Di
Valerio Giusti
Comitato
per la Ferrovia Porrettana
Da
due settimane stiamo subendo l’interruzione della linea ferroviaria
a causa della frana di Marano che costringe ad un trasbordo in
autobus nel tratto Riola-Porretta che implica disagi e un aumento di
oltre 20 minuti dei tempi di percorrenza. Oltre 3 ore quotidiane di
viaggio sono davvero troppe per i lavoratori e studenti di Porretta.
Senza
contare che aumentano le situazioni “collaterali” di disagio, non
meno importanti, come quelle che hanno visto un ritardo aggiuntivo di
ulteriori 20 minuti nella giornata di sabato a causa di “un guasto
dell’infrastruttura a Pioppe di Salvaro”: oltre 200 minuti per
andare e tornare da Bologna. Una follia non più tollerabile.
Durante
questa emergenza occorre uno sforzo doppio di Rfi, Trenitalia e Tper
per evitare il ripetersi di questi enormi disservizi attraverso una
cura e manutenzione particolare dei mezzi utilizzati e degli impianti
di terra. A queste condizioni, chi se lo può permettere, ha già
abbandonato il treno e utilizza l’auto con enorme aumento di costi
ed inquinamento e la beffa di aver già pagato un abbonamento
inservibile.
Tra
i primi a pagare il prezzo più alto sono i pendolari che per
rientrare a casa sull’Appennino tosco-emiliano devono prendere le
coincidenze per Pracchia e Pistoia. L’ultimo treno serale parte
alle 18:24 mentre il bus sostitutivo arriva a Porretta alle 18:35.
Appare evidente che se non si riesce a posticipare la partenza del
treno per Pistoia di almeno 15 minuti, chi ha fatto l’abbonamento
pensando di utilizzare quel servizio ferroviario, oggi deve prendere
l’auto o pagarsi l’albergo. Trenitalia ci ha risposto che non può
intervenire con la gestione del tratto verso Pistoia.
Ci
auguriamo che Regione e Sindaci riescano ad intervenire sulla
FS-burocrazia per risolvere questa situazione che è indegna e poco
compatibile di un paese civile, così come ci piacerebbe capire a chi
sia venuto in mente di togliere Porretta Terme dai tabelloni di
Bologna per scrivere Riola. Alcuni malcapitati viaggiatori
occasionali provenienti da Milano hanno preso il taxi perché
credevano che il treno non ci fosse più. Già la situazione è
brutta se poi qualcuno s’inventa queste assurdità, non se ne viene
fuori per davvero.
In
questa fase di grave emergenza, invitiamo tutti gli operatori ad una
maggiore attenzione ma, prima di tutto, i cittadini della Valle del
Reno hanno bisogno di tempi certi per realizzare i lavori di messa in
sicurezza dell’argine che protegge i binari e permettere la
riapertura in sicurezza della linea ferroviaria.
Nel
mese di agosto avremo una nuova interruzione, della durata di almeno
un paio di settimane, per il ripristino del secondo binario a Vergato
e, anche in questo caso, sarà necessario coniugare al meglio
interventi e gestione dei servizi sostitutivi.
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