Riportiamo:
Appello ai
presidenti della Camera e del Senato e ai deputati e ai senatori
della Repubblica per la sospensione della discussione sulla
riforma costituzionale Renzi-Boschi
In un tornante
della storia, quale si va profilando in conseguenza della mattanza
occorsa il 13 novembre a Parigi per opera di seguaci del Daesh,
il Direttivo del Comitato per il No al referendum costituzionale
sulla riforma Renzi-Boschi, chiede al Presidente della Camera dei
deputati e ai Presidenti dei gruppi parlamentari di rinviare a data
da destinarsi la discussione, già fissata per il prossimo 20
novembre, davanti alla Camera dei deputati, per l’approvazione, in
prima deliberazione, del d.d.l. cost. n. 2613-B.
Il Comitato
ritiene infatti inopportuno che in un momento così grave che
richiede l’unità di tutte le forze politiche e sociali – come ai
tempi del terrorismo, se non peggio -, le Camere possano procedere
tranquillamente nel loro lavoro di revisione della gran parte degli
articoli della Costituzione come se nulla fosse accaduto. Mentre è
proprio nei momenti di crisi, che la Costituzione, nei suoi principi
e valori, dovrebbe costituire il simbolo, per eccellenza, dell’unità
del popolo italiano.
Né si obietti
che, con la progettata modifica della Camera e del Senato, lo Stato
italiano acquisirebbe maggior forza per contrapporsi al terrorismo
jihadista. Proprio l’esperienza degli anni di piombo ha infatti
insegnato che le battaglie contro l’eversione non si combattono
limitando i poteri del Parlamento, che erano gli stessi di quelli
tuttora previsti dalla Costituzione del 1947, e che potrebbero semmai
essere rimodulati agevolmente con appropriate modifiche
regolamentari.
La gravità
dell’attuale situazione che potrebbe addirittura sfociare, come da
più parti si sostiene, in uno stato di guerra o in una situazione
analoga, induce il Comitato per il No a sottolineare che se la
riforma Renzi-Boschi venisse approvata nel testo di cui al d.d.l.
cost. n. 2613-B, non sarebbero più le Camere a deliberare lo stato
di guerra, come previsto dal vigente articolo 79 della Costituzione,
ma la sola Camera dei deputati. E ciò, come se il Senato, ancorché
rappresentativo delle autonomie locali, quale previsto dalla riforma
Renzi-Boschi, non fosse anch’esso un organo dello Stato-comunità e
quindi della Repubblica italiana.
Roma, 16 novembre
2015
Prof. Alessandro
Pace – Presidente del Comitato per il No[1]
[1]
Consiglio direttivo del Comitato per il No nel referendum
costituzionale: Gustavo Zagrebelsky (Presidente onorario), Alessandro
Pace (Presidente), Pietro Adami, Alberto Asor Rosa, Gaetano Azzariti,
Francesco Baicchi, Vittorio Bardi, Mauro Beschi, Felice Besostri,
Francesco Bilancia, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Sergio
Caserta, Claudio De Fiores, Riccardo De Vito, Carlo Di Marco, Giulio
Ercolessi, Anna Falcone, Antonello Falomi, Gianni Ferrara, Tommaso
Fulfaro, Domenico Gallo, Alfonso Gianni, Alfiero Grandi, Raniero La
Valle, Paolo Maddalena, Giovanni Palombarini, Vincenzo Palumbo,
Francesco Pardi, Livio Pepino, Antonio Pileggi, Marta Pirozzi, Ugo
Giuseppe Rescigno, Stefano Rodotà, Franco Russo, Giovanni Russo
Spena, Cesare Salvi, Mauro Sentimenti, Enrico Solito, Armando
Spataro, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Mauro Volpi.
1 commento:
non hanno specificato la matrice del terrorismo "come ai tempi del"
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