Il consulto, la diagnosi e la cura per garantire un servizio efficiente nel tempo
Valerio Giusti, del Comitato per la Ferrovia
Porrettana, scrive:
Per festeggiare i vent'anni di battaglie epistolari
che abbiamo condotto dalla costituzione di questo Comitato, vogliamo utilizzare
i primi giorni del nuovo anno per scrivere una lettera pubblica alle istituzioni,
in primo luogo ai nostri Sindaci, per riportare l’attenzione sul buon
funzionamento e sulle prospettive della linea ferroviaria Porrettana così
importante per tutti gli abitanti della Valle del Reno e dei territori
limitrofi.
Da quando fa parte del Servizio Ferroviario
Metropolitano, la gestione della linea Porrettana è strettamente condizionata
dalle esigenze e dalle priorità della cintura bolognese e questo non ha sempre
aiutato lo sviluppo della nostra linea appenninica e non possiamo nascondere
che alcune scelte potranno diventare determinanti per assicurare un trasporto
ferroviario efficace agli abitanti della Valle del Reno.
Il primo punto è il potenziamento delle
infrastrutture. La maggior parte delle cause dei disservizi sono proprio legate
ai guasti patiti da deviatoi, passaggi a livello e impianti vari e questo sta
inficiando il completo rinnovamento del materiale rotabile. Non sappiamo se
questi guasti siano causati dalla mancanza di manutenzione o dall’obsolescenza
della linea in quanto i Comitati degli utenti ferroviari della nostra regione
non hanno più rapporti diretti con RFI e siamo preoccupati della completa assenza
di progetti volti a finanziare e sviluppare la nostra linea soprattutto nella
parte a monte, quella completamente mono-binario.
Tranne l’importante interramento della stazione di
Casalecchio che dovrebbe risolvere molti disservizi occorsi al passaggio a livello
e risolvere molti problemi di viabilità stradale, non si conoscono i tempi per
il raddoppio dei binari fino a Sasso Marconi che sarebbe utile per il tratto
fino a Bologna ma non potrà risolvere più di tanto la drammatica fragilità
della linea nella parte alta dove basta un nonnulla per bloccare i pendolari
per ore negli orari di punta. Non c’è più traccia di eventuali progetti per
raddoppiare altri tratti, eliminare ulteriori passaggi a livello o i
rallentamenti che costringono i treni, in alcuni brevi tratti, a viaggiare a
passo d’uomo.
E’ quasi fastidioso dover ripetere in tutte le
occasioni che per garantire un'efficiente servizio ferroviario in una linea
mono-binario con tante stazioni e mezzi incrocianti che trasportano
quotidianamente circa 10.000 saliti (dati pre-covid) occorre una gestione
perfetta dei mezzi e delle infrastrutture; in caso contrario ci troveremo a
rivivere infauste giornate come quella del 2 gennaio o del 7 dicembre u.s.
Questo mancato potenziamento aumenta le perplessità
che abbiamo ripetutamente espresso in merito al progetto passante, fortemente
voluto dalla città metropolitana, di spostare gli orari dei treni in avanti di
15 minuti (senza tener in alcun conto gli attuali equilibri relativi
all’entrata e all’uscita degli studenti dalle scuole o degli orari di ingresso
dei lavoratori) e far proseguire i treni di Porretta fino a Pianoro.
Moltissimi anni fa i treni della linea Porrettana
furono incanalati al piazzale ovest proprio per evitare tutti i ritardi
cagionati dal transito dal complesso nodo centrale di Bologna; oggi si
tornerebbe indietro senza alcuna garanzia che l’allungamento della tratta non
comporti un drammatico raddoppio dei ritardi e dei disservizi generando una
devastante penalizzazione degli abitanti di un territorio che hanno una
necessità insostituibile di arrivare in tempo nei luoghi di lavoro e studio. Un
progetto deciso unilateralmente dalla Città Metropolitana e comunicato al
Comitato dei pendolari e ad alcuni Sindaci il 16 marzo 2023, senza alcun
confronto o dibattito pubblico preventivo, che non prevede alcun miglioramento
dei servizi o dei tempi di percorrenza dei cittadini che già oggi impiegano da
Porretta almeno 74/75 minuti all’andata e altrettanti al ritorno per
raggiungere Bologna: praticamente i capostipiti della bassa velocità.
Una prospettiva completamente ribaltata rispetto
alle parole dell’allora sindaco Merola che, il 31/07/2021, venne a spiegarci
che diminuire e velocizzare i tempi di percorrenza ferroviaria e stradale
significava aumentare lo sviluppo economico e culturale degli abitanti della
montagna, attraendo turismo e investimenti produttivi: appare evidente che tali
obiettivi non sono più una priorità per la città metropolitana.
Assieme al passante ferroviario, il 16 marzo ci fu
annunciato l’inizio della sperimentazione di un servizio notturno di cui il
Comitato chiedeva l’introduzione da circa vent’anni!!! Anche su questo
importantissimo servizio nessun coinvolgimento preventivo; ci siamo trovati due
bus piazzati in due giorni del fine settimana senza conoscere quale strumento
di pianificazione sia stato utilizzato per individuare gli orari di partenza,
quale tipo di utenti si volesse intercettare e perché sia stata esclusa la
domenica dove potevano attrarre un po’ di turisti e cercare di diminuire le
incessanti le colonne di auto che rientrano in città la domenica sera (il
trasporto pubblico non avrebbe dovuto limitare l'utilizzo dell'automobile??)
