Il caldo estivo fuori stagione spinge la proliferazione dell’insetto killer
di Barbara Bertuzzi
Confagricoltura Emilia Romagna
L’anticipo del grande
caldo ha portato con sé una invasione di cimici asiatiche mai vista prima in
Emilia-Romagna soprattutto a ridosso dei corsi d’acqua, in prossimità dei
boschi o dei siti di svernamento.
«L’aumento delle temperature
ha favorito la fuoriuscita dal letargo dell’insetto killer mostrando i primi
danni sui frutti quasi pronti per la raccolta, ciliegie e pesche. Stiamo
monitorando il fenomeno con sopralluoghi tecnici sull’intero territorio
regionale» spiega il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia
Romagna, Marco Piccinini.
Va ripensata l’attività
di prevenzione e contrasto alla proliferazione della cimice asiatica portata
avanti a partire dal 2020 mediante i rilasci dell’antagonista Trissolcus japonicus, impropriamente con il nome di “vespa samurai”.
«Alla luce di questa
importante recrudescenza i lanci effettuati si stanno rivelando al momento
insufficienti. Il numero di cimici aumenta invece di diminuire, pertanto –
chiarisce Piccinini - la lotta biologica non sta risolvendo il problema. La
strategia va rivista nei tempi e nelle modalità per scongiurare il ripetersi di
calamità naturali oltre che economiche».
Si ricorda peraltro che
il patogeno minaccia le specie frutticole - dalle drupacee alle pomacee, in
particolare pere e mele -, ma anche la soia e altre colture
erbacee.
Il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna invita a rivedere il piano regionale: «Siamo lontani dal buon risultato ottenuto con la lotta biologica contro il Cinipide del castagno grazie all’impiego del suo predatore naturale. E questo ci deve fare riflettere su quale possa essere il metodo più efficace per combattere la cimice asiatica, per poi apportare le giuste modifiche e invertire la rotta».
Nessun commento:
Posta un commento