I marroni biondi dell’Appennino bolognese si potranno trovare ogni fine settimana, fino a quello del 30-31 ottobre, al ‘Futa Point’ del Consorzio Castanicoltori, a Monghidoro . Il neo presidente Renzo Panzacchi ricorda che lo spaccio offre tutta la gamma dei prodotti di stagione dell’Appennino oltre a diversi cibi lavorati come le varianti ottenute con la farina di castagne. Il Consorzio con i prodotti degli associati sarà poi presente all’Arcoveggio il 14 ottobre e in piazza Santo Stefano il 27 e 28 ottobre con caldarroste preparate sul posto nei modi tradizionali. In questo modo gli aderenti all’associazione vogliono contribuire al recupero delle Sette Chiese devolvendo a questo fine l’incasso.
“E’ un’annata generosa. La migliore degli ultimi dieci anni. Corriamo solo il rischio che la quantità di prodotto disponibile abbassi eccessivamente il prezzo. Di ciò potrà avvantaggiarsi il consumatore”. E’ il commento del conduttore di un curatissimo castagneto, Maurizio Musolesi di Monzuno, che ha all’attivo una pubblicazione sulla castanicoltura. “L’andamento climatico è stato ideale: abbondanti precipitazioni nevose, alternanze di sole e piogge significative nei mesi primaverili ed estivi. La pennellata artistica della natura è stata poi la pioggia della prima decade d’agosto che ha confermato il detto ‘Par Santa Maria la castagna la créia’, che rimarca come lo stato dell’ambiente per ‘Santa Maria, il 15 agosto’ decide il raccolto del castagneto. Ad aumentare l’ottimismo dei castanicoltori si aggiunge la conferma che il temuto flagello ‘vespa cinese’ si è dimostrato meno devastante di quello che si temeva. L’insetto, di recente involontaria importazione dalla Cina, non ha in Europa competitori naturali per cui si moltiplica indisturbata e in alcuni casi ha portato gravi disastri nei castagneti. “Stiamo lavorando con il prof. Stefano Maini del Dipartimento di Entomologia dell’Università di Bologna che, insieme al collaboratore dottor Fabrizio Santi, sta guidandoci alla ricerca di un possibile insetto locale che possa essere l’antagonista della vespa cinese. Se lo individueremo lo metteremo all’opera”. Fiduciosi nel buon esito dell’annata i castanicoltori. Giuseppe Atti precisa: “Sono stato fra i primi ad avviare il recupero del castagneto. Ho imparato il mestiere trentacinque anni fa”. Conferma la buona annata Dario Paganelli: “Hanno iniziato a cadere già da diversi giorni. C’è molto scarto, ma anche una buona quantità di ottima pezzatura”. Nello Fanti sottolinea il buon rapporto che la sua famiglia ha sempre avuto con il castagneto: “ Mi occupo del castagneto che prima è stato di mio nonno e poi di mio padre. Ormai è parte della famiglia”. Anche Nello Fanti ha un rapporto famigliare con il castagneto. “Ho fatto il fabbro, ma non ho mai trascurato il castagneto. L’ho ereditato da mio padre. Mi sono innamorato sempre più di questa coltura e l’ho ampliata”. Antonio Mastacchi possiede due ettari e mezzo di castagneto e mette l’accento sui furti di marroni che, a suo dire, rappresentano il vero flagello per gli agricoltori. “I furbetti che vengono a raccogliere di nascosto quando il proprietario è impegnato in una porzione diversa del castagneto non mancano mai. Servirebbero leggi più severe che tutelino il produttore”.
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