domenica 23 marzo 2014

Sasso Marconi. La divisione meccanica della ex Arcotronics è tedesca.



La stampa locale riporta oggi il passaggio alla tedesca Manz   della divisione meccanica della Kemet ( ex Arcotronics) di Sasso Marconi. La bella realtà industriale, che ha avuto fino a oltre 1200 dipendenti nelle tre sedi di Sasso Vergato e Monghidoro garantendo lavoro a tanti residenti della zona, subisce quindi una ulteriore mutilazione, quella del settore che produce macchine automatiche per l’industria elettronica con i suoi attuali 83 occupati.  

Trova così conferma la voce che da diversi giorni dava il passaggio di proprietà del ‘piccolo gioiello di Sasso Marconi ’,  al gruppo tedesco che fra l’altro avrebbe già acquisito lo stabilimento ex Arcotronics di Vergato. Lo stabilimento  di Monghidoro ha perso la produzione di Arcotronics e  cambiato proprietà da tempo. 
 L’ipotesi di compravendita  era già stata annunciata con preoccupazione anche dal capogruppo consiliare di Sasso Libera Marco Veronesi  . Il consigliere allora poneva l’accento anche sull’ennesimo strappo  da parte della multinazionale agli accordi sottoscritti con i sindacati e con gli enti pubblici territoriali. Tali accordi prevedevano il mantenimento nel polo produttivo  Kemet in un nuovo stabilimento  realizzato a Borgonuovo, con oltre 600 posti di lavoro e alla proprietà  veniva accordata una ricca (ora forse non più)  concessione di trasformare in residenziale l’ampio lotto dello stabilimento storico Arcotronics di san Lorenzo a Sasso Marconi. 
Tale trasformazione si era anche concretizzata in un progetto edificatorio di diversi corpi residenziali con numerose decine di appartamenti, presentato e approvato in Consiglio Comunale.  
Quindi una speculazione edilizia in cambio del mantenimento nel comune di Sasso Marconi della produzione ex Arcotronics e di un considerevole numero di posti di lavoro.
Il Comune di Sasso Marconi aveva arricchito la possibilità dell’intervento edificatorio concedendo persino in più  un’area di proprietà comunale.  

Da parte sindacale non si registrano reazioni o commenti all’avvenuto cambio di proprietà. C’è quindi da ritenere che il tutto avviene con l’approvazione del sindacato. 
Rimane comunque difficile da capire come un accordo disdetto in pratica da una parte rimanga invece vincolante per l’altra, poiché il concedente tace.
Stupisce inoltre il silenzio del mondo politico, ad accezione della uscita di Marco Veronesi che rimane un fatto isolato, un sasso buttato nello stagno,non seguito.

C’è poi da chiedersi quale sia il futuro della divisione meccanica: resterà attiva nell’attuale sede ? o quale sarà la sua sorte ?


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Era in corso una delicata trattativa aziendale e sindacale sul futuro di lavoratori e di intere famiglie del nostro territorio e fare politica nel bel mezzo di uno scenario di questo tipo, rischiava di essere molto improduttivo e dannoso; per questo motivo, tenendo costantemente monitorata la situazione, abbiamo aspettato che la trattativa fosse conclusa.
Giocare con la pelle di persone che rischiano di rimanere senza lavoro (e parlo in generale, non nello specifico) non fa parte del nostro modo di fare politica. Per quello che ci riguarda, confidiamo che tutte le parti in causa tengano fede all'accordo e alla delibera che è stata votata a suo tempo dal Consiglio Comunale e non scendiamo nel dettaglio di quello che potremmo fare in caso contrario.
Come minoranza consiliare (e quindi senza contare nulla) riuscimmo, dopo molti sforzi e raccolte di firme davanti alla fabbrica, a portare a Sasso Marconi l'allora Vice-Ministro dell'industria e delle attività produttive, che SBLOCCO la cassa integrazione, permettendo così di salvare centinaia e centinaia di lavoratori e di famiglie che, in caso contrario, si sarebbero trovati, dalla sera alla mattina, senza più un lavoro e senza alcun tipo di sostentamento.
Continueremo quindi a vigilare e far sentire la nostra presenza e vicinanza a tutti gli operai e impiegati della zona.
In fede
Eugenio Salamone

Anonimo ha detto...

La situazione della Kemet e' molto delicata e il futuro dei lavoratori e' a rischio, e' ora che i sindacati alzano la voce e devono iniziare una lotta seria e costruttiva; non come fin d'ora accordi con, sindaci, partiti, e coperative rosse.
Questi inciuci hanno portato la Kemet allo sfacio, ora si prospetta un futuro di cassa integrazione, i lavoratori hanno accettato il piano industriale prima il piano 2008 poi 2011.
E' stata fatta cassa integrazione, turni 3 per 8;gli operai hanno mantenuto gli accordi la kemet no.
Questo gioco lo stanno giocando solo gli americani da oltre oceano.
Mi dispiace che una fabbrica come Arcotronics ora Kemet sia destinata a morire, Grazie sindaci PD,grazie presidenti di regione PD, e ancora grazie ai sindacati deviati alla politica e alle banche .

Anonimo ha detto...

Salamone....aiuto

http://www.comune.sassomarconi.bologna.it/servizi/albopretorianorc/albo_fase02.aspx?ID=9357

Anonimo ha detto...

Mi era sfuggito, quindi ringrazio l'anonimo delle 18:59 per la segnalazione, un bellissimo esempio di cittadinanza attiva. Sono convinto che se tutti tenessero sempre d'occhio l'Albo Pretorio, certe cose (e parlo in generale, perchè sullo specifico mi informo adesso) non verrebbero fatte.
Grazie ancora e alla prossima
Eugenio Salamone