mercoledì 4 ottobre 2023

Gaggio Montano era già abitato 3000 anni fa.

A Santa Maria Villiana di Gaggio Montano  sono state portate alla luce trecce di una antichissima presenza umana. Ciò conferma che la Valle del Reno è stata da sempre un transito importante transappenninico


di Martina Mari


Nel mese di settembre si è tenuta la prima campagna di scavi archeologici presso il sito protostorico di Monte della Croce presso la frazione di Santa Maria Villiana, nel comune di Gaggio Montano. Gli scavi, a cui hanno partecipato circa venti studenti Unibo, hanno messo in luce strutture abitative e monumentali fortificazioni risalenti alla tarda età del Bronzo (XII-XI sec. a.C.), oltre che reperti diagnostici e di grande pregio, come armi e ornamenti in bronzo, vasellame, utensili in vario materiale e perle d'ambra.

I materiali testimoniano l'importanza del sito e la sua centralità rispetto alle vie di percorrenza transappenniniche durante gli ultimi secoli del secondo millennio a.C.

Dopo una fase di abbandono, l'insediamento fu rioccupato in epoca etrusca (IV-III sec. a.C.) per poi cessare definitivamente.

Il sito era noto già dalla fine dell’800 ma non era mai stato indagato approfonditamente. Nonostante sia stato avviato solo quest’anno, lo scavo di Monte della Croce ha già restituito evidenze eccezionali che integrano il quadro ancora poco noto del popolamento pre-storico in area montana.

Le ricerche sul sito e nel territorio circostante si protrarranno per almeno altri due anni.

Sabato scorso hanno potuto visitarlo la delegata alla Cultura del Comune di Bologna, Elena Di Gioia, e la direttrice dei musei civici cittadini, Eva Degl’Innocenti.

 “È un sito interessante - spiega il vicesindaco di Gaggio Montano Maurizio Malavolti. - Ci sono già scuole del territorio che sarebbero interessate alla visita. Come Comune abbiamo sposato l'idea fin da subito e abbiamo raccolto le liberatorie dei proprietari dei terreni su cui insistono gli scavi. Avremmo piacere che i reperti rinvenuti, che devono essere studiati, possano nel futuro prossimo essere visibili e ci daremo da fare per mantenerli in esposizione. Diamo tutta la disponibilità affinché il progetto proceda”.

Le ricerche sono dirette dal Prof. Claudio Cavazzuti e codirette dal Prof. Cristiano Putzolu, entrambi archeologi del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna.

Girati inoltre  un paio di video.  Accessibili  a  questo link: 







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