Il Comando Provinciale Carabinieri Bologna informa:
Oggi, venerdì 9 settembre, l’Ufficio
del pubblico Ministero dott. Antonio GUSTAPANE, ha trasmesso all’Ufficio
Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, la richiesta di
rinvio a giudizio per 11 indagati (6 di cui quattro rappresentanti sindacali
della sigla SI COBAS e gli altri interessati alla gestione di un consorzio di cooperative
operanti in tutta Italia) che, a vario titolo, sono ritenuti responsabili di
dall’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di
corruzione tra privati, estorsione, false fatturazione, false dichiarazioni
sociali, la violazione della legge n.ro 300 del 1970 che regola i rapporti di
lavoro tra società e rappresentanti sindacali; sono stati pure interessati
dalle investigazioni anche alcuni rappresentanti legali di società che si
sarebbero prestati ad emettere fatture relative a operazioni commerciali
inesistenti.
L’attività investigativa ha avuto inizio dall’esito positivo di un’altra
indagine condotta sempre dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di
San Giovanni in Persiceto, al termine della quale sono stati eseguiti quattro provvedimenti cautelari personali e
reali per circa 650.000 €; le misure cautelari venivano disposte dal Giudice
per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bologna per estorsione
continuata e la violazione reiterata delle norme sulla legislazione del lavoro.
In pratica, grazie alla collaborazione di una delle persone colpite da quel
provvedimento, emergeva che gli operai, tutti pakistani, alle sue dipendenze a
fronte del pagamento dello stipendio, erano costretti a restituire oltre il 60
% di quanto percepito. Il datore di lavoro, che sfruttava gli operai con orari
estremamente pesanti, era a sua volta obbligato ad effettuare delle dazioni di
denaro ad alcuni rappresentanti sindacali appartenenti alla sigla sindacale SI
COBAS che, in cambio, avrebbero garantito la pace sindacale.
Le indagini effettuate dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia
Carabinieri di San Giovanni in Persiceto sono durate per diversi mesi, si sono
sviluppate non solo attraverso le attività investigative tradizionali, ma
soprattutto in una costante e difficile opera degli operatori finalizzata a
rompere quel muro di omertà presente tra gli imprenditori del settore della
logistica che, intimoriti dalle possibili ritorsioni, hanno impiegato del tempo
per fidarsi di coloro che stavano tentando di aiutarli. Il loro contributo è
stato altamente determinante. D’altro canto i tempi strettissimi della
logistica obbligavano i diversi imprenditori ad assecondare le richieste più
disparate che venivano loro rivolte dal sindacato SI COBAS, fortemente
rappresentato e presente nel settore, per non subire danni incalcolabili per il
blocco delle attività attraverso le agitazioni sindacali organizzate per
costringere gli impresari a cedere alle richieste avanzate dai sindacati.
Attraverso numerose verifiche effettuate anche con l’acquisizione di una
copiosa mole di dichiarazioni e di documenti, si è delineato un quadro
investigativo assai chiaro che ha sviluppato attraverso l’attento coordinamento
della Procura della Repubblica.
In pratica quattro, tra dirigenti e funzionari dei SI COBAS, erano
beneficiari di denari, benefit, utilità e servizi indebitamente dovuti, da
parte di alcune società compiacenti che attraverso la loro opera si garantivano
gli appalti nel settore della logistica presso numerose società operanti
soprattutto nella zona dell’Interporto di Bologna e CAAB. In taluni casi è
stato anche accertato che qualche sindacalista aveva anche ottenuto
l’assunzione da parte di queste ultime percependo lo stipendio nonostante fosse
permanentemente occupato nell’attività di rappresentanza sindacale. A questo
riguardo è stata contestata la violazione della legge 300/1970 che prevede la
garanzia del mantenimento del posto di lavoro solo per i fini pensionistici per
coloro che ricoprono cariche elettive all’interno della rappresentanza
sindacale, senza però il pagamento della retribuzione mensile. In pratica i
quattro assicuravano la pace sindacale, qualora queste avessero garantito
l’esternalizzazione dei servizi di alcune attività logistiche alle società
compiacenti, poi accertate essere appartenenti ad un unico gruppo economico. In
caso negativo i sindacalisti, attraverso gli iscritti, ponevano in essere delle
proteste adducendo motivazioni irrisorie e/o prive di fondamento, costringendo
le società in questione ad affidare gli appalti alle cooperative compiacenti,
piuttosto che subire danni incalcolabili per il blocco delle attività. Gli
episodi contestati iniziarono dal 2018 sino al 2021 ed hanno interessato 5
società della provincia di Bologna ed operanti anche in campo internazionale.
Nel periodo in esame sono state accertate dazioni indebite di denaro sotto
varie forme per 150.000 € circa e l’utilizzo gratuito da parte dei sindacalisti
di dieci autovetture noleggiate ed anche di grossa cilindrata.
Nessun commento:
Posta un commento