“Tutti i nodi
stanno venendo al pettine.” Con queste parole il Comitato Noi Voi Vergato interviene
nuovamente sul tema della riforma sanitaria e sul futuro dei CAU – Centri di Assistenza Urgenza,
ribadendo che le criticità da loro segnalate nei mesi scorsi “non erano
allarmismi, ma valutazioni sensate e fondate”.
Il Comitato ricorda come anche diversi organi
regionali stiano ora riconoscendo la necessità di superare il modello dei CAU, giudicato insufficiente a
garantire servizi adeguati nei territori più fragili dal punto di vista
logistico e demografico. Una prospettiva che apre interrogativi pesanti:
“Se
i CAU verranno archiviati, cosa rimarrà al nostro contesto comunale? Cosa
resterà al nostro amato Appennino?”
La preoccupazione è concreta e
riguarda soprattutto il presidio sanitario dell’area:
“Gli operatori del Pronto Soccorso di
Porretta Terme fanno già oggi miracoli, lavorando in condizioni complesse e
spesso in carenza di risorse. Con l’abolizione dei CAU, quale sarà il destino
del nostro territorio? Quali servizi resteranno realmente operativi?”
Il Comitato ricorre anche a
un’immagine musicale per sintetizzare lo scenario che si profila: “Un noto gruppo italiano cantava Un pugno di
sabbia. È forse questo ciò che rischiamo di ritrovarci in mano anche noi?”
Una domanda che, secondo Noi Voi
Vergato, assomiglia sempre meno a un dubbio e sempre più a una risposta che si va delineando,
nell’assenza di certezze sulla continuità dei servizi essenziali per le
comunità montane.
Il Comitato ribadisce dunque la
richiesta già espressa più volte: garanzie
reali e immediate sulla sanità dell’Appennino, sul mantenimento di
presidi e professionalità e su un modello organizzativo che non lasci indietro
chi vive lontano dai grandi centri urbani.
(Inviato da Loris Bonantini)
1 commento:
Certo il caso del C.A.U. insomma il CAUCASO.
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