Di Tiziana Fortuzzi
Dopo i saggi e il bel romanzo ‘Via Serisso’, Giuseppe
Cremonesi pubblica un altro romanzo, ‘Trent’anni’, che conferma la vena
narrativa dell’autore sassese.
Il primo, edito da Aspasia nel 2011, è sicuramente
un’opera molto apprezzabile, che prende il lettore e lo costringe a leggerla
tutta d’un fiato. Una storia avvincente, personaggi coinvolgenti,
l’ambiente una terra ‘bellissima e misteriosa’, una città, Trapani, multicolore di cui la Via
Serisso è un simbolo. Il romanzo è ricco di riferimenti alla millenaria storia
di quella terra indecifrabile, crocevia di civiltà diverse, a volte
contrastanti ma sempre prodighe di cultura e saggezza. Proprio questo essere,
fin dall’antichità, al centro del mondo che qui fatalmente si trovava a
transitare ha donato alla popolazione la capacità di integrazione e di
accettazione delle diversità, un equilibrio esistenziale tradotto nella
ricchezza dei proverbi e dei detti dialettali, delle tradizioni religiose, nel
rispetto di tutte le spiritualità e di tutte le passioni.
L'acquerello di copertina è di Francesca Tebaldi |
Il nuovo romanzo (pure edito da Aspasia) è invece
ambientato a Bologna, terra di adozione di Cremonesi, le cui origini siciliane
sono dovute alla madre. La storia è semplice: due donne, una giovane, l’altra
matura. Un uomo tra loro. Lui scoprirà troppo tardi che sono madre e figlia.
Anche qui i personaggi sono ben
delineati nella complessità dei loro caratteri e situazioni di vita. Un finale
amaro ma che fa intravvedere una luce di speranza in una vita rinnovata e
finalmente ‘vestita’ di un senso, a lungo cercato.
Due belle prove delle capacità narrative dello
scrittore sassese che ha per il momento svestito
i panni dell’esperto saggista per vestire quelli del colto romanziere.
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