Un lettore
ci segnala questa notizia di ‘ Il Fatto Quotidiano Emilia Romagna’ che riportiamo integralmente.
Continua il calvario
degli abitanti di Ripoli Santa Maria Maddalena. Sabato 29
giugno infatti, dopo oltre un anno, sono ripresi anche gli
sgomberi delle
famiglie nel paesino che si muove su tre grandi frane risvegliate dagli scavi
per la Variante di valico. L’ordinanza, firmata dal sindaco Gianluca Stefanini,
non usa mezzi termini e ha imposto alla coppia di inquilini che vi abitava in
affitto “l’immediato sgombero”. Oltre alla delocalizzazione degli abitanti il
documento del primo cittadino ordina la chiusura di un vicolo tra l’edificio in
questione e quello adiacente. L’obiettivo è quello di “evitare qualsiasi
rischio per la pubblica e la privata incolumità derivante da un eventuale
improvviso collasso strutturale” della struttura. Le persone evacuate saranno
alloggiate in alberghi o in altre case, a spese delle aziende costruttrici.
Nel borgo
montano in provincia di Bologna sale così a 30 il numero delle persone che hanno dovuto lasciare il loro tetto dal
2011 a oggi, da quando
cioè le ripercussioni degli scavi per la galleria val di Sambro, 3,8
chilometri costruiti da Autostrade per l’Italia, hanno iniziato a interessare
il paesino. Ciò che preoccupa gli abitanti è che l’area in questione con
l’ultimo sgombero, quella di via Serrucce, prima era sostanzialmente ferma e ha
iniziato a muoversi sensibilmente da febbraio con il passaggio degli scavi. A
rischio abbandono quindi potrebbero presto esserci altre case lì intorno. Ormai
il trend di movimento in quella zona per molti edifici è infatti di almeno un
centimetro al mese. Prima dei lavori per la Variante di Valico, come ha
certificato una consulenza svolta da tecnici incaricati dalla Procura di
Bologna, la zona si muoveva appena di 2 millimetri l’anno.
La zona
interessata dall’ultima ordinanza potrebbe essere considerata una terza
frana a Ripoli, anch’essa risvegliata dagli scavi. Per prima si era mossa
la frana più a nord, denominata Scaramuzza, vicina all’imbocco nord delle due
canne del tunnel, da dove erano partiti gli scavi. Il terreno in quella
zona, ormai praticamente disabitata, si è mosso di oltre 50 cm dal 2011 a oggi,
e nonostante i lavori siano terminati da tempo, non si è mai fermata.
La seconda
frana, quella più grossa si trova a Santa Maria Maddalena e ha invece colpito
il centro del paesino di Ripoli, la chiesetta del Duecento, molte delle case, che si sono
mosse in alcuni casi di quasi 25 centimetri in due anni, portando anche in quel
caso a diverse delocalizzazioni. La frana di Santa Maria Maddalena è
quella che interessa anche il viadotto Rio Piazza, su cui passa la vecchia
Autostrada del Sole. Nelle scorse settimane al Fatto quotidiano, il consulente di Autostrade per
l’Italia, Franco Braga ha ammesso che la società di Benetton sta escogitando un
sistema per bloccare il franare verso valle del ponte trascinato dalla frana.
Come detto,
anche la Procura di Bologna, che indaga per frana e disastro
colposo ma senza iscritti al registro degli indagati, ha voluto vederci chiaro
sulla faccenda. Il sostituto procuratore Morena Plazzi aveva affidato a
degli esperti lo studio di quali potessero essere le cause di quelle frane. E i
consulenti hanno confermato ciò che i ripolesi vanno dicendo da tempo: “I
lavori di costruzione della galleria hanno impresso una generale
accelerazione che ha fatto aumentare la velocità di spostamento di più di
un ordine di grandezza”. Secondo i consulenti del pm, guidati dal professor
Paolo Berry, gravi furono le responsabilità di chi in fase di progettazione non
tenne conto dei rischi di riattivazione della frana. “Nelle diverse fasi
progettuali – si legge nella consulenza – non si è mai valutata la possibile interferenza
tra lo scavo delle gallerie e i movimenti del versante”.
Ora gli
abitanti di Ripoli attendono di capire dagli inquirenti chi avrebbe dovuto fare
queste valutazioni. Gli enti pubblici interessati invece, a partire dalla
giunta regionale a motore Pd, da mesi predicano tranquillità e fiducia nella
“diminuzione” del movimento della frana e non hanno mai chiesto uno stop
dei lavori ad Autostrade per l’Italia.
2 commenti:
Un vergognoso lavarsi le mani o peggio, travisare consapevolmente la verita' da parte di TUTTI i soggetti istituzionali competenti! Deve scapparci il morto perche' si fermino i lavori? E i danni gia' verificatisi vanno risarciti presto!
Non c' è niente di vergognoso in tutto questo......siamo in italia e gli abbusi e sopprusi sono legalmente ammessi sopprattutto quando di mezzo ci sta un ente del tipo soc. autostrade.
La terranno talmente per le lunghe le problematiche per non risarcire, fino allo sfinimento.
Ve lo sta dicendo qualcuno che ha subito di tutto e di più con il passaggio autostradale della vav.
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