mercoledì 16 aprile 2014

Arresto cardiaco, dopo la morte del giovane Saad, l'intervista al Dottor Di Pasquale



Un lettore ha segnalato questo articolo-intervista di BolognaToday  sollecitato dalla morte per arresto cardiaco di un giovanissimo studente del Fantini di Vergato.
Il lettore fa notare che varrebbe la pena di far aprire una sottoscrizione tra le fusioni e unioni dei comuni per comprare defibrillatori (costa circa mille euro) e disseminarli in giro per l'Appennino per essere pronti ad affrontare queste emergenze.  

Cause, prevenzione, modalità di intervento: "Rarissimi i casi in giovane età, spesso dietro ci sono malattie cardiache che non si sapeva di avere"
A una settimana dalla tragedia avvenuta all'interno di una scuola di Vergato, dove ha perso la vita il 14enne Saad Hana (per cui sono stati resi noti i primi risultati degli esami autoptici) Intervista al Dottor Giuseppe Di Pasquale (nella foto) , direttore della Cardiologia dell’ospedale Maggiore e Direttore del Dipartimento Medico dell’Azienda USL di Bologna". Parliamo di arresto cardiaco: “Di episodi extraospedalieri, ovvero quelli che si registrano al di fuori di un ricovero ospedaliero, ne avvengono all’anno in Italia uno ogni mille adulti. La percentuale di sopravvivenza è solo del 5-10%”.
Quali sono le cause di un arresto cardiaco? Per l’80% la causa è cardiaca, il restante 20%comprende le cause non cardiache, per esempio un’overdose da stupefacente. Le cause cardiache dell’arresto sono l’infarto (il più frequente negli adulti), le cardiopatie (tutti ricorderanno il caso Morosini...) e le anomalie elettriche cardiache come le sindromi aritmiche che in alcuni casi hanno una trasmissione genetica (sindrome di Brugada, sindrome del QT lungo congenito).  
Come si possono prevenire? Dal momento che la causa principale di arresto cardiaco è l’infarto miocardico acuto, la prevenzione è basata sulla correzione dei fattori di rischio tradizionali (fumo, ipertensione, colesterolo elevato, diabete) e sulla pratica di stili di vita sani relativamente ad alimentazione ed attività fisica. In tutti i soggetti, soprattutto in chi pratica attività sportiva anche non agonistica, è consigliabile l’esecuzione di una visita medica da parte del medico di famiglia e dell’ elettrocardiogramma che può far sospettare la presenta di patologie cardiache non evidenti all’esame clinico. Nei casi dubbi sarà il cardiologo a consigliare l’esecuzione di un’ecocardiogramma.
E’ vero che, soprattutto quando accade a un soggetto giovane, l’arresto cardiaco avviene durante un’attività sportiva? No. Semplicemente sono i casi che fanno più notizia. Fra l’altro in Italia la tutela della salute nello sport è una delle più avanzate: è del 1980 l’introduzione dell’obbligo di sottoporsi all’elettrocardiogramma se si fa agonismo, mentre è previsto il certificato “di sana e robusta costituzione” per le altre attività e le cose sono attualmente in evoluzione. Già grazie a queste accortezze i casi si sono drasticamente ridotti, sebbene facciano comunque notizia.
Quindi anche ai bambini è utile l’elettrocardiogramma? Sì, certo: lo si fa una volta nella vita e questo già conta.
Come intervento di soccorso? E’ necessaria un’educazione della popolazione in questo senso, bisognerebbe addestrare i laici a fare il massaggio cardiaco. Certamente la prima cosa da fare è chiamare il 118, che a Bologna sappiamo essere in grado di arrivare in 8 minuti, tempi molto brevi, ma nell’attesa dell’arrivo del 118 con il defibrillatore è necessario che qualcuno inizi il massaggio cardiaco per evitare che il soggetto colpito da arresto cardiaco vada incontro ad un danno cerebrale irreversibile. Si sta in ogni caso cercando di diffondere una cultura del primo soccorso e della prevenzioni attraverso alcuni progetti come il “Pronto Blu” a Bologna”.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

certo disseminiamo defibrillatori per l'appennino !!!!!! ma stiamo veramente raggiungendo la follia collettiva !!!!!!!
Il defibrillatore è un apparecchio che deve essere utilizzato solo da personale competente infatti anche il Dr. Di Pasqule nell'intervista suggerisce la cultura di formazione in manovre di primo soccorso come il massaggio cardiaco in attesa dell'intervento di personale esperto 118.
Io dubito anche che gran parte del personale volontario CRI sappia utilizzare questo magnificato e stra acclamato apparecchio. Secondo me si rischia veramente di dare in mano apparecchiature pericolose a persone inesperte che rischierebbero di fare più danni che altro.

