mercoledì 21 luglio 2010

I funerali di Mary e Marco





La maglia con il numero nove di Di Vaio ha abbracciato la bara di Marco e quella della Fossa della Fortitudo la cassa di Maria Elena. Uniti nella cerimonia di addio come erano stati uniti nelle passioni sportive. Ma soprattutto uniti da un semplice e profondo amore che aveva fatto pensare a molti che la loro stesse diventando una unione duratura. A salutarli c’era tutto il popolo di giovani che ha affrontato l’affacciarsi alla vita assieme a Marco e Mary e i ragazzi hanno sottolineato con applausi e lacrime ogni tappa della funzione religiosa che ha preceduto l’ingresso nell’ultima dimora dei due giovanissimi, morti insieme a Misano, travolti da un’auto mentre rientravano a Bologna sul loro scooter. “Questo non è un addio, ma un arrivederci. Sono sicuro. Ciao Marco. Ti voglio bene” questa la conclusione del messaggio di congedo letto all’altare della chiesa parrocchiale di San Martino in Casola a Marco Mundadori a nome degli amici. “Ti sento dentro”, ha riferito il messaggio per rimarcare che il distacco non c’è, anzi da lassù Marco potrà fare qualcosa per il Bologna che tanto amava perché vinca lo scudetto “Chissà se ora potrai fare un miracolino?” quasi gli amici ci contassero. Poi una promessa “La tua famiglia è ora la nostra famiglia”. Altrettanto toccante la lettera per Maria Elena, Mary per le amiche, in cui sono state raccontate tutte emozioni, sue e delle amiche, prima di bambina, poi di fanciulla, nel prepararsi a diventare donna indipendente e le tappe che hanno marcato questa evoluzione. Poi sono state lette due poesie e ogni lettura è stata sottolineata da applausi. Ad applaudire anche i genitori e i fratelli dei due ragazzi: Rosano, Armanda e Lorenzo Mundadori, papà, mamma e fratello di Marco, Claudia e Alberto Girolami, mamma e fratello di Maria Elena. “Il cuore è impietrito dal dolore come se le parole vi fossero chiuse dal masso del sepolcro di Gesù” ha detto nell’omelia il parroco don Giuseppe Vaccari che con don Aldemo Mercuri ha officiato la funzione religiosa. Poi ricordando che Mary era orfana del papà ha detto: “Mary ha incontrato l’abbraccio del babbo e Marco ha trovato tanti nuovi amici nel cielo. La vostra voce è diventata un tutt’uno con la parola di Dio”. Don Giuseppe ha poi parlato della grande voglia di vita dei due ragazzi “E forse stavate meditando di costruire una vita insieme”. E ha evidenziato che “Grande era la fede di Marco nel Bologna, ma ancora più forte era quella in Dio”.

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