Di Glauco Guidastri.
Lo stato di salute dello sport invernale
italiano, le aspettative legate alla stagione sciistica che sta per iniziare e
alla squadra azzurra che a febbraio parteciperà alle Olimpiadi invernali di
Sochi, la situazione del nostro Appennino e in particolare del Corno alle
Scale, la stazione sciistica tanto cara ai bolognesi. Di tutto questo ha parlato
il 29 novembre, durante un meeting conviviale organizzato dal Panathlon Club 'Valle del Reno' a Sasso Marconi, il presidente della Federazione Italiana
Sport Invernali (FISI) Flavio Roda (nella foto con Mario Becca), fornendo interessanti spunti di riflessione.
Roda, già direttore tecnico della squadra azzurra di sci e allenatore di Alberto Tomba, è presidente della Federazione Sport Invernali dal 31 marzo 2012, e fin dal suo insediamento, ha lavorato per ridare slancio alla Federazione, cercando di riavvicinare la base del movimento ai vertici (“per risvegliare interesse ed entusiasmo attorno agli sport invernali”), rompendo qualsiasi rapporto con la politica e con gli schemi del passato (“per permettere alla Federazione di svolgere al meglio il proprio lavoro di supporto agli atleti”) e potenziando gli investimenti destinati al settore agonistico: “Fin dal mio insediamento - ha osservato Roda - ho scelto di destinare tutte le risorse all'attività sportiva: anche questo ha segnato un'inversione di tendenza rispetto al passato”. E sul piano agonistico i risultati non si sono fatti attendere: nella scorsa stagione, infatti, gli azzurri hanno conquistato 20 medaglie mondiali e 103 podi.
Roda, già direttore tecnico della squadra azzurra di sci e allenatore di Alberto Tomba, è presidente della Federazione Sport Invernali dal 31 marzo 2012, e fin dal suo insediamento, ha lavorato per ridare slancio alla Federazione, cercando di riavvicinare la base del movimento ai vertici (“per risvegliare interesse ed entusiasmo attorno agli sport invernali”), rompendo qualsiasi rapporto con la politica e con gli schemi del passato (“per permettere alla Federazione di svolgere al meglio il proprio lavoro di supporto agli atleti”) e potenziando gli investimenti destinati al settore agonistico: “Fin dal mio insediamento - ha osservato Roda - ho scelto di destinare tutte le risorse all'attività sportiva: anche questo ha segnato un'inversione di tendenza rispetto al passato”. E sul piano agonistico i risultati non si sono fatti attendere: nella scorsa stagione, infatti, gli azzurri hanno conquistato 20 medaglie mondiali e 103 podi.
Forte di una solida
collaborazione con il CONI, “cui l'arrivo di un presidente come Giovanni Malagò
ha giovato molto, contribuendo a riportare entusiasmo e a rompere une rete di
relazioni consolidate che spesso non agevolava i rapporti con le Federazioni”,
oggi la Federazione Sport Invernali sembra dunque godere di buona salute. Importanti
benefici sono stati tratti dalla partnership sottoscritta con Infront sports, società
leader nella gestione dei diritti sportivi e già advisor della Lega Calcio per
la commercializzazione dei diritti televisivi dei campionati di serie A e B: da
quest’anno Infront è marketing agent
della FISI, e “porta nelle casse della Federazione denaro fresco, che
ci aiuta a svolgere le varie attività e a mantenere sani i bilanci”.
Roda ha poi annunciato che l'Italia è candidata ad ospitare i Mondiali invernali del 2019. “Stiamo lavorando per sostenere la candidatura di Cortina d'Ampezzo, la Regione Veneto ci sta supportando e credo ci siano buone possibilità di successo: attendiamo con ansia la decisione finale, che verrà presa a giugno 2014”.
Roda ha poi annunciato che l'Italia è candidata ad ospitare i Mondiali invernali del 2019. “Stiamo lavorando per sostenere la candidatura di Cortina d'Ampezzo, la Regione Veneto ci sta supportando e credo ci siano buone possibilità di successo: attendiamo con ansia la decisione finale, che verrà presa a giugno 2014”.
