lunedì 5 luglio 2010
Cacciatori contro TAR
La sentenza del Tar che, accogliendo il ricorso delle associazioni ambientaliste e animaliste, sospende il piano di controllo delle volpi della Provincia di Bologna e proibisce quindi gli abbattimenti anche al di fuori dei periodi di caccia, è stata colta dai cacciatori come un colpo basso. La possibilità di intervenire a ridimensionare il numero delle volpi è ritenuto dai cacciatori essenziale al fine di non vanificare gli interventi per il ripopolamento della selvaggina di piccola taglia. Esterna tutto il disappunto della categoria il presidente della Federcaccia bolognese Saverio Tabarini. “Siamo molto preoccupati della sospensiva del Tar poiché la presenza incontrollata delle volpi rende inutile tutto il lavoro dei volontari che si prodigano per arrivare a un equilibrio della presenza della fauna selvatica in natura”, ha detto. “La volpe non crea solamente problemi ai pollai, come generalmente si crede. Si ciba delle specie selvatiche che vivono allo stato naturale come lepri e fagiani molto presenti nel territorio bolognese”. Il presidente poi pone l’accento su altri temi che richiedono, a suo giudizio, una attenta attività per mantenere monitorato, con una adeguata attività di controllo, il numero delle volpi. “Le volpi indeboliscono con le loro tane gli argini dei fiumi e dei canali e ne compromettono quindi la sicurezza”. Ma ciò che, a giudizio di Tabarini, potrebbe rivelarsi una emergenza, che si teme già alle porte, è la ‘rabbia silvestre’ di cui la volpe è importante veicolo di trasmissione. “ La malattia si è presentata prima in Alto Adige,” racconta poi. “Il primo caso a San Cassiano in Badia, in provincia di Bolzano, dove è stata abbattuta una volpe, poi scoperta infetta, che si stava pericolosamente avvicinando a un cacciatore. Nel bellunese sono stati registrati da inizio anno ben 172 casi di rabbia, tra tassi, volpi, caprioli e persino gatti. E stata avviata una massiccia campagna di vaccinazione. Nei comuni di Dobbiaco e Badia resta in vigore, per questo motivo, il divieto di passeggiate col cane. In Lombardia è preallarme e gli studi veterinari consigliano la vaccinazione . Dall’inizio dell’anno fino a metà marzo, in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia sono stati accertati già 92 casi di rabbia, quando nel 2009 erano stati 68, e appena 9 nel 2008”. Il presidente ha poi concluso ricordando che gli stessi veterinari consigliano i cacciatori a non abbassare la guardia e a non avvicinarsi ai cani randagi poiché in Italia il randagismo è ancora un fenomeno molto presente.
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