lunedì 19 aprile 2021

Città metropolitana e Regione trovino la sintesi su temi importanti per la provincia. Ne perdono di credibilità

Appello  al Sindaco metropolitano. La correttezza è d'obbligo


di Marta Evangelisti

Consigliere metropolitano del gruppo “Uniti per l’Alternativa”

"Assistiamo sempre più spesso ad una sorta di dualismo tra Città metropolitana e Regione che si concretizza nel riferire poi posizioni e orientamenti diversi, su temi importanti e spesso già decisi, con un rimpallo di responsabilità laddove vi siano degli addebiti.

L’ultimo della serie è il Piano Territoriale Metropolitano, rispetto al quale c’è una grande disinformazione, tanto che qualche consigliere regionale pensa ci sia ancora spazio per le osservazioni, quando lo stesso strumento è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza e, sviluppandosi entro la cornice della legge regionale 24/17, non potrà trovare altre modifiche se non a seguito della revisione, in particolare,  di alcuni articoli di  quella norma. Perché allora non dirlo chiaramente? Forse perché i sindaci, quasi tutti in quota PD, lo hanno votato, anche ammansiti dal quel fondo perequativo di cui chissà se qualcuno percepirà davvero qualche somma?

E così potremo riferire anche per le infrastrutture: la bretella Reno-Setta prima sì poi no, così la bretella Sasso – Pianoro che speriamo invece stavolta trovi epilogo contrario con la redazione dello studio di fattibilità promesso e così per la bretella di Silla, inserita nel PTM, a quando la progettazione?

È possibile aggiungere qualcosa anche in tema di lavoro e turismo in Appennino: prima sì al progetto di Collegamento per il Corno alle Scale, che pareva rientrasse a pieno titolo nel programma di rilancio territoriale, adesso la maggioranza in Regione pare divisa ed è pure stato presentato un ricorso da alcune associazioni. Cosa sta facendo la Città metropolitana con la Regione? E per le Terme di Porretta, davvero l’operazione è fatta? Perché sarebbe tanto opportuno, in quanto le politiche lavorative messe in campo da questo ente e dalla Regione non hanno sortito grandi risultati e la prossima chiusura di MeMo, start up di Gaggio Montano, nata per rimpiegare i lavoratori fuoriusciti di Demm, Saeco e StampiGroup in percorsi di formazione, ne è l’esempio. Non servono contributi a fondo perduto, ma infrastrutture e il riconoscimento di una zona franca fiscale in Appennino.

L’unico vero tema su cui Città metropolitana e Regione trovano la convergenza sono le Unioni: la prima le legittima e le promuove, mentre la seconda rimpingua loro le casse quando sono in difficoltà, salvo poi non investire sulle funzioni veramente essenziali. Non sono più credibili le Unioni, ed i Sindaci, una alla volta, ritirano la gestione di funzioni prima associate e ciò accade in tutte, da quella dell’Appennino Bolognese a Terre di Pianura.

Mi permetto quindi di concludere considerando che Regione e Città metropolitana non sono più credibili sul tema del riordino territoriale e che presto dovranno decidere di ammettere la situazione ed intervenire. Ed infine, facciano sintesi i due enti, sulla scelta dei progetti da valorizzare, sulla scelta dei servizi da potenziare e delle politiche strategiche: ci aspettiamo chiarezza. Cosa deciderete per il collegamento Corno alle Scale, sul PTM sarà rivisto in forza delle modifiche richieste, sì alla bretella di Pianoro e sì alla riapertura dei punti nascita in montagna? Vogliamo risposte chiare e possibilmente univoche: Città metropolitana e Regione parlino la stessa lingua”.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Egregia signora Evangelisti gli studi di fattibilità hanno l'obiettivo di analizzare fattibilità/convenienza/impatto ambientale/costi benefici/disagi/opportunità, in poche e semplici parole si analizzano dati tecnici e di interesse generale che vuol dire di tutti.
Purtroppo la politica entrerà a gamba tesa e spesso cancella il lavoro svolto con obiettivi COMUNI A NOI MORTALI ELETTORI.
Stia buona ed aspetti i risultati della commissione ed eventualmente si scateni portando però fatti concreti a sfavore o a favore delle indagini svolte.
Il suo articolo non ha dato valore aggiunto alla conoscenza dei fatti e nessun indirizzo concreto per lo sviluppo del NOSTRO territorio.