venerdì 22 agosto 2008

DA MARZABOTTO PER LA PACE


Settimana Internazionale di Dialogo a Srebrenica.

Anche Marzabotto ci sarà.

Ci sarà anche una delegazione di Marzabotto, guidata dall’assessore Patrizia Zanasi (nella foto), alla conferenza internazionale compresa nel nutrito programma di incontri organizzato dal 24 al 29 agosto a Srebrenica, città della Bosnia Erzegovina teatro di uno dei più efferati genocidi della guerra nella ex Jugoslavia. Si tratta di una settimana di iniziative ed eventi incontri, visite guidate alla città e ai villaggi limitrofi, workship artistici, teatrali e musicali, che si concluderà appunto con la conferenza internazionale cui parteciperanno personalità da tutta Europa, dal titolo "Da Srebrenica a Bruxelles: l'Europa che vogliamo". Presente anche un gruppo di universitari di Bologna e di Bolzano del Master per ‘operatori di pace e mediatori dei conflitti internazionali’. L’incontro ha anche la finalità di fare il punto della situazione dopo gli interventi a favore della cittadina coinvolta in modo drammatico nel conflitto etnico dell’ex Yugoslavia. La città di Srebrenica, territorio musulmano situato nei pressi dei confini con la Serbia, fu teatro nel 1995 del genocidio di circa 8000 musulmani maschi perpetrato dall’11 al 16 luglio dalle milizie serbo-bosniache . Dopo l’inizio delle ostilità Srebrenica venne dichiarata zona protetta dalla Nazioni Unite. Per questo motivo nel corso della guerra vi si rifugiarono migliaia di cittadini ‘bosnacchi (bosniaci musulmani)’ in fuga dai combattimenti e dalla pulizia etnica. Rapidamente la popolazione della città crebbe da 36.000 a quasi 60.000 abitanti. Nonostante la presenza di un contingente ONU olandese donne e bambini vennero espulsi e gli uomini uccisi. La città subì danni elevatissimi per il passaggio della guerra. Il comune di Marzabotto ha contribuito alla ricostruzione di un pastificio che, oltre a consentire alle 10.000 che oggi vi risiedono di preparare generi di prima necessità, è una occasione di ripresa e occupazione: gli addetti, quasi tutte donne, sono divisi in egual misura fra musulmani e non e l’integrazione sta dando i primi frutti.

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