Anonimo ha detto...

sono apparecchiature molto semplici da utilizzare. I corsi per l'utilizzo li fornisce la Croce Rozza (sono obbligatori)

Anche in questo caso poteva essere utile la sua esistenza?

http://www.renonews.it/alto-reno-setta/lizzano/2014/04/16/lizzano-in-belvedere-trentaquattrenne-muore-durante-partita-calcetto/

Anonimo ha detto...

qui parte della normativa

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/07/20/13A06313/sg

Anonimo ha detto...

qui un vecchio atto di indirizzo della regione

http://bur.regione.emilia-romagna.it/dettaglio-inserzione?i=ea52db2d4904cd6c429838ee30c9b361

Anonimo ha detto...

di collettivo puo' esserci solo l'ignoranza.

Anonimo ha detto...

intanto che dubita si legga qualche certezza sulla cri

Anonimo ha detto...

http://cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2234

Anonimo ha detto...

hahahah ecco la stronzata del giorno...(Io dubito anche che gran parte del personale volontario CRI sappia utilizzare questo magnificato e stra acclamato apparecchio. Secondo me si rischia veramente di dare in mano apparecchiature pericolose a persone inesperte che rischierebbero di fare più danni che altro)VOLEVO DIRE A QUESTO ANONIMO CHE I VOLONTARI C.R.I IL (defibrillatori semi automatico) lo usano piu' loro che INFERMIERI E MEDICI ESPERTI DEL PRONTO SOCCORSO,ogni 6 mesi viene fatto il ripasso del BLSD.Quindi caro anonimo hai detto UNA BELLA STRONZATA AHAHAHAHAHAHH

Anonimo ha detto...

chi mai ha parlato di gran parte di personale volontario. numericamente non ho fornito dati.

lo spacciatore domani verso le 10 lo trovi in piazza delle "erbe"

Anonimo ha detto...

ciuccio, io poi ho parlato di corsi che la cri fornisce alle persone che poi dovranno farlo funzionare.

un esempio su tutti i defibrillatori negli ipermercati lo usano gli addetti che hanno appunto frequentato i corsi di primo soccorso.

recentemente un defibrillatore lo hanno immesso (poichè ora obbligatorio) anche presso il poligono di tiro di Vergato.

http://vergatonews24.it/2014/03/03/un-defibrillatore-in-dono-al-tiro-a-segno-nazionale-di-vergato/

di collettivo c'è proprio l'ignoranza.

antonio lavini ha detto...

Quanta superficialità. E' evidente che mancano informazioni e sopratutto FORMAZIONE che DEVE iniziare dalla scuola.
Prima proposta: organizzare già nelle scuole medie la preparazione teorica al primo soccorso dal primo anno, poi ripetere la prova pratica di rianimazione ed uso del defribollatore ogni anno.
Seconda proposta: potenziare il soccorso effettuato da volontari locali MA RICORDATEVI CHE SERVONO VOLONTARI E NON CHIACCHERE....la Pubblica di Sasso Marconi é in sofferenza grave ed é costretta a dare dei NON OPERATIVI per mancanza di volontari....pensateci e fate una opera buona per voi e per gli altri.
Terza proposta: URLATE la vostra volontà di mantenere l'ambulanza medicalizzata, ECHO 57 ovvero il 118 di Cinque Cerri con medico ed infermiere a bordo, che può SOLO se in zona, raggiungere i malcapitati IN TEMPI UTILI per affiancare assistere supportare i volontari laici ma, pur bravissimi, in alcuni casi insufficenti in quanto non possono somministrare alcun farmaco.
Pensate che episodi come quello di Vergato sono, purtroppo, successi e potrebbero accadere ancora.
MEDITATE ED AGITE, intanto Buona Pasqua.
antonio lavini

Anonimo ha detto...

Il Dott. Di Pasquale parla di Bologna dove il 118 può arrivare in 8 minuti......In appennino in quanto tempo può arrivare? A cosa serve un ospedale nelle vicinanze senza un punto di primo soccorso?