La portavoce de L’Altra Emilia –
Romagna Cristina Quintavalla che la
pubblicazione di questo comunicato:
Al
fruscio delle mazzette, non importa di quale provenienza - da estorsioni,
usura, riciclaggio, appalti truccati e subappalti, concorso esterno in
associazione mafiosa, voto di scambio - si sono arresi oltre 200 tra politici
ed imprenditori dell’Emilia nord-occidentale, da Modena a Parma con al centro
Reggio Emilia, indagati a vario titolo per reati riconducibili ad associazione
mafiosa e concorso esterno.
Un
vero terremoto, che ha squarciato l'immagine mielosa dell'Emilia-Romagna
fondata sulla retorica del buon governo, della trasparenza e della legalità,
svelando il volto nascosto di una regione, in cui la criminalità organizzata, la
‘ndrangheta calabrese in particolare, è penetrata in profondità, ha trovato
terreno di cultura, si è intrecciata con il modo imprenditoriale e politico. Un
inquietante “Mondo di mezzo” di cui l’inchiesta romana ha fornito in anteprima
una immagine eloquente.
Mentre c'è chi è
costretto per sopravvivere a frugare nei cassonetti, chi resta senza casa, chi
senza lavoro, chi non può più far studiare i propri figli, i grandi capitali,
illecitamente accumulati, arrivano in cerca di investimenti lucrosi, penetrano negli
appalti pubblici, nelle società immobiliari, si assicurano appoggi nelle
istituzioni pubbliche, favorendo l'elezione di politici compiacenti. Voto di
scambio insomma. La stessa visita
elettorale del 2009 al comune di Cutro di amministratori del reggiano con a
capo l’allora sindaco Graziano del Rio assume oggi una luce nuova e allarmante.
In
prima fila ovviamente i politici di Forza Italia. Tra essi Giuseppe Pagliani,
consigliere comunale di Reggio Emilia, e l'ex assessore parmense Bernini,
esponente di spicco della giunta Vignali, già travolta dalle inchieste
giudiziarie, che ha lasciato in eredità un buco di bilancio di 870 milioni,
frutto di opere inutili e costose, di malversazioni, truffe e speculazioni
immobiliari. A Sorbolo, un comune del
parmense, il danaro di provenienza mafiosa è stato investito da un'impresa per
costruire un vero e proprio quartiere con ben 200 appartamenti, ora sotto
sequestro. Molte cooperative, più o meno
finte, nei settori dei trasporti, dell'edilizia, della logistica, delle
pulizie, impiegano centinaia di lavoratori e lavoratrici, con contratti
precari, senza clausole di garanzia, con retribuzioni da fame.
Che
i capitali di origine malavitosa penetrassero all'interno del tessuto economico
produttivo era noto. Forse non sapevano le amministrazioni comunali di Parma,
di Reggio Emilia, di altre città emiliano romagnole e lombarde che gli appalti,
quelli in particolare al massimo ribasso, sono il luogo privilegiato di
investimenti derivanti da attività illecite?
Tutto questo
era noto, come sin troppo chiara ne risulta la ragione: la rinuncia delle
istituzioni pubbliche al loro ruolo di garanti del bene comune, di controllo di
legalità, di difesa del preminente interesse pubblico. La degenerazione del
ruolo degli enti locali invece consente che vengano elusi
i controlli, che vengano esternalizzati i servizi, dati in appalto a società
private, cui è affidata la gestione di
beni e servizi essenziali alla vita di tutti. Lo “Sblocca Italia”, facilitando le pratiche edilizie,
consentendo di eludere i controlli pubblici, istituisce una selvaggia
deregulation che rende possibile il saccheggio del nostro paese, dei suoi beni,
delle sue risorse, facilitando le infiltrazioni di capitali malavitosi dentro
il businnes della speculazione legata al territorio e all’ambiente.
Per arrivare ai capitali illeciti investiti nel modenese
nella ricostruzione post terremoto, che guarda caso, come denunciano i comitati
di lotta, procede vergognosamente a rilento.
Le risate dei boss, infiltrati nel
tessuto imprenditoriale della ricostruzione nel modenese, non suonano macabre
ai presidenti di questa e della precedente giunta regionale?
1 commento:
più che altro (a chi fa dei distinguo come codesta stravagante pulzella)si rende necessaria una SMOBILITAZIONE di questa CRIMINALITA' POLITICA ORGANIZZATA:
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