lunedì 13 giugno 2011

DATI DEFINITIVI DEL REFERENDUM


Dati ufficiali relativi al Referendum nel Comune di Marzabotto:

Ha votato il 71,6% degli aventi diritto.

Referendum n°1 (Servizi pubblici locali) : SI 96,06 NO 3,94

Referendum n° 2 (Tariffa servizio idrico) : SI 96,62 NO 3,38

Referendum n° 3 (Energia elettrica nucleare) : SI 95,39 NO 4,61

Referendum n° 4 (Legittimo impedimento) : SI 95,95 NO 4,05



Dati ufficiali relativi al Referendum nel Comune di Sasso Marconi:

Ha votato il 67,24% degli aventi diritto.

Referendum n°1 (Servizi pubblici locali) : SI 94,67 NO 5,33

Referendum n° 2 (Tariffa servizio idrico) : SI 95,12 NO 4,88

Referendum n° 3 (Energia elettrica nucleare) : SI 94,37 NO 5,63

Referendum n° 4 (Legittimo impedimento) : SI 94,93 NO 5,07



3 commenti:

Dante Franchi ha detto...

L'altissima partecipazione al voto referandario unitamente al plebiscito di SI espresso della popolazione delle Province in cui opera HERA, inclusa la nostra, sui due quesiti realtivi alla gestione ed alla possibilità di ricavare profitti dal governo del ciclo dell'acqua, non potrà consentire neppure alle Amministrazioni ed agli Enti di questi territori di far finta che nulla sia successo su questo argomento.

Una strabordante maggioranza di questi Cittadini ha detto con chiarezza che del bene acqua bisogna fare un uso oculato (cosa che oggi HERA non fa) e che sul bene acqua non si possono fare profitti di nessun genere, (cosa che oggi HERA fa).

Se è vero, come è vero, che per il secondo anno consecutivo vengono chiesti aumenti esagerati al costo dell'acqua perchè è calato il consumo in virtù anche di comportamenti virtuosi delle Comunità, è evidente che vi siano moltissime cose da rivedere se si vuole prestare orecchio a ciò che gli elettori hanno indicato.

Con questo voto i Cittadini in carne ed ossa hanno indicato anche con chiarezza (per chi lo vuol sentire) che la rete e il servizio idrico devono essere pubblici.
Anche su questo aspetto nella situazione in cui si trovano oggi le infrastrutture legate al servizio idrico dei "territori HERA" vi è molto ma molto da chiarire.

ps. una domanda? è compatibile con l'indicazione di vietare i profitti sull'acqua il fatto che il nostro gestore (HERA) sia un soggetto quotato in borsa?

Cesare Zecca ha detto...

Considerato quanto osservo nella valle, direi che lo spreco insensato di acqua per anacronistici, kitsch praticelli all'inglese, con innaffiature creative anche in pieno giorno d'estate, lavaggi di terrazze, piscine, orti innaffiati fino al dilavamento, tutti sprechi in spregio alle ordinanze comunali, direi che siamo ancora molto lontani dalla percezione che è necessario RIDURRE i consumi di acqua.
Purtroppo nei numerosi banchetti fatti a sostegno dei referendum, ho avuto la netta percezione che molte persone (e pure alcune forze partitiche) hanno instillato l'idea dell' "abbassare le tariffe" che è la riformulazione del bieco e nefasto "più acqua per tutti" berlusconiano.

Ci deve essere una parte di acqua garantita per nucleo famigliare, (ad esempio 40l al giorno, massimo tre o quattro componenti ovvero 160l max per famiglia al dì) a prezzo equo.
Il resto deve essere fatturato a tariffe pesantissimamente progressive.
Gli aumenti "esagerati" siano spalmati sulla quota dei consumi extra-necessario e possono diventare uno strumento di "sensibilizzazione" ecologica tramite cura dimagrante del portafoglio.
Purtroppo moltissime persone (altra netta sensazione dopo i banchetti) sono sensibili solo al prezzo e non hanno alcuna percezione del valore dell'acqua.

E' necessario quindi attuare politiche ecologiche che sfruttino anche i costi (salati) come attivatori del risparmi e della riduzione dei consumi.

Il Bosca ha detto...

Concordo con l'intervento precedente, moltissimi dei referendari sembravano molto più interessati ad abbassare le tariffe che a difendere il bene comune acqua. Partendo dal presupposto che le tariffe siano oggi congrue a tale difesa, cosa che non sta scritta da nessuna parte.
Inoltre vi è il problema dei costi e delle tariffe. Il gestore del servizio, pubblico o privato che sia, non vende l'acqua, che ha costo zero, ma il servizio. Il servizio che si compone diciamo di manutenzioni, stipendi, investimenti non varia al variare della quantità d'acqua gestita, ma al variare dell'estensione della rete e della qualità del servizio (più qualità più costi). Per cui se l'anno scorso costava 100, per 100 di consumi, quest'anno costerà 100 anche anche se i consumi sono calati a 50. Per cui mentre prima ogni unità di consumi pesava in bolletta 1 l'anno dopo pesa 2. Causando il "paradosso di Franchi", al calare dei consumi aumenta il costo al metro cubo, al diminuire delle dispersioni(percentuali) aumenta il costo al metro cubo (+ manutenzione + costi).
Questo porta gli amministratori politici del servizio a un dramma. Se voglio difendere il bene comune acqua devo fare investimenti e le manutenzioni (anche quando la popolazione cala i consumi e quando c'è la crisi), ma gli investimenti e le manutenzioni costano e dovrei caricarli tutti in bolletta aumentandola, ma se li carico in bolletta perdo voti(posto che l'obbiettivo del politico sia massimizzare il consenso nel breve-medio periodo), per cui vendo e cerco di scaricare sul privato la colpa degli aumenti.
Si potrebbe allora obbiettare che visto che il totale della bolletta non cala(se fai investimenti o miglioramenti aumenta) di anno in anno di usare una tassa, cosa che si fa in molti paesi, sul reddito o sui metri quadri della casa. Ma il grande pregio della bolletta in mc di acqua consumata è che tra due persone che hanno lo stesso reddito premia quella che consuma di meno.