Il Circolo SettaSamoggiaReno di Legambiente in un COMUNICATO motiva il suo NO alla bretella Reno-Setta e 'rigetta' la proposta di galleria, perchè opera di inaccettabile impatto ambientale.
Il
comunicato:
Nelle
ultime settimane si è tornato a parlare del collegamento stradale
Reno-Setta.
Diverse
personalità locali, soprattutto nel mondo imprenditoriale, e
successivamente alcune forze politiche, sostengono che quest’opera
sarebbe strategica in quanto unico modo di contrastare la crisi
economica ed occupazionale delle nostre vallate.
Noi
di LEGAMBIENTE riteniamo che riproporre, dopo 10 anni dalla prima
valutazione che mostrò come i flussi previsti sulla bretella (sia
pure sotto ipotesi francamente irrealistiche di aumenti futuri)
non sono tali da permettere che degli investitori privati si
accollino le spese di realizzazione, sia un errore gravissimo.
Sostenere,
come fanno i proponenti, che il declino economico ed occupazionale
dell’Appennino bolognese sia dovuto solo o principalmente alla
mancanza di infrastrutture stradali, ed addirittura che la bretella
Reno-Setta sia una “indispensabile infrastruttura, la sola in
grado di … scongiurare la definitiva marginalizzazione [dell’area
montana]”, è una forzatura sorpassata ed antistorica.
Sostenere
che la competitività di un’industria locale possa essere
significativamente aumentata dall’accorciamento dei tempi di
collegamento dell’ordine di alcune decine di minuti, non ha
fondamento.
Infatti
nel commercio moderno l’incidenza dei costi di trasporto è un
elemento assolutamente secondario.
La
sostanziale irrilevanza del costo del trasporto è purtroppo
dimostrata dalla esasperata globalizzazione dei mercati e dalla
conseguente delocalizzazione delle produzioni in sedi distanti
talvolta migliaia di chilometri dai principali mercati, resa
possibile proprio dalla bassa incidenza di questo elemento. Le
aziende della montagna che hanno chiuso non lo hanno certo fatto
perché i loro prodotti impiegano 20 / 30 minuti in più per arrivare
ai Caselli A1 di Sasso Marconi, o Pian di Setta.
Ancora
minore la possibilità che una tale opera possa favorire lo sviluppo
turistico. Se crediamo davvero che il turismo nelle nostre zone debba
essere “slow” e orientato alla valorizzazione delle tante
località distribuite sul territorio, un’opera che ne faciliti
l’attraversamento andrebbe proprio nella direzione opposta.
A
queste considerazioni prettamente economiche si aggiunge l’incoerenza
strategica di un progetto che si propone di favorire al massimo il
trasporto su gomma a fronte della persistente emergenza ambientale
causata dall’inquinamento atmosferico, di cui una delle principali
cause è il traffico automobilistico.
Se
sono disponibili risorse pubbliche per un’opera dai costi così
elevati (si parla infatti di almeno QUATTROCENTO MILIONI DI EURO),
allora bene sarebbe spingere per impegnarle piuttosto:
- nella realizzazione o di una copertura ad ampia banda su tutto il territorio dell’Appennino,
- di migliorie infrastrutturali della ferrovia (quali il raddoppio della linea tra Casalecchio e Sasso Marconi, peraltro previsto nel Piano Regionale dei Trasporti) che avrebbero anche il vantaggio di renderne possibile l’uso per il trasporto merci.
- la possibilità di interventi di miglioramento ed adeguamento delle strade esistenti, Porrettana tra questi, molto meno costosi ed impattanti di una singola grande opera, per rendere la viabilità del nostro territorio più sicura e scorrevole.
Per
quanto detto finora le preoccupazioni ambientali non sono né le sole
né le principali ragioni di opposizione alla proposta di bretella
Reno – Setta.
