Nel 2010 il consumo dei prodotti ortofrutticoli è diminuito di oltre l’1,2 %. Ciò comporta che, mediamente, ogni famiglia bolognese ha acquistato circa 11 chilogrammi in meno di prodotti ‘verdi’.
La rivelazione statistica è di Pietro Sabbioni (nella foto), componente della direzione CIA (Confederazione italiana agricoltori) bolognese che non nasconde la sua sorpresa. “E’ decisamente un controsenso che, mentre sono in aumento i problemi legati al sovrappeso ed all’obesità, a partire da quella infantile, nel nostro paese cala l’utilizzo di prodotti ortofrutticoli, che invece rappresentano uno degli strumenti più efficaci per combattere patologie e disfunzioni nutrizionali”, commenta ancora Sabbioni che aggiunge: “ Il basso consumo di alimenti ortofrutticoli non dipende dai prezzi al dettaglio, che sono rimasti più o meno stabili, ma da cattive abitudini alimentari”.
“La stagnazione dei consumi di ortofrutta è un dato che deve preoccupare non solo per i riflessi negativi sui redditi dei produttori agricoli, ma soprattutto per gli stili di vita alimentari che si stanno affermando. E’ noto e risaputo che il consumo di frutta e verdura, rigorosamente di stagione, costituisce un ottimo elemento atto a scongiurare malattie e problematiche relative alla salute delle persone”, ribadisce il presidente del forum agroalimentare PD, Gianni Guagliumi (nella foto). “I progetti di educazione alimentare sviluppati nelle scuole a cura del Mipaaf rappresentano un buon investimento soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, ma ciò non basta a scongiurare un trend che testimonia l’affermarsi tra i consumatori di abitudini dai risvolti a dir poco contraddittori. Da un lato assistiamo ad un incremento degli acquisti fatti direttamente “in loco” presso i produttori agricoli nel segno di una consapevole ricerca della qualità, da un altro lato le politiche delle promozioni sottocosto adottate dalla grande distribuzione non hanno sortito gli effetti sperati.
L’agricoltura bolognese ha in sé le caratteristiche produttive e qualitative per affermarsi sempre più come un comparto significativo dell’economia del territorio, a patto che le politiche messe in campo valorizzino sempre più la distintività e la peculiarità delle nostre produzioni ortofrutticole che, nel loro susseguirsi stagionale, possono costituire una valida difesa di abitudini alimentari virtuose e salutistiche”.
Il tema è stato partato all’attenzione anche dei produttori che commentano la cosa in questo modo: “Non c’è niente di meglio che mangiare un frutto raccolto direttamente dalla pianta,” ricorda Giacomo Guidi(nella foto) produttore di ciliegie. “E’ poi il massimo accoppiare il frutto con un po’ di pane casereccio”.
La coltivatrice diretta Patrizia Bertuzzi (nella foto) aggiunge: “Occorre assolutamente mangiare frutta e verdura di stagione, maturata naturalmente e coltivata in modo tradizionale”.
L’esperto agroalimentare Carlo Marchesi (nella foto) precisa poi. “Al consumo di frutta e verdura andrebbe poi aggiunta una buona attività motoria”.
1 commento:
Una cosa che non è stata detta è che la frutta e la verdura, non solo sono più salutari, ma sono anche più ecologiche, specialmente se della zona.
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