martedì 17 settembre 2024

Un’idea di ARCA per la vita dell’Appennino e per la rinascita della Valle del Setta.

 


 

Le considerazioni sono stati inviate alle Amministrazioni, agli Enti e alle Associazioni


 

di Otello Righi

 

 Il Gruppo di Ricerca e Volontariato A.R.C.A. Appennino Bolognese ha organizzato diversi incontri con associazioni di imprenditori agricoli e altri rappresentanti della comunità. Durante questi incontri, abbiamo raccolto considerazioni, idee e critiche da chi vive, abita e lavora nell'Appennino Bolognese.

L'obiettivo è stato quello di ascoltare le necessità reali delle popolazioni locali e di tradurle in azioni concrete per promuovere e tutelare il territorio, garantendo al contempo la massima resa con la minima spesa.

Il rapporto che vi alleghiamo raccoglie queste proposte e suggerimenti, offrendo una visione completa di quanto ritenuto essenziale per la cura e la valorizzazione del nostro Appennino. Riteniamo che le soluzioni presentate possano essere di grande utilità per le amministrazioni, gli enti locali e le associazioni di categoria coinvolte.

Siamo fiduciosi che con il vostro supporto e la vostra collaborazione, potremo lavorare insieme per realizzare questi progetti e migliorare la qualità della vita nel nostro amato Appennino.

Restiamo a disposizione per ulteriori incontri o approfondimenti.

Parlare di lavoro va sempre bene, ma ora è il momento di agire. 

Questa è la reazione DI CHI ABITA E VIVE IN APPENNINO, di uomini e donne, pensata e studiata per contribuire ad aiutare la nostra terra e la nostra gente. È un consiglio e un sostegno per i nostri sindaci che, in questo difficile momento per il nostro paese, hanno più che mai bisogno dell'aiuto di tutti noi. Dobbiamo stare uniti al loro fianco, per affrontare insieme i problemi attuali e quelli del post-coronavirus. Lavorando con lungimiranza e nel pieno rispetto dell'uomo, del territorio e della natura, sono certo che, collaborando insieme, con sforzo e fatica, supereremo anche queste difficoltà nel migliore dei modi. Inoltre, questo periodo difficile potrebbe lasciarci qualcosa di molto positivo.

Amo tantissimo l’Appennino e la mia gente, e so che farlo risorgere non è difficile; basta pensare a quanto fatto nel dopoguerra. I ricordi della mia infanzia mi riportano a una situazione analoga di grande crisi lavorativa e disoccupazione giovanile. Nato in un’osteria, ho spesso visto persone svuotare le tasche per poter organizzare una festa in compagnia.

Nel dopoguerra, la fortuna dell’Appennino e la svolta economica e lavorativa vennero grazie a una legge voluta da un piccolo ma grande uomo di nome Amintore Fanfani, che progettò infrastrutture utili per fermare il dissesto idrogeologico (un problema ancora molto grave) e per fornire servizi e cura del territorio.

I lavori svolti negli anni '60 sono ancora ben visibili, e sebbene la manutenzione in questi anni sia stata minima, le infrastrutture continuano a svolgere la loro funzione di servizio, prevenzione e cura del territorio. Parliamo di briglie lungo i fiumi, ponti, strade ancora oggi utilizzate, sistemazione di corsi d’acqua, piantagioni di alberi nelle zone franose e rimboschimenti di abetaie, piantate prevalentemente da donne.

Per il progetto di riqualificazione del territorio, venivano assunti uomini e donne bisognosi, disoccupati della zona e contadini, facendoli lavorare fino alle 13:00 ma pagando loro i contributi per intero. A fine mese, veniva regalato anche un pacchetto alimentare con prodotti locali per la famiglia. Era una legge che rispettava e considerava molto le persone di buona volontà.

 

**L’idea che voglio condividere con tutti voi, per far lavorare le piccole aziende edili del territorio e i disoccupati, è la seguente: ripristino e/o ristrutturazione delle infrastrutture e cura del territorio.**

1. EFFETTUARE UN CONTROLLO DELLE INFRASTRUTTURE PUBBLICHE (ponti, strade dissestate, briglie, invasi d’acqua, argini, cunette) da parte di associazioni come Alpini e Pro Loco, con un breve rapporto fotografico e scritto sullo stato delle strutture.

2. INNALZARE ULTERIORMENTE LE BRIGLIE, per quanto possibile, utilizzando le pietre del fiume stesso, per creare invasi d’acqua utili per l’Appennino e la sua fauna, per la pianura e la città, per controllare le alluvioni e le siccità sempre più frequenti, e per incrementare la pesca fluviale e combattere gli incendi.

