Eseguite dai carabinieri 2 misure cautelar e una terza persona colpita da misura restrittiva e’ attivamente ricercata.
Dal Comando Provinciale Carabinieri Bologna
Un normale intervento a favore di una donna rumena di 33 anni, che lamentava di essere stata percossa, ha consentito di porre fine a un fenomeno di sfruttamento della prostituzione, esercitata prevalentemente da due giovani ragazze nella città di Bologna e lungo la Riviera Romagnola.
Il 14 aprile scorso una di loro, dopo una lite con quello che aveva inizialmente presentato come fidanzato, chiede aiuto ai Carabinieri, cui alla fine ammette di esercitare il meretricio e di essere minacciata e ricattata dal suo compagno/protettore, un bolognese di a56 anni, il quale pretendeva per il suo aiuto una percentuale importante dei suoi guadagni.
Le ragazze vittime del giro, che si prostituivano prevalentemente insieme, erano due, entrambe rumene e di 33 anni. La loro “protezione” non era però assicurata dal 56/enne bolognese, ma da due loro connazionali, entrambi residenti a Bologna, rispettivamente di 37 e 31 anni, quest’ultimo a sua volta “fidanzato” di una delle due ragazze, nonché fratello, oltre che sfruttatore, dell’altra.
I due rumeni, che vivevano esclusivamente dei proventi del meretricio,
accompagnavano le ragazze in Riviera nel fine settimana, fermandosi nei paraggi
per controllarle, proteggerle, nonché provvedere alle loro contingenti
necessità. Anche l’abitazione bolognese di uno dei due rumeni, presa in
affitto, era utilizzata per l’esercizio del meretricio, mentre all’esterno
l’uomo rimaneva di guardia, pronto ad avvertire la ragazza in caso di pericoli
dettati dalla presenza dei Carabinieri o altro. I due si preoccupavano di
essere sempre aggiornati sull’andamento dell’attività anche durante un viaggio
fatto in Romania, da dove telefonavano alle ragazze per essere aggiornati sui
guadagni. Laddove poi, le ragazze manifestavano l’intenzione di cambiare vita o
di fare ritorno in patria, le stesse erano oggetto di minaccia da parte dei
loro “sfruttatori” cui non solo dovevano chiedere i soldi da mandare a casa, ma
anche il permesso per potersi recare dai loro familiari, ivi compresi i figli
minori lasciati in Romania in situazioni economiche difficili.
Questa mattina uno dei due rumeni, il 37/enne, è stato colpito da un’ordinanza
di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Bologna
su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il secondo, destinatario
del medesimo provvedimento, è allo stato attivamente ricercata. Sottoposto
invece all’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria il
56/enne bolognese, incensurato, con un ruolo indubbiamente più defilato degli
altri due, ma pienamente inserito nel circuito malavitoso che vive e lucra
sull’esercizio del meretricio.
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