La media provinciale è di 25.083 euro. Bene la città, arranca la montagna. E a Monte San Pietro si festeggia il reddito medio più alto della provincia
BOLOGNA
- La maggior parte dei comuni cresce, ma un gruppo ridotto scende
avvitandosi in una crisi che sembra non avere fine. Il database dei
redditi pubblicato nei giorni scorsi dal ministero dell’Economia e
delle finanze tratteggia una provincia che annovera i redditi medi
tra i più alti in Italia e in crescita, ma una montagna che continua
a perdere terreno.
La classifica
I
dati sono basati sulle dichiarazioni 2017 (su redditi 2016). In testa
alla classifica dei 55 comuni del Bolognese ci sono i soliti noti, ma
con una rivoluzione in testa: Monte San Pietro è il municipio più
ricco della provincia, con una media di 29.518 euro a contribuente.
Media che si ottiene dividendo il reddito complessivo (quindi la
somma delle entrate per le varie fasce di reddito) per il numero dei
contribuenti censiti dal Mef. I dati differiscono lievemente dalle
cifre pubblicate dal ministero (seguendo questo metodo
l’Emilia-Romagna si attesta a 22.736 euro, mentre per il Mef la
nostra regione ha un reddito medio di 23.020), ma il trend non
cambia: Monte San Pietro è cresciuta in un anno del 12,5%, un boom
inaspettato e lontano da ciò che è successo nel resto del
territorio. Ed è passata in testa superando in un colpo San Lazzaro,
Bologna e Sasso Marconi, che la seguono con redditi medi
rispettivamente di 28.435 euro (+1,15%), 27.127 euro (+1%) e 26.637
euro (+0,57%). Complessivamente in provincia il reddito medio è di
25.083 euro, circa 290 in più rispetto al dato delle dichiarazioni
2016. Oltre ai quattro comuni più ricchi, gli altri sopra la media
della Città metropolitana sono Zola Predosa, Pianoro, Castenaso,
Casalecchio di Reno, Granarolo dell’Emilia e Ozzano dell’Emilia.
Ma a parte Zola Predosa e Ozzano, che vedono i redditi medi crescere
intorno al 2% (più 500 euro), per gli altri le variazioni sono più
contenute.
Il caso di Monte San Pietro
A
vedere i propri introiti crescere di più in percentuale è San
Giorgio di Piano, che registra il trend migliore dopo
l’irraggiungibile Monte San Pietro (+3,53%). Ma è sul medio
periodo che si possono valutare meglio i cambiamenti nelle dinamiche
dei redditi, tra chi sale e chi scende. Perché in uno scenario che
anno su anno vede variazioni minime, e che nelle posizioni di testa
registra comunque pochi scossoni, se il paragone è tra il 2012 e il
2016 la situazione è più fluida. C’è chi sale in maniera netta:
Bentivoglio è passata in appena un quadriennio da essere il
ventesimo Comune più ricco della provincia ad essere il
quattordicesimo. Un balzo simile lo fanno Sant’Agata Bolognese, che
passa dal trentaseiesimo al trentesimo posto, e Crevalcore, dal
trentanovesimo (ma il 2012 era l’anno del sisma) al trentunesimo.
Lo scenario però non è tutto rose e fiori. E ci sono anche municipi
che tra il 2015 e il 2016 si sono impoveriti. Potrebbero sembrare
eccezioni, ma riflettono tutte le difficoltà di ampie parti della
provincia per cui la campana della ripresa non ha suonato.
I comuni in calo
Minerbio
e Malalbergo hanno visto flessioni minime (meno 0,2% e meno 0,3%),
mentre in montagna il 2016 è stato un anno da dimenticare. I cinque
Comuni in cui il calo è stato più pesante sono tutti in Appennino.
A partire da Gaggio Montano: nell’anno in cui si è chiusa (con 243
licenziamenti) la vertenza Saeco i contribuenti hanno perso lo 0,59%
del loro reddito, vale a dire 120 euro a testa. A Castiglione dei
Pepoli gli introiti sono calati dello 0,7%, meno 130 euro. Il «rosso»
si fa più marcato a Lizzano in Belvedere, dove la recessione è
stata dello 0,98% (meno 190 euro). A Monghidoro, nei mesi in cui i
dipendenti della Stampi Group presidiavano i cancelli della fabbrica
per avere i loro stipendi, i redditi medi calavano di 200 euro. Fino
ad arrivare ad Alto Reno Terme, la città della Demm, i cui quasi 200
lavoratori sono in cassa integrazione: nel 2017 i residenti di
Porretta e Granaglione dichiaravano mediamente 21.386 euro, l’1,62%
in meno dell’anno prima. Significa una perdita di 350 euro
all’anno, un euro al giorno.
Provincia a due velocità
A
testimoniare una provincia che viaggia a due velocità: alta nei
vagoni di testa, molto più bassa — se non in retromarcia — nelle
retrovie, dove si registrano numeri anche sensibilmente più bassi
del resto d’Italia. Con qualche eccezione. Castel del Rio,
storicamente il Comune con i redditi più bassi del territorio,
registra nel 2016 una media di 17.923 euro: sempre il dato peggiore,
ma con una crescita del 2,37%.
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