3. RIPULIRE GLI INVASI D’ACQUA DEI BACINI E DEI LAGHI PRESENTI IN APPENNINO. Ad esempio, nel bacino di Santa Maria di Castiglione dei Pepoli, credo che questa manutenzione non sia mai stata fatta; ormai è più un fiume colmo di sabbia che un invaso.

4. RIPRISTINARE I PONTI IN APPENNINO che necessitano di messa a norma. Ad esempio, il ponte sul torrente Vezzano, Lagaro-Monteacuto Ragazza, è davvero pericolante e necessita di interventi urgenti.

5. PAGARE UNA PICCOLA QUOTA AGLI AGRICOLTORI PER RIMUOVERE IL TERRENO SUPERFICIALE (almeno 10 cm) nei campi incolti diventati prati, utilizzando le loro attrezzature, per fare sì che il terreno diventi una spugna, agevolando l’infiltrazione dell’acqua piovana nel sottosuolo, alimentando le falde sotterranee e limitando i danni delle bombe d’acqua e delle frane.

6. SVILUPPARE STRATEGIE PER CREARE ENERGIA PULITA, (COMUNITÀ ENERGETICHE) come mini-idroelettrico, mini-eolico, pirolizzatori e digestori, in grado di eliminare il metano nell’atmosfera (sostanza 10 volte più inquinante della CO2) e immetterlo nella rete nazionale per uso civile, industriale e per autotrazione.

7. FAVORIRE IL TURISMO CURANDO E PROMUOVENDO IL TERRITORIO, pulendo e curando i paesi, i sentieri e i siti di interesse (in dieci anni ne abbiamo catalogati circa 400, di cui il 80% è in stato di completo abbandono). Questi sono potenziali attrattive per un turismo locale e nazionale. Promuovere inoltre le nostre aziende agricole e i loro prodotti enogastronomici.

8. CREARE PALESTRE A CIELO APERTO, percorsi ciclabili e utilizzare le pareti naturali per il climbing.

**Come organizzare questo lavoro:**

Questo lavoro si può organizzare in modo semplice, assumendo personale disoccupato, italiano o straniero, in regola, pagando i contributi e uno stipendio dignitoso. In Appennino sono presenti molti immobili statali che potrebbero essere venduti con una sorta di leasing per 10-20 anni agli operai. Gli immobili potrebbero essere ristrutturati anche dagli operai stessi pagando un affitto irrisorio.

**Come controllare il lavoro:**

Il lavoro potrebbe essere controllato dai Carabinieri Forestali, sotto la responsabilità dei tecnici comunali oppure delegati di fuducia.

**Idee per la valle del Setta:**

9. RIPORTARE IL TRAFFICO LEGGERO SULL’AUTOSTRADA PANORAMICA E IL TRAFFICO PESANTE SULLA CAMIONABILE, come da progetto iniziale, per ridurre i danni economici ai paesi della valle.

10. OBBLIGARE AUTOSTRADE PER L’ITALIA A CONTRIBUIRE ALLA CURA DEL TERRITORIO, fornendo contributi da utilizzare per aiutare le persone in difficoltà e le piccole aziende dell’Appennino Bolognese.

11. Rimboschimento.

12. OBBLIGARE IL TRAFFICO PESANTE A PASSARE DALLE TANGENZIALI DEI PICCOLI paesi come Monzuno, Baragazza e Lagaro, mentre il traffico leggero dovrebbe attraversare i paesi per sostenere il commercio locale.

13. CREARE UNA PISTA CICLABILE DA CASALECCHIO A BOCCA DI RIO, proposta già sette anni fa dall’associazione ABC Appennino Bene Culturale. Questo progetto sarebbe molto utile per il turismo e per portare i Bolognesi a visitare il loro Appennino.

14. VALORIZZAZIONE DELL VIA DEL FERRO ETRUSCA ( credo il progetto piu importante per la promozione turistica della valle del Setta e del Bisenzio)

La Via del Ferro etrusca rappresenta la prima strada costruita in Occidente e la prima grande opera su suolo italiano, costruita dagli Etruschi circa 2.500 anni fa. Questa strada passava proprio attraverso le nostre valli del Setta e del Reno. In questi anni, abbiamo intrapreso diverse iniziative per la valorizzazione di questa importante infrastruttura, ancora poco conosciuta sul territorio.

- Il cammino della via del Ferro etrusca, Archeo Trekking Coast to Coast, attraversa i nostri Appennini e lungo il suo percorso incontra circa 25 siti di livello nazionale, valori aggiunti importanti e significative attrattive per il turismo.

