domenica 8 ottobre 2023

Il Payback uccide le piccolo e medie imprese e impedisce una leale collaborazione tra pubblico e privato

Mastacchi, Rete Civica- Progetto Emilia Romagna: “ Falsa le gare d’appalto. Necessario il superamento” 

 

Un’interrogazione del Capogruppo Marco Mastacchi (nella foto)  mette in luce un meccanismo, quello del payback, il cui impatto sulle aziende che forniscono dispositivi sanitari, è ad alto rischio. 

Nella interrogazione si precisa: “ Il meccanismo del payback, nato nel 2015 sotto il governo Renzi e in ambito di spending review per risanare la sanità pubblica, prevede che in caso di superamento del tetto legale di spesa per acquisto di dispositivi sanitari da parte delle Regioni, le aziende produttrici debbano contribuire a ripianare l’eccedenza fino a un massimo del 50% del fatturato delle forniture.

Quiescente per molti anni, tale meccanismo è stato fatto “rivivere” dal decreto legge “Aiuti bis”  del  9 agosto 2022 e si prevede un esborso finanziario per l’industria di oltre 2 miliardi di Euro. 

I contratti di fornitura dei dispositivi medici vengono sottoscritti in seguito a gare pubbliche, al ribasso rispetto ad un prezzo base d’asta imposto dall’ente appaltante, con lo scopo, tra gli altri, di contenere la spesa.

L’obbligo di rimborso, retroattivo fino a 8 anni, impone alle aziende di coprire il 50% dello sforamento del tetto del 4,4% rispetto al FSN delle Regioni per il quadriennio 2015-2018, tramite un contributo non previsto nel momento in cui l’offerta in gara è stata formulata, rendendo l’offerta non più economicamente sostenibile.

La conseguenza più immediata è l’impossibilità per le aziende di fare una corretta programmazione finanziaria, non sapendo quale somma saranno costretti a ripianare e con un probabile fallimento delle piccole e medie imprese.

La levata di scudi contro il payback è generalizzata. Le voci di dissenso, anche attraverso pubbliche manifestazioni, si sono moltiplicate.

L’auspicio generale è che tale norma venga cancellata o che, in subordine, si adotti un meccanismo più equo e sostenibile, che consenta ai players di settore di continuare ad operare, in quanto, in caso contrario, è alto il rischio, non solo del fallimento di molte micro, piccole e medie aziende (più di 4500), ma anche dell’abbandono del suolo italiano da parte degli investitori stranieri che, nel settore, sono molto presenti e nel rifiuto di alcune aziende di partecipare a nuove gare, soprattutto se indette da Regioni o Province autonome che presentano un elevato sforamento del tetto di spesa.

Molte aziende, senza regole certe, hanno smesso di partecipare alle gare con enormi difficoltà anche per l’approvvigionamento del nostro sistema sanitario regionale

 

Mastacchi chiede quindi come ci si  intenda attivare verso il Governo e quali strade la Regione intende intraprendere a salvaguardia delle piccole e medie imprese che sono state colpite da una norma che limita la libertà d'impresa. Chiede inoltre se non si ritenga opportuno attivarsi in Conferenza Stato /Regioni per  trovare un altro modello regolatorio che attivi un meccanismo più equo e sostenibile a livello nazionale.

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