venerdì 4 dicembre 2015

I sindaci della montagna bolognese non si arrendono e chiedono l’intervento del ministero: la Saeco deve rimanere a Gaggio Montano.



Dopo che il tavolo allestito in Regione Emilia-Romagna si è concluso senza spiragli positivi per i lavoratori dello stabilimento di Gaggio Montano, i sindaci dell’Unione dell’Appennino Bolognese e dell’Unione dell’Alto Reno si appellano al governo centrale.

Il Comunicato uscito questa mattina riporta:

Hanno sfilato al fianco di lavoratori, commercianti, studenti, cittadini scesi in piazza contro la volontà dei vertici della Philips di licenziare 243 lavoratori dello stabilimento di Gaggio Montano; hanno manifestato tutta la loro solidarietà nei confronti delle famiglie coinvolte; hanno fatto quanto in loro potere per far cambiare idea al management della multinazionale: adesso i sindaci della montagna chiedono l’intervento del governo centrale per cercare di evitare una drammatica conclusione alla crisi della Saeco.
I sindaci dei comuni dell’Unione dell’Appennino Bolognese e quelli dell’Unione dell’Alto Reno, preso atto che durante l’incontro in regione la direzione dello stabilimento ha ribadito la volontà di dichiarare in esubero 243 lavoratori senza minimamente accogliere le proposte della controparte, hanno infatti dichiarato che

"L’eventualità che la multinazionale Philips mantenga la volontà di ridurre drasticamente il personale è di una gravità inaudita, considerando sia il numero dei lavoratori coinvolti, sia il fatto che sia stata prospettata senza alcun preavviso. Non è stato presentato un piano industriale chiaro, né tanto meno ci risulta che il settore viva un momento di crisi tale da giustificare una riduzione così imponente della forza lavoro. Chiediamo pertanto con forza l’intervento dei ministeri competenti perché il rischio che si prospetta è l’ennesimo trasferimento all’estero di marchi, saperi, competenze italiane. La Saeco è un’azienda nata a Gaggio Montano e a Gaggio deve rimanere".

I sindaci sottolineano poi che non sono solo i lavoratori in esubero a essere colpiti da questa decisione, ma tutta la montagna bolognese. La presenza della Saeco è fondamentale per l’indotto, per le attività produttive e commerciali della zona, ma anche soprattutto perché rappresenta un simbolo, quello dell'imprenditoria in montagna. Il governo deve intervenire perché il suo smantellamento vorrebbe dire abbandonare le zone più disagiate al loro destino, lasciando intendere che in montagna non si può produrre e contribuendo ad una crisi economica, strutturale e demografica che è già purtroppo sotto gli occhi di tutti.


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