La Soprintendenza per i
Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna informa:
La Befana vien di notte, di giorno quindi si può andare nei musei. Anche la
signora del 6 gennaio apprezzerà. E per agevolare questa bella combinazione lunedì
6 gennaio i musei e le zone archeologiche saranno regolarmente aperti, nonostante la
prevista chiusura settimanale.
Visitando il
Museo
Nazionale Etrusco e i resti dell’antica città di Marzabotto ( info
051.932353), aperti dalle 9 alle 13 e
dalle 14 alle 17.30, si fa conoscenza con un sito archeologico unico al
mondo. A differenza di altre città etrusche, come ad esempio Felsina, qui l’abbandono
del sito ha garantito la conservazione dell’impianto urbano nel suo disegno
originale, cosa che consente ancora oggi di percorrere le antiche strade
ortogonali larghe anche 15 metri, lungo le quali si snodano case, impianti
produttivi ed edifici sacri, e visitare l’acropoli e le necropoli situate
ai margini della città. Nel museo sono esposti i reperti provenienti
da oltre un secolo e mezzo di scavi nell’area di Pian di Misano e nei territori
limitrofi
Il Museo
Archeologico Nazionale di Ferrara (via XX Settembre 122, info
0532.66299), uno dei più importanti al mondo per quantità e qualità delle
ceramiche attiche a figure rosse, è aperto
dalle 9.30 alle 17. Situato nel cinquecentesco palazzo attribuito a
Ludovico il Moro, il museo espone le testimonianze recuperate nella provincia
di Ferrara, prime tra tutte quelle provenienti dagli scavi del fiorente porto
commerciale etrusco di Spina che, tra il VI e il III sec. a.C., rappresentò uno
dei centri focali della regione. La visita include una tappa alla Sala del
Tesoro magistralmente affrescata dal Garofalo, alle due imbarcazioni monossili
di età tardo romana (III-IV secolo d.C.) rinvenute in Valle Isola, alla Sala
degli Ori con i gioielli d’oro, argento, ambra e pasta vitrea rinvenuti nelle
tombe, e al suggestivo giardino neorinascimentale, unico esempio compiuto di
giardino formale storico, sopravvissuto entro le mura di Ferrara.
Istituito da
Filippo di Borbone nel 1760 per accogliere i reperti rinvenuti negli scavi
della città romana di Veleia, il Museo Archeologico Nazionale di Parma (Palazzo
della Pilotta, info 0521.233718) è visitabile
dalle 13 alle 19. Espone sculture di età romana, ceramiche greche, italiche
ed etrusche, urnette, specchi e bronzetti etruschi, la collezione egizia e
quella proveniente da Veleia, tra cui le 12 statue in marmo della famiglia dell’imperatore
Augusto, due notevoli ritratti bronzei e la celebre tabula alimentaria scoperta
nel 1747. Le sezioni dedicate all'Archeologia del Parmense coprono un arco
temporale che va dalla preistoria all’alto medioevo; grazie a un accordo con
Fondazione Cariparma, dal 2009 il museo espone una delle più prestigiose
collezioni di scarabei sigillo esistenti al mondo, la Collezione Magnarini, 429
esemplari, di cui 80 reali, datati dal 2100 al 525 a.C.
Aperto dalle 8.30 alle 13.30, il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina
(Via Cesio Sabino 39, info 0547.9464), celebra al meglio la romanità della
città natale di Plauto. Raccoglie i materiali provenienti dagli scavi condotti
nella necropoli romana di Pian di Bezzo e in area urbana, e la sua visita
consente una lettura completa della storia di Sarsina, dalla sua fondazione
fino al III sec. d.C. Tra le eccellenze,
si segnalano i numerosi monumenti sepolcrali fra cui spicca, per imponenza, il
mausoleo di Rufo del I sec.a.C., il mosaico policromo detto Il Trionfo di
Dioniso e gruppi scultorei raffiguranti divinità orientali, tra cui la statua
del giovinetto Attis. Al primo piano si può ammirare la ricostruzione di un triclinium (sala da pranzo) con il
pavimento originale a mosaico e suppellettili di bronzo, vetro e ceramica.
La Villa Romana di
Russi (Via Fiumazzo, info 0521.233718), aperta dalle 9 alle 16.30, è la tipica struttura urbano-rustica
romana suddivisa tra area padronale, con ampie stanze e pavimenti a mosaico, e
parte produttiva, con cucina e magazzini, cui si aggiunge un impianto termale.
Nata per rifornire di vino, grano e frutta la flotta militare stanziata da
Augusto a Ravenna, fu probabilmente la vendita di queste eccedenze ad
arricchire a tal punto il proprietario da indurlo a ristrutturarla
completamente, ampliandola tra il I e il II sec. d.C. secondo un progetto
architettonico unitario e abbellendola affreschi e pavimenti musivi.
Patrimonio
culturale della regione fin dal 1760 e da allora oggetto di scavi e ricerche, Veleia è uno dei centri archeologici
più importanti dell’Italia settentrionale. L’Antiquarium e i resti monumentali della città romana di
Veleia (Strada Provinciale 14, località Veleia Romana a Lugagnano
Val dArda (PC), info 0523.807113) sono aperti
dalle 9 alle 15. Percorrendo l’antico percorso che si dipana tra gli
edifici civili e l’impianto termale, si arriva ai resti suggestivi del foro
pavimentato in lastre di arenaria ai tempi di Augusto e circondato su tre lati
da un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione pubblica.
Verso sud, il complesso era chiuso dalla basilica a navata unica dove si
levavano le 12 grandi statue in marmo di Luni raffiguranti i membri della
famiglia giulio-claudia, trasferite già nel Settecento nel Ducale Museo di
Antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale di Parma.
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