Scavi in piazza VIII Agosto: resti
edificio villanoviano a struttura
lignea.
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La Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna informa:
Oggi, sabato
11 gennaio e sabato prossimo 18 gennaio, alle 16, al Museo Civico Archeologico di Via dell'Archiginnasio 2 di Bologna, si
terranno due
conferenze nelle quali Jacopo Ortalli illustrerà le novità che i recenti scavi in
Piazza Azzarita e Piazza VIII Agosto hanno rivelato sulla formazione di una
città, la Felsina etrusca, destinata a dominare l'Etruria Padana. Non mancheranno
le sorprese.
Ingresso
libero
L’incontro
di oggi, sabato 11, ha per tema ‘Archeologia della
prima Felsina: la nascita di una grande città’.
L'incontro è
introdotto da Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni
Archeologici dell'Emilia-Romagna, e Paola Giovetti, Direttrice del Museo
Civico Archeologico di Bologna
L’incontro
di sabato 18, verterà su ‘Archeologia della prima
Felsina: il populus bolognese e i luoghi della politica in età villanoviana’.
Sappiamo
davvero così poco del passato etrusco di Bologna? Possiamo ricostruire il
processo di sviluppo della città, dall’iniziale agglomerato di capanne alla
Felsina vera e propria, anche in assenza di fonti scritte?
A queste e
altre domande dà una risposta Jacopo
Ortalli, professore di Archeologia Classica allUniversità di Ferrara, con due conferenze che fanno luce
su un momento molto importante per la formazione di Felsina, quel periodo a
cavallo dell’VIII sec. a.C. in cui si pongono le basi della costruzione di una
città destinata a essere per secoli il centro dominante dell’Etruria padana.
Gli incontri
illustrano il quadro ricostruttivo che emerge dall’analisi e dal raccordo di
numerosi dati raccolti sul campo negli ultimi
15 anni di indagini archeologiche, relativamente all’abitato di età
villanoviana e orientalizzante.
In qualità
di funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell'Emilia-Romagna, Ortalli ha diretto gli scavi effettuati in piazza Azzarita (1996) e in piazza VIII Agosto
(1998-1999) in occasione della costruzione di due grandi parcheggi
sotterranei, scavi che si sono rivelati fondamentali per ricostruire alcuni
aspetti dell’originario stanziamento felsineo.
I risultati
di queste indagini, già presentati alla comunità scientifica con convegni e
pubblicazioni, vengono ora proposti ad un più vasto pubblico. La ricca
documentazione archeologica che da tempo si possiede su Bologna di età
villanoviana e orientalizzante è costituita soprattutto da migliaia di corredi
tombali, parte dei quali esposti al Museo Civico Archeologico di Bologna. Ma se
questi materiali consentono di ricostruire levoluzione culturale, sociale ed
economica della primitiva comunità felsinea, molto meno chiara è invece l’articolazione
spaziale e strutturale del centro abitato, abitualmente definito come un grande
agglomerato di capanne di tipo protourbano.
Gli scavi più
recenti hanno finalmente restituito unimmagine diversa e più precisa dell’organizzazione
dell’abitato, decisamente evoluta e articolata, con infrastrutture e complessi
pubblici di grande impegno costruttivo che Ortalli non esita a definire monumentali nonostante
l’utilizzo di materiale ligneo che, per l’intrinseca deperibilità, ha lasciato
scarsissime tracce sul terreno.
Il quadro emerso dalle ricerche inserisce ora la prima
Felsina nel novero di quei grandi centri, quali Roma e
Tarquinia, che durante l’VIII secolo a.C. contribuirono alla nascita della
città in Italia.
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