Indagine della Fadoi per l'Emilia Romagna, 'manca assistenza territoriale'
In Emilia-Romagna oltre un terzo degli anziani ricoverato resta 7 giorni oltre il dovuto in ospedale perché manca l'assistenza sul territorio o a casa e questo determina per la Regione un costo extra di 135 milioni.
E' quanto emerge da una indagine condotta dalla Fadoi, la
Federazione dei medici internisti ospedalieri in 98 strutture sparse in tutta
Italia.
In base alla ricerca il 38,8% degli anziani
emiliano-romagnoli rimane in ospedale perché non ha nessun familiare o badante
in grado di assisterli in casa e il 34,3% perché non ci sono strutture
intermedie mentre per il 28,1% non c'è possibilità di entrare in una Rsa e il
6,5% ha difficoltà ad attivare l'Adi, l'Assistenza domiciliare integrata. In
Emilia-Romagna, evidenzia la Fadoi, nei reparti di medicina gli over 85 sono
oltre la metà nel 30% delle strutture e quelli che vengono ricoverati sono
pazienti complessi che "in 4 casi su 5 richiedono comunque oltre sette
giorni di degenza per essere adeguatamente trattati, tanto da necessitare di
un'alta intensità di cura nel 22% dei casi, media per il 72%".
Tuttavia, sottolinea l'associazione, "il problema è che
quando lo stesso medico da disposizione affinché il paziente venga dimesso, mai
quella data corrisponde con quella effettiva delle dimissioni. Queste infatti
si protraggono per oltre 7 giorni per il 36,4% terzo di pazienti e il 54,5% dai
5 ai 7 giorni più del dovuto. Si stima che in Emilia Romagna le giornate di
ricovero inappropriate siano circa 190.000 per una spesa di 135 milioni".
"La famiglia - osserva il presidente della Fadoi
Emilia-Romagna, Fabio Gilioli - non è più in grado di gestire pazienti sempre
più anziani e complessi che spesso per altro vivono soli o con un coniuge
anch'esso anziano. Alcuni potrebbero essere accompagnati in un percorso di
reinserimento con l'utilizzo di letti di cura intermedi, che sono però del
tutto carenti, invece di essere istituzionalizzati. Altro pilastro da
rinforzare - chiosa - è la medicina riabilitativa che si trova a dover seguire
un numero sempre maggiore di pazienti". (ANSA).
3 commenti:
Forse qualche politico sta pensando, ma credo che la situazione si sia evoluta nel tempo per stupidità di molti governanti, alla raccolta differenziata ma non porta a porta come i rifiuti domestici........
Cittadino di Vergato Inc……..to pone problema, Ospedale Vergato.
Oggetto interventi di cataratta, un tempo gestiti a Vergato e gestiti in maniera ottimale; ora è il caos fino al 31/12/2022 i pazienti si parla di persone Over 70.
Venivano dirottati; giorno prima int. a fare tampone a Osp. Porretta poi intervento a Villa Chiara, e giorno dopo controllo a Osp. Vergato.
Questo fino 31/12/2022 ora brancolano nel buio io ho in casa anziano 80 enne che deve eseguire intervento, secondo occhio dopo aver già eseguito per 1 occhio, ora che è decaduta convenzione con Villa Chiara; a tempi da definirsi manderebbero 1 prima trance a Osp. Bazzano il 03/02/2023, poi non si sa per i prossimi, il loro destino è da definirsi nei palazzi de potere.
Con tampone a Bazzano, intervento a Bazzano e Controllo a Bazzano,
Poi dulcis in fundo in alternativa a Bazzano avevano pensato Osp. San Giovanni in Persiceto.
Come cittadino schifato per tutto questo, abbiamo 2 Ospedali di zona che per farli nuovi sono stati spesi parecchi nostri soldi, mi riferisco all’Ospedale di Vergato, e Ospedale di Porretta Terme, e dobbiamo sballottare i nostri anziani in luoghi lontani da residenza
Con questa chiedo a Fabbriani e al signor Mastacchi di dare voce alla ennesima carenza del nostro territorio.
All'osp di Bazzano è morta mia madre.
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