martedì 27 agosto 2013

Impossibile 'digerire' la perdita della stazione radio marconiana di Budrio.


Di Elio Antonucci  
(elio@antonucci.it)  

La differenza fra noi e i popoli civili: noi distruggiamo una storica  stazione radio di Marconiana memoria per farci un supermercato di cui  nessuno sentiva il bisogno.
 Gli svedesi conservano religiosamente questa stazione radio e, per giunta, sono riusciti a farla dichiarare dall'UNESCO  ‘patrimonio dell'umanità’.

In Italia l’inciviltà portata a ‘ elemento istituzionale ’.

http://youtu.be/-S6gXmElHoI




2 commenti:

Cesare Zecca ha detto...

L'assalto da parte di speculatori, palazzinari, assessori, parassiti edilocrati, sindaci, il_popolo_che_reclama_più_tutto_per_tutti, cavatori, cementificatori, asfaltatori, Grande Distribuzione Organizzata, magnaccia del territorio e degli apologeti necrofili de La Crescita, al primo bene comune che è ambiente e paesaggio e storia e cultura è il risultato di questa pseudodemocrazia demagogica in cui la stessa filosofia del diritto favorisce chi fa (disastri, crimini, scempi), in genere pochi, a scapito di chi subisce (in genere molti, tutti gli altri).

Questo orrendo misfatto di distruzione edilizia del patrimonio comune (in questo caso marconiano) ancora una volta non è affatto un'eccezione ma una sola occorrenza di un pattern nefasto che anche altrove non risparmia il peggio, come nel caso di questo nuovo, indispensabile resort (re.. ché?!) lussuoso a far scempio dell'ermo colle.

Dimmi come tratti il tuo patrimonio storico, naturale, paesaggistico, e ti dirò che popolo sei.

Anonimo ha detto...

E a Sasso gli stalinisti godono.