venerdì 5 settembre 2014

REGIONE: PIU’ INCENERITORI, MENO SANITA’. UN’ALTRA CHIUSURA SULL’APPENNINO


Andrea Defranceschi ( nella foto), Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, ha inviato un comunicato nel quale annuncia la chiusura del laboratorio di ginecologia di Vado a Monzuno e accusa la Regione di voler affossare il sistema sanitario della montagna.
Defranceschi scrive infatti: .  

“E a proposito di programmi di governo: continuiamo a smembrare la sanità pubblica. E’ di nuovo il già disastrato distretto dell’Appennino bolognese a perdere altri pezzi: dopo la chiusura del reparto di maternità dell’Ospedale di Porretta, non poteva che seguire l’ambulatorio di ginecologia a Vado di Monzuno.
Servizi erogati (il giovedì dalle 9 alle 12): visita ginecologia per controllo, visita ostetrica per controllo, training prenatale, tamponamento ostetrico, rimozione dispositivo contraccettivo intrauterino, inserzione pessario vaginale, inserzione diaframma vaginale, inserzione I.U.D.
Ma d’altra parte, a cosa servono queste cose alle donne di montagna, giusto?
Senza vergogna. Più inceneritori e meno sanità: tutto fila, infondo. I primi portano soldi (per le multi-utilities), la seconda ne richiede (per i cittadini). Renzi non rottama: incenerisce.
Abbiamo chiamato l'Ausl e l'operatore ci ha confermato che il servizio sarà soppresso ufficialmente a novembre. Ma di fatto già da ora bisogna rivolgersi altrove, poiché le visite sono già state tutte prenotate. Fanno così. Riducono il servizio, così nel tempo calano i numeri che vi accedono, e alla fine loro possono portare, come testimonianza della necessità di sopprimere il servizio, il fatto che: “non c'è affluenza sufficiente per mantenere il servizio".  E il gioco è fatto.
La cosa “buffa” è che già nel verbale del distretto di novembre 2013 si accenna a questa riorganizzazione dei servizi, ma nessuno ha mai sentito l'amministrazione dare questa informazione alla cittadinanza.
In campagna elettorale, il sindaco Mastacchi si è molto vantato di avere la "convenzione" per la realizzazione della casa della salute di Vado. Tutt'oggi gli abitanti non hanno date sicure di realizzazione, e naturalmente, il sindaco si è ben guardato dal dire che, se mai si farà, per la ginecologia non ci sarà posto.

Il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi ( nella foto), che ricopre da poco tempo anche il ruolo di presidente del Distretto Sanitario di riferimento, conferma la notizia della prossima chiusura del ambulatorio e precisa: “La chiusura sancisce nella sostanza una situazione di fatto: l’ambulatorio era poco frequentato e chi necessitava del servizio si rivolgeva ormai altrove, principalmente a Bologna.  Voglio chiarire poi che si tratta, per le ragioni appena descritte, di una logica riorganizzazione del servizio sanitario in montagna. La chiusura è  propedeutica all’accelerazione dell’iter per la ‘Casa della salute’ a Monzuno, la cui prossima realizzazione sarà la miglior prova che l’organizzazione sanitaria del distretto si ottimizza, non si smantella”. Il primo cittadino ha poi concluso sottolineando l’intenzione dell’amministrazione di non desistere dall’impegno per la realizzazione della ‘casa della salute’, concretizzato anche dalla recente comunicazione inviata dall’assessore di competenza ai dirigenti dell’Asl.  



5 commenti:

Anonimo ha detto...

il problema è concettuale.se la sanità è considerata un azienda allora questi supermanager pubblici che escono dalle stesse scuole dei supermanager privati non possono che ragionare nello stesso (discutibile)modo,ovvero più chiudo piu prendo premi.
ma qui non si tratta di produttivita si tratta di salute.

Anonimo ha detto...

La chiusura è la logica conseguenza di:
-pensionamento di ostetrica non sostituita
-politica dell'amministrazione comunale che in questi anni ha favorito i privati (vedi "poliambulatorio privato in locali pubblici a Vado) anzichè premere per un miglioramento del servizio pubblico.
Ci si sveglia sempre, purtroppo, quando i giochi sono già fatti.

Anonimo ha detto...

Il sindaco dice " La chiusura è  propedeutica all’accelerazione dell’iter per la ‘Casa della salute’ a Monzuno, la cui prossima realizzazione "

L' assessore due giorni prima diceva "la chiusura dei servizia sia un' operaziome che preannuncia la decisiome di NON realizzare la tanto agognata ed indispensabile " casa della salute"

Ma i due si parlano?? Perchè il sindaco da per certa la casa della salute e l' assessore ne dubita ??

giuseppe bonantini di Tole' ha detto...

Questi comunque i loro giochi politici e le loro scelte le fanno sempre e comunque sulla pelle dei cittadini e a discapito dell'efficenza socio sanitaria della montagna.Il Sindaco di Monzuno Marco Mastacchi nonche' Presidente del Distretto Sanitario se dovesse caso mai avere dei dubbi su come muoversi, puo' sempre chiedere consigli alla Signora Focci che prima di lui ha ricoperto tale incarico con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.Non vorrei,anche se la cosa e' abbastanza improbabile che fossimo caduti dalla padella alle braci.

Anonimo ha detto...

Caro dott. Defranceschi,
un piccolo appunto su un particolare del suo intervento, per altri versi anche condivisibile.
L'equazione "inceneritore=soldi per le multiutilities pubbliche" (cioe' da noi per Hera) e' incompleta. Sistemi oggi molto di moda fanno guadagnare altrettanto a palate i professionisti della differenziata e il sistema piu' sicuro e' il porta a porta "spinto", dove la raccolta e' fatta INTERAMENTE A MANO, con i costi spropositati che lei puo' chiedere ed ottenere dalla giunta regionale. Per questo il pap integrale piace cosi' tanto agli amministratori dei comuni che gia' stanno con Hera (e che poi in Hera vengono spesso riciclati, visto che in azienda c'e' il know-how). E col pap integrale, glielo assicuro, si vive malissimo.
Grazie comunque per quello che fa,

Linda Civita
rifiutarsibene.blogspot.it