nessuno fa più la rotazione dieci-dodicennale come si faceva in passato. Il ciclo del legno è interrotto da tempo anche a causa di una normativa che regola la materia controversa e confusa . Troppi enti sono chiamati a dare interpretazione e applicazione alla stessa legge e le diverse conclusioni portano alla paralisi”.  
Aldo Zivieri la cui famiglia ha preso in carico recentemente la gestione del nuovo macello di Castel di Casio anche nell’intento di avviare la‘filiera delle carni ha portato uno degli esempi positivi poiché la Provincia di Bologna, a differenza delle altre italiane, ha permesso la commercializzazione delle carni selvatiche e ciò potrà, secondo il relatore, portare reddiditività all’intera zona. “A Bologna si prelevano ogni anno circa 5000 cinghiali, altrattenti caprioli e un interessante numero di cervi. Numeri importanti che non devono spaventare poiché sono quelli che gli organi preposti indicano come necessari per mantenere un equilibrio ambientale che assicuri all’uomo la possibilità di fare agricoltura. Tutta questa grande risorsa deve essere riutilizzata per il recupero di redditività e il sostegno all’onere dei danni.  I macelli lavorano però circa 1250 capi l’anno per cui chi utilizza questa carne ne lamenta continuamente la mancanza”. Anche in questo caso l’importazione la fa da leone e non sempre le carni importate hanno i controlli necessari.
Interessante anche l’esempio positivo portato da ‘Montagna amica’ che ha ricordato che il Mulino Ferri di Sasso Marconi raccoglie circa 1500 quintali di grano dal comprensorio agricolo offerto dai comuni di Monzuno, Loiano Monghidoro e Grizzana Morandi. Per garantire ‘il prodotto di qualità della montagna’, paga ai produttori 5 euro in più al quintale rispetto al prezzi di mercato e fornisce una farina ‘fantastica’ agli operatori che vogliono il meglio. Tutto questo per sottolineare la necessità di segnalare al mercato il ‘prodotto della montagna’, quale elemento di garanza di qualità. 
Altri gli esempi, quello romagnolo di Casola, dove si è puntato al recupero dei frutti dimenticati con grande apprezzamento dei consumatori per i quali cui è stata organizzata la ‘strada degli animali e dei frutti dimenticati’. 
Sono montanari i vini ‘OGT ( Origine geografica tutalata)’la cui tipicità al palato è unica. 

E tanto altro. Ma ancor di più è quello che può essere fatto. E per dare un aiuto a chi vuole fare, la Regione, ha precisato Rabboni (nella foto), nel nuovo programma di sviluppo rurale ha  previsto diversi sostegni per gli operatori, con particolare attenzione ai giovani, e al  contenimento del numero dei vincoli e degli obblighi burocraticiper l’utilizzo della risorsa boschiva, nell’intento di riavviare un processo di recupero non più rinviabile.

A destra, i premiati 
Il convegno si è concluso con la premiazione dell’azienda agricola Buvolino che opera a Castel di Casio.  I titolari avranno  l’opportunità di effettuare uno stage presso un’azienda leader  nel loro settore. 









La festa è poi continuata con la musica degli Scariolanti
 Gli Scaglio

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Nessuno guadagna piu' di tanto con queste merci.

Anonimo ha detto...

grande modello l'emilia romagna.

si sente sempre e solo parlare di questo.

questi signori forse stanno ai confini di questa regione oppure bisogna che i politici devono cominciare a girare il territorio (non solo in occasione della vendemmia dei voti) e ascoltare le persone competenti? Il Signor Rabboni cosa dice?

Anonimo ha detto...

Ci sono altre cose che si potrebbero fare. Forse sarebbe più redditizio coltivare piante aromatiche e medicinali oppure fare piantagioni di prunus cerasus
le marasche. Si utilizzano i frutti ed anche le foglie per confetture, liquori etc.
perchè non utilizzare il ginepro per consolidare i terreni soggetti a frane. Anche del ginepro si possono avere diversi utilizzi sia del legno che dei frutti.
L'appennino è un tesoro che nessuno sfrutta salvo poi acquistare prodotti francesi ben pubblicizzati e cari che potremmo produrre qui