- Un tour archeologico in treno lungo l'antica Via del Ferro etrusca che ha riscosso molto successo presso Trenitalia.

-Colaborazione attiva con associazioni turistiche, professori, ricercatori, associazioni, imprenditori e persone di buona volontà lungo tutto il cammino per la cura, la valorizzazione, promozione e soprattutto per garantire un supporto al turista in caso di bisogno.

- Il primo "Archeo Bike Tour" in Appennino Bolognese, un tour in bici lungo l'antico percorso per visitare le nostre aziende agricole produttrici, i nostri ristoranti e i nostri siti archeologici, unendo "il bello e il buono" del nostro territorio. L'evento ha visto la partecipazione di numerosi ciclisti, inclusa quella del noto comico romagnolo Paolo Cevoli.

- Installazione di teche informative per la promozione dell'Appennino Tosco-Emiliano lungo il cammino archeologico o presso le stazioni ferroviarie.

- creazione degli anelli giornalieri in Appennino Tosco emiliano che, partendo dalle stazioni ferroviarie (Direttissima e Porrettana), portino al Cammino della Via del Ferro Etrusca. Questi percorsi giornalieri attraversano siti storici e naturalistici del nostro territorio oltre a collegare aziende agricole che producono prodotti agroalimentari e ristoranti eccellenti. L'obiettivo è creare un'esperienza turistica immersiva che non solo inviti a scoprire le bellezze storiche e naturali ma incoraggi anche a fermarsi e vivere appieno l'Appennino.

Con tutte queste iniziative che abbiamo avviato, siamo sicuri che ci siano le condizioni ideali per garantire il successo per questo importante progetto di promozione turistica, la promozione della via del Ferro non rappresenta solo un'opportunità per per conoscere la nostra storia e la nostra cultura e tutelare il nostro territorio, ma anche un'occasione per coinvolgere attivamente la comunita locale e riportare turismo lungo la valle del Setta del Sambro e del Reno.

2. CREAZIONE DI UNA SEDE DI INCONTRI PER LA CURA E LA PROMOZIONE DELL'APPENNINO BOLOGNESE. (essenziale per conoscere e collaborare con le varie realtà in Appennino Tosco emiliano)

Proponiamo l'utilizzo del Cinema di Lagaro come sede per incontri con associazioni, aziende e cittadini impegnati nella promozione del nostro territorio. Questo spazio potrebbe rappresentare un punto di riferimento per la comunità, oltre a favorire la riapertura del cinema stesso, recentemente chiuso. Negli ultimi anni, abbiamo già organizzato numerosi incontri per stilare rapporti di interesse per vari enti locali, e pensiamo che una sede stabile potrebbe rafforzare questo dialogo.

3. COSTITUZIONE DI UN'ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI SCOPO (essenziale per la cura, la promozione e la valorizzazione del territorio e per l'aiuto ai bisognosi)

Infine, vorremmo discutere la creazione di un'associazione temporanea di scopo che possa fungere da contenitore riconosciuto dagli enti locali, con l'obiettivo di unire sotto un'unica voce le diverse realtà attive sul territorio. Abbiamo già un archivio di circa 1.600 contatti di persone e associazioni che hanno collaborato con noi negli ultimi 15 anni, e crediamo che una tale iniziativa possa consolidare e ampliare la rete di collaborazione sul territorio.

lo scopo dell'associazione: Creare una rete che colleghi tutte le associazioni e le imprese operanti sul territorio dell'Appennino bolognese e che siano disponibili ad operare in vista di una piena valorizzazione del territorio stesso sul piano turistico, su quello della valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale e su quello del consolidamento delle reti di solidarietà che possano portare aiuto alle persone bisognose o con diverse forme di fragilità. Particolare attenzione verrà dedicata alla valorizzazione dei prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato che costituiscono la specificità e parte della ricchezza del nostro Appennino. 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Inutili e istituzionalizzati

Anonimo ha detto...

Diverse buone idee, malgrado qualche ingenuita'. Vale la pena che la politica le prenda in considerazione.

Anonimo ha detto...

Questi danno i numeri, fanno i tecnici ma non sanno niente, cosa si dovrebbe fare? Arare i terreni spostare il terreno per svariati centimetri per fare gonfiare la terra di pioggia? Forse in Tunisia, da noi la terra gonfia d'acqua si trasforma in frana, non sanno di cosa parlano e hanno un atavico assoluto bisogno di Regione, Comune, Città metro, e di qualsiasi altro ente nemico dell'agricoltura esistente sull'orbita terraquea.