sabato 22 agosto 2009

Gli ungulati tengono banco


Romano Zunarelli scrive a Dante Franchi.

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Vado, 20 agosto 2009

Carissimo Dante Franchi

Vedo (e non è mai troppo tardi) che ti sei finalmente ricreduto sull’annosa questione dei cinghiali ed ungulati in genere.

E’ chiaro: questi ungulati ce li dobbiamo proprio levare dagli zibedei, come dici in altre parole anche tu sul blog di Fabbriani in risposta al Segretario provinciale del PD intervenuto alla Festa dell’Unità a Pian di Setta.

Ma, vedi, quando tu la pensavi diversamente io nel frattempo protestavo invece addirittura con lo sciopero della fame davanti al municipio di Marzabotto (I° maggio 2003). Ricordi?

E allora ti chiedo: non sarà il caso che anche tu, da quel navigato politico che sei, ti inserisca ora con la tua opera fattiva a favore dei contadini da troppo tempo scandalosamente scippati del loro raccolto? Ciò che, fra l’altro, favorirebbe, come tutti sappiamo, anche l’economia della nostra montagna a favore dell’intera comunità nazionale?

Appennino mio, di quante cose hai bisogno!

Vogliamo citare le tante terre abbandonate ed incolte che attendono il ritorno di braccia purtroppo fuggite ormai sotto la sferza di politiche ottuse?

Vogliamo parlare dell’autentica ‘diserzione’ perpetrata in proposito dalle Comunità Montane sorte per la salvaguardia del territorio e rivelatesi purtroppo solo in un improduttivo ‘poltronificio’?

Robin Hood dove sei?

Vogliamo tutti, in una sola parola, innamorarci ancora della nostra terra e delle nostre origini?

Romano Zunarelli

1 commento:

Dante Franchi ha detto...

Non so dove tu abbia letto o cosa ti possa far pensare che io abbia cambiato opinione sul problema ungulati.
Se c'è qualcosa da ricordare sta unicamente nel fatto che io ho organizzato la prima assemblea pubblica nella sala municipale di Marzabotto molti ma molti anni fa, proprio per contestare quel Piano venatorio provinciale che abbassò la linea rossa, ampliando ancora il terrtorio entro cui questi ungulati sarebbero poi stati tollerati.
Sno perciò io che ti invito a ricordare.
Se lo farai con onestà ti accorgerai che io non ho nulla da rivedere almeno su questo tema.
Semmai posso cogliere l'occasione per evidenziare come neppure le modalità con cui hai portato avanti tu questa lotta, per quanto più eclatanti ed urlate, non abbiano fino ad oggi prodotto il risultato sperato.
Non so perciò chi sia chiamato a rivedere le proprie modalità.
Io continuo a pensare che siano troppi come ho sempre fatto.