venerdì 20 novembre 2015

Sasso Marconi. Carla Cenacchi parla del suo libro.

Carla Cenacchi ( nella foto a destra)  racconta la sua vita trascorsa fra l'Appennino e le Ande in un libro di recente pubblicazione, 'Dall'Appennino alle Ande e Ritorno'. Figlia di Adelmo, il macellaio della Longara Nuova (l'attuale Borgonuovo) e di Silvia Ventura, detta Dina, dei mugnai della Pila, è cresciuta, seconda di una bella famiglia di 9 fratelli, tra la gente di Pontecchio e Borgonuovo fino al suo trasferimento in America Latina nel 1953, dove ha vissuto episodi del tutto fuori delle comune che racconta con una prosa avvincente e coinvolgente.
Nella sua presentazione si legge: “Grazie e un abbraccio a miei due figli. Senza di loro, oggi, non potrei vivere i miei quattro volte vent'anni”.
Carla Cenacchi poi aggiunge a voce. “ Il tutto è frutto degli insegnamenti della mamma, che mi disse: quando hai dei problemi prendi una matita e scrivi. Come tutti, ho avuto dei problemi e ho preso matita e fogli. La disperazione è nata dalla morte improvvisa di mio marito quando già eravamo tornati in Italia. Un giorno, all’improvviso, mentre stavamo raggiungendo la nostra amata casa di Rasiglio per chiudere le finestre poiché era in arrivo una nevicata si è sentito male e non c'è stato nulla da fare”.
 
Incuriositi abbiamo voluto saperne un po’ di più e le abbiamo chiesto:

 
Perché ora questa pubblicazione?

Ho vissuto 50 anni in America Latina e ho avuto esperienze nuove, belle e strampalate con mio marito. Lui aveva deciso di fare rientrare i nostri figli perché preferiva che crescessero con una buona base di cultura ottenuta da una istruzione italiana. Rientrati, aveva avviato numerose iniziative per un utilizzo positivo di un'area di Rasiglio. Poi la maledetta mano del diavolo ha stroncato i nostri progetti alla vigilia del compimento del cinquantesimo anno. Ho creduto di dovergli questa memoria”.

Perchè un italiano dovrebbe leggere il suo libro ?

Ieri, chiacchieravo con la mia amica ‘la Luciana ed Camilat’, e lei mi ha detto 'questo libro mandalo al Papa , al Sinodo, perché è l’esaltazione della famiglia. Ha una grande valenza, sociale, civile e religiosa'. Come diceva la mia mamma ‘te guarda sempre in alto e troverai sempre luce'”.

Qual è la sua esperienza religiosa?

Ero disperata perché avevo perso una bambina di due mesi, morta quando non ero in casa. Credevo quindi fosse colpa mia. Andai a Lima in un confessionale e dissi, 'ho ucciso mia figlia'. Il sacerdote mi sorrise e mi disse ‘non può essere perché anche se l'avessi voluto e Lui non lo avesse permesso, non saresti riuscita'. Uscii più serena. Da allora ho di fianco il Cristo , lo porto con me e guardo avanti”.

Ha presentato il libro con l'associazione 'Donne di Sasso', perchè ?

Non sapevo come fare. All'Università Primo Levi mi hanno consigliata di partecipare al concorso 'La Città dei Diari' ad Arezzo. Ho seguito il consiglio e mi sono classificata fra le prime otto. Mi hanno fatto una bella presentazione e soprattutto ho trovato un grande incoraggiamento. La presentazione con le 'Donne di Sasso ' è abbastanza naturale”.

Tornerà a Lima?

Lo sto traducendo in spagnolo e lo presenterò anche là”.





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