domenica 22 maggio 2022

Recrudescenza degli attacchi di cimice asiatica

 Il caldo estivo fuori stagione spinge la proliferazione dell’insetto killer


di Barbara Bertuzzi 

Confagricoltura Emilia Romagna



L’anticipo del grande caldo ha portato con sé una invasione di cimici asiatiche mai vista prima in Emilia-Romagna soprattutto a ridosso dei corsi d’acqua, in prossimità dei boschi o dei siti di svernamento.

 

«L’aumento delle temperature ha favorito la fuoriuscita dal letargo dell’insetto killer mostrando i primi danni sui frutti quasi pronti per la raccolta, ciliegie e pesche. Stiamo monitorando il fenomeno con sopralluoghi tecnici sull’intero territorio regionale» spiega il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, Marco Piccinini.

 

Va ripensata l’attività di prevenzione e contrasto alla proliferazione della cimice asiatica portata avanti a partire dal 2020 mediante i rilasci dell’antagonista Trissolcus japonicus impropriamente con il nome di “vespa samurai”. 

 

«Alla luce di questa importante recrudescenza i lanci effettuati si stanno rivelando al momento insufficienti. Il numero di cimici aumenta invece di diminuire, pertanto – chiarisce Piccinini - la lotta biologica non sta risolvendo il problema. La strategia va rivista nei tempi e nelle modalità per scongiurare il ripetersi di calamità naturali oltre che economiche».

 

Si ricorda peraltro che il patogeno minaccia le specie frutticole - dalle drupacee alle pomacee, in particolare pere e mele -, ma anche la soia e altre colture erbacee.  

 

Il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna invita a rivedere il piano regionale: «Siamo lontani dal buon risultato ottenuto con la lotta biologica contro il Cinipide del castagno grazie all’impiego del suo predatore naturale. E questo ci deve fare riflettere su quale possa essere il metodo più efficace per combattere la cimice asiatica, per poi apportare le giuste modifiche e invertire la rotta».

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