Noi chiedevamo il treno e ci hanno piazzato due bus,
ci hanno imposto gli orari e non sappiamo quale sarà l'esito della
sperimentazione e quando e se verranno introdotti davvero i treni notturni,
tant'è che qualche buontempone ha pensato che li avessero buttati lì come
contentino per farci digerire il passante per Pianoro. Noi crediamo, invece,
che sia stata una semplice incomprensione dovuta alla fretta di darci questo
agognato servizio e che prima o poi qualcuno si deciderà di consultare gli
utenti che dovrebbero utilizzarlo; per questo motivo preghiamo i Sindaci di
pretendere delle risposte sui tempi previsti per consolidare il servizio
notturno, pubblicizzarlo in maniera decente e sviluppare idee che portino a
rafforzarlo.
In realtà siamo stati abituati male dalla precedente
legislatura quando l'assessore regionale alla mobilità organizzava frequenti
incontri preventivi con i comitati degli utenti, con i sindaci e con i
cittadini per presentare e condividere i progetti prima che fossero
definitivamente approvati in modo che si potesse costruire assieme un prodotto
più soddisfacente. Preso atto che la nuova legislatura preferisce le
informative e i comunicati stampa, siamo tornati alla nostra attività
principale di denuncia pedissequa dei disservizi chiedendo il supporto dei
Sindaci, offrendo la nostra ventennale cocciutaggine,
Impossibile affrontare il tema dell’informazione
agli utenti nelle stazioni o a bordo treno visto che i Comitati non hanno più
rapporti diretti con RFI che è l'azienda del gruppo FS che gestisce anche i
flussi comunicativi. Nel comunicato del 2 gennaio abbiamo pedissequamente
riportato le parole dei nostri compagni di viaggio e appare incontrovertibile a
tutti che così non possa funzionare ma ogni protesta appare vana. In caso di
disservizi, i pendolari diventano una sorta di naufraghi che navigano sulla
nostra pagina Facebook per cercare le informazioni pubblicate dagli altri
pendolari, sperando di attingere qualche notizia anche dal comitato che cerca
di fornire qualche aiuto grazie all’impagabile disponibilità della direzione
commerciale di Trenitalia Tper.
Per non parlare di quello che succede a chi si
presenta alle emettitrici a cavallo del mese per rinnovare gli abbonamenti,
trovando spesso disfunzioni e malfunzionamenti che a fine anno raddoppiano. Dal
31 dicembre a Riola la macchinetta non legge la carta Mi Muovo e ancora questa
mattina dava errore di sistema e niente abbonamento, mentre arrivano proteste
quasi identiche anche da altre stazioni (compresa Vergato che non rilascia
scontrino fiscale per mancanza di carta). È inutile riportare che in questi
anni abbiamo denunciato decine di volte alla regione la cattiva qualità di quel
software ricevendo come risposta quella di suggerire gli utenti di comprare gli
abbonamenti in anticipo: sempre grati del consiglio fummo!!
Così come non possiamo tralasciare di citare il
nuovo biglietto digitale regionale che rappresenta uno strumento flessibile che
permette di modificare giorno e orario di partenza ma che vede nella
validazione digitale un elemento estremamente negativo perché il check in è
configurato sull'orario partenza tabellare e non su quello effettivo. Questo
comporta che il 2 gennaio, se un utente fosse arrivato in stazione a Vergato e
avesse preso il treno partito dal primo binario in ritardo di mezzora, avrebbe
preso la multa.
Questo perché, a differenza dei treni ad alta
velocità, chi acquista un biglietto digitale regionale è impossibilitato a fare
il Check trascorso l’orario di partenza “virtuale” del treno. Una
penalizzazione incomprensibile che si potrebbe evitare permettendo di fare il
check-in entro l’orario di effettivo di arrivo del treno: ci spiace davvero
apparire petulanti nel ripetere che se fossimo stati coinvolti preventivamente
avremmo potuto dare un contributo costruttivo, ma speriamo sempre in un
virtuoso ravvedimento.
Chiudiamo questa lunga lista di argomenti con la richiesta di ricevere abitualmente le frequentazioni, ovvero il numero dei passeggeri che salgono e scendono nelle diverse stazioni della linea. Conoscere il flusso dei pendolari nei diversi orari e giorni della settimana è necessario a qualsiasi considerazione di carattere politico progettuale e permette di analizzare e individuare le fasce di punta e la miglior rotazione possibile del materiale da utilizzare disponibile (treni Rock, Pop e Stadler), per garantire un viaggio soddisfacente.
Ringraziamo di cuore tutti coloro che avranno avuto
la costanza di leggere le nostre prolisse considerazioni che riportiamo in un
sintetico vademecum riepilogativo dei temi proposti.
1) Potenziamento delle infrastrutture, anche
attraverso piani di miglioramento e programmi di manutenzione straordinaria;
2) Tempi certi del raddoppio dei binari sino a Sasso
Marconi ed eliminazione della maggior parte dei passaggi a livello e dei
rallentamenti;
3) Riduzione dei tempi di percorrenza e avvio dei
progetti di passanti ferroviari solamente al momento in cui potrà essere
garantito un servizio ferroviario puntuale ed efficiente;
4) Introduzione di un vero servizio ferroviario
notturno o un potenziamento mirato e condiviso del servizio bus-sostitutivo;
5) Condivisione preventiva coi comitati degli utenti
e con gli abitanti della Valle del Reno dei progetti di Regione e Città
Metropolitana;
6) Apertura di un tavolo tecnico per un
miglioramento effettivo dell’informazione agli utenti;
7) Aggiornamento del software affinché non vada in
panne ogni fine mese;
8) Check-in del biglietto digitale regionale legato
agli orari effettivi;
9) Verifica delle frequentazioni e della rotazione
dei treni.
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