mercoledì 30 settembre 2020

Lagune non dimenticherà 'Mario dla Masca'

Mario Verati

E' deceduto, dopo una lunga degenza, il lagunese Mario Verati, meglio conosciuto come 'Mario dla Masca' (Mario della Mosca). Mosca è il toponimo del fondo dove risiedeva quale coltivatore diretto. Aveva 96 anni.

Una vita particolare la sua, istintiva, interamente dedicata alla famiglia e al lavoro, basata sulla sua grande forza, maturata nel costante sforzo di strappare il necessario a una terra severa e impegnativa come quella dell'Appennino. E nessuno ormai crede, e lo ritiene una frottola, al racconto della sfida di cui fu protagonista negli anni '60, quando ancora la giovinezza lo assisteva: trasportò sulle spalle un quintale di grano da Codivilla, il centro frazionario di Lagune, fino a Sasso Marconi, scommettendo il grano di cui era caricato. 

Il tutto era nato in una serata di primavera all'osteria di Codivilla, dove i racconti fiabeschi, annaffiati dal vino, non mancavano. In una di queste narrazioni, Mario, figura esile, magra, con la sua vocina flebile, dichiarò candidamente, indicando un sacco di grano all'ingresso della cucina dell'osteria, “ quello io lo porto da qui al Borgo se dopo è mio”. 

I presenti accolsero la sfida ed iniziò quindi un intenso lavoro di preparazione. Agli increduli si aggiunsero anche i divertiti, poiché quell'affermazione che si sparse rapidamente fino a raggiungere il centro di Sasso, non poteva che essere stata pronunciata da un 'millantatore sbruffone'. Così Mario, alla presenza di parecchi testimoni tra cui anche il vicesindaco Attilio Mazzini, 'Titti', che seguiva il corteo in macchina, si caricò il quintale sulle spalle e passo dopo passo raggiunse il Borgo fermandosi una sola volta perchè scivolò sulla ghiaia della comunale ( l'accordo concedeva tre soste). 

Giunto a Sasso Marconi, dopo 5 chilometri di camminata con un carico superiore al suo peso e davanti ai presenti, basiti per quella impresa, dichiarò: “ Adesso, per un altro quintale di grano sono pronto a riportarlo a Lagune” . Nessuno a quel punto azzardò raccogliere la seconda sfida. 

Fra i testimoni dell'accaduto c'ero anch'io, bambino lagunese, e ricordo perfettamente le luci lente che percorrevano la comunale di fronte a casa mia. Chiesi il perchè di quel procedere lento e mi fu spiegato che era l'auto degli scommettitori che seguiva il lento procedere di Mario con il quintale di grano addosso, per verificare che non avvenissero imbrogli. Dovettero invece constatare a loro spese che quel piccolo uomo 'non raccontava balle'.

Anni più tardi, in una intervista, chiesi a Mario il perchè di tanta fatica per un solo quintale di grano. E lui rispose. “ Allora un quintale di grano costava 6.500 lire e io lavoravo da 'bur a bur' ( dall'alba al tramonto) per 1.000 lire”. Insomma quel quintale era il lavoro di una settimana. Il tempo era passato ma il prezzo del grano non era mutato nonostante la forte inflazione dell'epoca e ciò rendeva ancora meno credibile il racconto.

Oggi, accompagnando Mario nell'ultimo viaggio ripensavo a quel viaggio d'altri tempi e a quella vita povera e piena di fatiche che ci condusse ai successi economici degli anni seguenti.

Mario è stato uno degli ultimi testimoni di una grande generazione.

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Commovente !
Queste storie andrebbero raccontate ai bimbi delle elementari e medie alla stregua delle
favole di Esopo.