Rispondendo a una domanda
del Presidente del Panathlon “Valle del Reno” Mario Becca, che gli chiedeva
quali fossero gli atleti su cui puntare in vista del prossimo appuntamento olimpico
di Sochi, Roda ha subito messo le cose in chiaro: “Un nuovo Tomba non c'è,
però ci sono tanti buoni atleti. Tra gli uomini, Dominik Paris e Christof
Innerhofer sono le punte di diamante di una squadra di discesisti di assoluto
livello, ma anche nelle altre specialità non siamo messi male: nello slalom il
nostro conterraneo Razzoli è un elemento di valore, cui forse manca un po' di
costanza, mentre Manfred Moelgg è indubbiamente uno sciatore di talento; solo
nel gigante paghiamo un po’ dazio. Anche nella 'valanga rosa' abbiamo atlete di
valore: le sorelle Fanchini sono una garanzia (Elena è fresca di podio nella
prima discesa della stagione), così come Federica Brignone in gigante. Lo
stesso discorso vale per le altre discipline: nello slittino, ad esempio,
Zoeggeler è ancora competitivo a dispetto dell'età, e va forte anche Kevin
Fischnaller; nello snowboard siamo tra i più forti in Europa così come nel
biathlon; qualche incognita resta sul bob, anche se debutterà quest'anno un
mezzo di nuova progettazione, su cui il CONI ha investito parecchio. In
sostanza, i settori che regalano meno certezze sono il fondo, dove pure abbiamo
un buon atleta come Federico Pellegrino, e lo skeleton. Quindi, ci presentiamo
all'appuntamento olimpico con tutte le carte in regola per fare bene, ma fare
previsioni sulle medaglie che potremo portare a casa è davvero impossibile”.
Impossibile infine per Flavio Roda, nativo di Lizzano in Belvedere, non parlare dell'Appennino bolognese, dove torna ancor oggi appena può (è infatti residente a Vidiciatico). E il presidente federale è stato piuttosto critico verso la sua terra d'origine: “La montagna bolognese è in crisi, inutile nasconderlo. Mancano le strutture, e manca soprattutto lo spirito di collaborazione e l'unità d'intenti tra le diverse realtà locali: in questo modo è pressoché impossibile fare una programmazione seria. Io sono disponibile ad aiutare l'Appennino, ma francamente mi risulta difficile capire in che modo poter fare qualcosa per risollevare le sorti delle nostre amate montagne”.
Una soluzione per rivitalizzare il comprensorio sciistico bolognese non potrebbe essere quella di portare gare di livello sulle piste del Corno alle Scale? “Ma come si possono portare gare dove mancano strutture ricettive e di accoglienza per gli atleti e per l’indotto collegato a un importante evento nazionale o internazionale?”, ha osservato con una punta di amarezza Roda. Un interrogativo destinato, almeno per il momento, a restare sospeso nel vuoto.
Impossibile infine per Flavio Roda, nativo di Lizzano in Belvedere, non parlare dell'Appennino bolognese, dove torna ancor oggi appena può (è infatti residente a Vidiciatico). E il presidente federale è stato piuttosto critico verso la sua terra d'origine: “La montagna bolognese è in crisi, inutile nasconderlo. Mancano le strutture, e manca soprattutto lo spirito di collaborazione e l'unità d'intenti tra le diverse realtà locali: in questo modo è pressoché impossibile fare una programmazione seria. Io sono disponibile ad aiutare l'Appennino, ma francamente mi risulta difficile capire in che modo poter fare qualcosa per risollevare le sorti delle nostre amate montagne”.
Una soluzione per rivitalizzare il comprensorio sciistico bolognese non potrebbe essere quella di portare gare di livello sulle piste del Corno alle Scale? “Ma come si possono portare gare dove mancano strutture ricettive e di accoglienza per gli atleti e per l’indotto collegato a un importante evento nazionale o internazionale?”, ha osservato con una punta di amarezza Roda. Un interrogativo destinato, almeno per il momento, a restare sospeso nel vuoto.
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