sabato 17 dicembre 2016

Servizi ferroviari: la "Pendolaria 2016" di Legambiente.

Segnalato da Marco

Cresce l'alta velocità ferroviaria mentre i treni per i pendolari diminuiscono. La disparità di trattamento dei servizi è sempre più evidente. Lo riferisce Legambiente lanciando la campagna Pendolaria 2016. Si tratta di un’analisi del trasporto ferroviario pendolare in Italia che viene stilata ogni anno all'entrata in vigore dell'orario invernale.
Maglia nera del servizio di intercity e regionale va alla linea Roma-Ostia Lido, seguita dalla Circumvesuviana mentre al terzo posto si piazza la Reggio Calabria-Taranto.
Complessivamente dal 2010 a oggi, - afferma Legambiente - a seguito della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si possono stimare tagli nel servizio ferroviario regionale pari al 6,5% e negli intercity del 19,7%. Solo in pochissime regioni è aumentato il servizio (il caso migliore è la Provincia di Bolzano), in tutte le altre è stato ridotto o è numericamente rimasto uguale ma con tagli su alcune linee, mentre sono cresciute le tariffe. Non tutti i pendolari sono uguali quindi. Alcuni sono più sfortunati di altri. Sono innanzi tutto quelli delle grandi città, dove i numeri di chi si muove ogni giorno sono enormi, e quelli che tentano di muoversi su linee cosiddette secondarie”.
Il taglio maggiore dei servizi (-26,4%) è stato subito dalla Calabria, seguita da Basilicata (18,9%) e Campania (-15,1%). Impennata delle tariffe in Piemonte (+47,3%), Liguria (+41,24%) e Campania (+36,1%).
Sull'alta velocità l'offerta per la Roma-Milano è cresciuta del 276% dal 2007 mentre sono diminuiti i treni su intercity e regionali in 15 Regioni e sono state aumentate le tariffe in 16 Regioni.
Le dieci linee peggiori indicate da Pendolaria 2016 sono state scelte per qualità del servizio, ritardi e tagli dei treni, capienza ed età dei convogli, disponibilità di orari per i pendolari, condizione delle stazioni. Oltre alle prime tre già indicate, al quarto posto c'è la Messina-Catania-Siracusa, seguita dalla Cremona-Brescia, dalla Pescara-Roma, i collegamenti per Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara dalla Casale Monferrato chiuse a seguito del tagli decisi dalla Regione Piemonte; la tratta Bari-Martina Franca-Taranto si colloca al ottavo posto, al nono la Treviso-Portogruaro e al decimo la Genova-Acqui Terme.
Sono circa 3.300 i treni regionali e hanno un'età media di 17,2 anni (il 69% supera i 15 anni). Anche in questo caso c’è una differenziazione territoriale.
La regione con i treni 'più vecchi' è l'Abruzzo (24,1 anni) seguita da Basilicata (23,3) e Sicilia (23,2).
L'età media dei treni in generale è comunque migliorata rispetto al 2015 (era 18,6) per gli investimenti di alcune Regioni, per i nuovi contratti di servizio con Trenitalia che prevedono la sostituzione di 450 treni e, in alcuni casi, per la dismissione di quelli più vecchi (Puglia e Lombardia). Ma nei prossimi anni, afferma Legambiente, non sono previsti finanziamenti per aumentare i treni e quindi si rischiano ulteriori tagli.

Tabella di “Pendolaria 2016” con taglio servizi e aumento tariffe negli ultimi sei anni (2010-2016).
Regioni     Tot. tagli ai servizi     Tot. aumenti tariffe
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Abruzzo                        -9,8%                       +25,4%
Basilicata                    -18,9%                         -
Pr. Bolzano                          -                           -
Calabria                       -26,4%                       +20%
Campania                  -15,1%                       +36,1%
Em. Romagna              -3,9%                       +19,1%
Friuli V. Giulia             -4,4%                       +14,9%
Lazio                                -                         +15%
Liguria                      -13,8%                       +41,24%
Lombardia                        -                         +30,3%
Marche                       -2,2%                         -
Molise                            -                             +9%
Piemonte                   -8,4%                       +47,3%
Puglia                        -3,6%                       +11,3%
Sardegna                    -1%                         +9%
Sicilia                       -12,1%                       +7,7%
Toscana                    -3,7%                       +24,2%
Pr. Trento                 -3,2%                         -
Umbria                       -3%                         +25%
Valle d'Aosta                    -                           -
Veneto                            -                         +15%
Abruzzo                    -9,8%                       +25,4%




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