venerdì 8 agosto 2008

Centrale a Biogas a Lama di Reno


L’ipotesi di un impianto per la produzione a Lama di Reno di energia elettrica tramite una turbina alimentata a biogas ha alimentato un vivace dibattito e ha prodotto due opposte fazioni, i favorevoli e i contrari, che si sono confrontate in un pubblico dibattito tenutosi ieri sera.
Verrà chiesto il parere di esperti per valutare tecnicamente i rischi ambientali.


S’è formato un fronte di residenti a Lama di Reno, per lo più composto da donne, deciso ad opporsi alla installazione di un nuovo impianto a Biogas per la produzione di energia elettrica nell’area industriale della ex cartiera Rizzoli. Ai contrari al Biogas si oppone una seconda cordata che vede nell’arrivo del nuovo impianto l’inizio della riconversione dei 7 ettari lasciati dalla cartiera e destinati ad attività industriali, una possibile ripresa produttiva a Lama di Reno. La funzione del nuovo impianto per la produzione i energia elettrica, che potrà dare lavoro agli ultimi cassintegrati della ex Burgo, sarà quella di rispondere alle richieste di picchi di energia elettrica che si dovessero presentare. Per opporsi alla nuova iniziativa è stata attuata una raccolta di firme che ha avuto numerose adesioni. Giovedì sera in una assemblea pubblica, alla presenza degli amministratori comunali, si sono confrontate le due fazioni e il confronto si è rivelato un dialogo fra sordi. “C’è il rischio di un inquinamento ambientale tale per cui non si possa più vedere la luce del sole”, è stato detto nel primo intervento del pubblico. Affermazione che ha raccolto la reazione rumorosa e sarcastica di chi ritiene la denuncia assolutamente esagerata. A questo intervento sono seguiti numerosi altri, la maggior parte dei quali invitavano l’amministrazione comunale a usare molta prudenza se non addirittura a rinunciare al nuovo impianto. I favorevoli hanno proposto un confronto che metta in campo anche i pareri degli esperti e dei tecnici del settore e che possa guidare il dibattito portandolo alla vera ampiezza del problema e non su un versante emotivo. Il sindaco Edoardo Masetti, dopo aver ricordato che il sì dell’amministrazione comunale è condizionato a una severa verifica di impatto ambientale demandato agli organi regionali e provinciali, si è impegnato a informare la cittadinanza su tutta la procedura e ha assicurato di consentire alla cittadinanza di seguire tutto l’iter procedurale, ora alla semplice ipotesi di progetto, per il definitivo sì o per un diniego.

2 commenti:

bg ha detto...

Quando una realtà industriale o artigianale cessa l'attività, sul territorio si perde ricchezza e cultura, tutti si indignano e si preoccupano; nell’ipotesi (molto rara) in cui un’industria chiede di aprire, si trovano mille motivi perché questo non avvenga. Ma fino a quando si potrà continuare a fare i “signori” importando servizi e materia prima da altri territori?

dieffe ha detto...

trovo interessante questo comunicato:
COMUNICATO STAMPA
Rifondazione Comunista ritiene che l'eventuale costruzione di tre nuove centrali termoelettriche convenzionali nella nostra regione, oggetto della proposta di un protocollo d'intesa tra la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna, la Provincia di Modena, il Comune di Marzabotto, il Comune di Spilanberto e la Dufenergy s.p.a., non sia coerente con le linee di fondo e gli obiettivi del Piano Energetico Regionale, approvato alcuni mesi fa dall'Assemblea Legislativa.
Le rassicurazioni dell'assessore regionale Campagnoli ad oggi perciò non ci convincono: del "polo energetico innovativo" di Dufenergy di cui l'assessore parla non c'è traccia. Solo nuove centrali,per ora.
Il Piano Energetico Regionale pone come obiettivo il mantenimento dell'attuale produzione energetica (un possibile aumento viene ricollegato a misure di efficientamento e allo sviluppo delle fonti rinnovabili): non si capisce come questi 150 MW aggiuntivi – alimentati da fonti non rinnovabili - siano compatibili con tale obiettivo.
E anche quando tali progetti siano connessi all'assorbimento di lavoratori in seguito a crisi aziendali, chiediamo che – oltre alla compatibilità con il piano energetico – venga verificato se sia effettivamente l'unica e la più efficace strada sul piano occupazionale.
E' per questo che nei prossimi giorni a nostra volta interpelleremo e chiederemo conto, insieme alle forze della sinistra di alternativa, alla Giunta Regionale;
E' per questo che sosteniamo ogni iniziativa regionale e locale volta a chiedere un confronto e una discussione;
E' per questo che chiediamo che gli enti locali coinvolti in tale percorso scelgano di confrontarsi con i cittadini e con i comitati sorti per capire le ragioni e i limiti dell'intervento proposto.
L'atteggiamento del PD nei territori su tale questione – ogni perplessità o contrarietà è da rigettare senza troppe spiegazioni – ci sembra il modo migliore per far perdere consenso alle amministrazioni locali di centrosinistra: anche per questo non ci convince per nulla.
Bologna 12 agosto 2008
Nando Mainardi – segretario Prc Emilia-Romagna
Leonardo Masella – capogruppo Prc Emilia-Romagna