Ma
certamente per chiunque abbia a cuore la difesa dell’ambiente del
nostro Appennino, che rappresenta anche un enorme patrimonio, e
fondamentale supporto ad ogni prospettiva di sviluppo sostenibile,
l’ipotesi di un’opera stradale quasi completamente in galleria,
in un territorio così fragile posto tra il Parco di Montesole e
l’area di Montovolo, è chiaramente una seria minaccia sia in
termini d’impatto durante la costruzione – con l’inevitabile
movimentazione di milioni di metri cubi di materiale di scavo, la
loro problematica collocazione, DOVE ? e le alterazioni della rete
idrica e i possibili effetti sulla stabilità dei versanti, già
sperimentati in territori non lontani dal nostro.
Per
non dimenticare le conseguenze sul peggioramento sulla qualità
dell’aria e del paesaggio, per le MIGLIAIA di percorsi dei camion
di movimentazione terra.
Riteniamo
quindi che questa opera non poteva nemmeno essere inserita nelle
linee programmatiche metropolitane 2017-2021di mandato, che sono
state illustrate nello scorso 25 Gennaio a Palazzo Malvezzi, poiché
giudicata NEGATIVAMENTE nel 2008 dalla Regione Emilia -Romagna nel
Piano dei Trasporti: “ l'insostenibilità dell'infrastruttra,
per la necessità di una rilevante quota di contributo pubblico,
ulteriore rispetto agli introiti da pedaggio, per garantire il
funzionamento dell'opera”.
LEGAMBIENTE
pertanto chiede alla Regione e alla Citta' Metropolitana di escludere
questo percorso di verifica del progetto, adoperandosi invece per le
alternative sia da noi proposte sopra evidenziate, ma avanzate anche
dai Consigli Comunali di Marzabotto, Grizzana Morandi e Vergato.
4 commenti:
Gli unici investimenti fatti in questi ultimi anni sono nuove strutture autostradali. Certo è da capire il perchè..... arriva denaro da tutte le parti a dismisura poco controllato ma molto mangiato.
Mi trovo parzialmente d'accordo con Legambiente, in particolare quando dice:
-le preoccupazioni ambientali non sono né le sole né le principali ragioni di opposizione alla proposta di bretella Reno – Setta. Infatti quella bretella non avrebbe utenti. Certo comunque bisogna prendere atto che la vallata del Setta di mazzate ambientali forse ne ha subite qualcuna di troppo.
Tutto come indivisibile e corretto.
L'unica cosa impossibile da realizzare tra le proposte e' i trasporto merci su rotaia lungo la Porrettana, dal momento che in tutte le stazioni è stato disabilitato il servizio negli anni '90 e che non ci sono più' strutture adatte (scali merci), nè presenzia mento con personale, né le tracce orarie per permettere un esercizio concorrenziale con i corrieri su furgone stradale.
comincio a pensare sia inutile parlare con Legambiente tanto non vogliono ascoltare.
continueremo a inquinare come dei matti bruciando centinaia di litri di gasolio al giorno nelle continue arrampicate verso grizzana e relative discese verso l'autostrada e ritorno o perdendoci nella tortuosità della porrettana verso pistoia mentre quei signori emettono continui diktat contro qualsiasi progetto qualsiasi proposta qualsiasi idea che non vengono da loro.e continueranno ad agitare davanti ai nostri occhi i fantasmi delle loro proposte demagogiche e irrealizzabili.
ristrutturare la porrettana esistente verso bologna? impossibile. E tutti quelli che invece che a bologna devono andare in tutto il resto del mondo?si arrangino.
un secondo binario tra Casalecchio e sasso ? per metterci treni merci che non esistono?e tutti quelli che vivono e lavorano a sud di Sasso si arrangino.
Banda larga? Per chi? per i cinghiali?
è ora di scendere sulla terra cari signori e venire ad abitare nei territori da salvare e proteggere popolandoli di infrastrutture che in definitiva seviranno proprio a salvarli e proteggerli .
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