Mastacchi, Rete Civica- Progetto Emilia Romagna: “ Falsa le gare d’appalto. Necessario il superamento”
Un’interrogazione del Capogruppo Marco Mastacchi (nella foto) mette in luce un meccanismo, quello del payback, il cui impatto sulle aziende che forniscono dispositivi sanitari, è ad alto rischio.
Nella
interrogazione si precisa: “ Il
meccanismo del payback, nato nel 2015 sotto il governo Renzi e in ambito di
spending review per risanare la sanità pubblica, prevede che in caso di
superamento del tetto legale di spesa per acquisto di dispositivi sanitari da
parte delle Regioni, le aziende produttrici debbano contribuire a ripianare
l’eccedenza fino a un massimo del 50% del fatturato delle forniture.
Quiescente per molti
anni, tale meccanismo è stato fatto “rivivere” dal decreto legge
“Aiuti bis” del 9 agosto 2022 e si prevede un esborso
finanziario per l’industria di oltre 2 miliardi di Euro.
I contratti di
fornitura dei dispositivi medici vengono sottoscritti in seguito a gare
pubbliche, al ribasso rispetto ad un prezzo base d’asta imposto dall’ente
appaltante, con lo scopo, tra gli altri, di contenere la spesa.
L’obbligo di rimborso,
retroattivo fino a 8 anni, impone alle aziende di coprire il 50% dello
sforamento del tetto del 4,4% rispetto al FSN delle Regioni per il quadriennio
2015-2018, tramite un contributo non previsto nel momento in cui l’offerta in
gara è stata formulata, rendendo l’offerta non più economicamente sostenibile.
La conseguenza più
immediata è l’impossibilità per le aziende di fare una corretta programmazione
finanziaria, non sapendo quale somma saranno costretti a ripianare e con un
probabile fallimento delle piccole e medie imprese.
La levata di scudi
contro il payback è generalizzata. Le voci di dissenso, anche
attraverso pubbliche manifestazioni, si sono moltiplicate.
L’auspicio generale è che tale norma venga cancellata o che, in
subordine, si adotti un meccanismo più equo e sostenibile, che consenta
ai players di settore
di continuare ad operare, in quanto, in caso contrario, è alto il rischio, non
solo del fallimento di molte micro, piccole e medie aziende (più di 4500), ma
anche dell’abbandono del suolo italiano da parte degli investitori stranieri
che, nel settore, sono molto presenti e nel rifiuto di alcune aziende di
partecipare a nuove gare, soprattutto se indette da Regioni o Province autonome
che presentano un elevato sforamento del tetto di spesa.
Molte aziende, senza regole certe, hanno smesso di partecipare alle gare
con enormi difficoltà anche per l’approvvigionamento del nostro sistema
sanitario regionale”
Mastacchi chiede quindi come ci si intenda attivare verso il Governo e quali
strade la Regione intende intraprendere a salvaguardia delle piccole e medie
imprese che sono state colpite da una norma che limita la libertà d'impresa.
Chiede inoltre se non si ritenga opportuno attivarsi in
Conferenza Stato /Regioni per trovare un
altro modello regolatorio che attivi un meccanismo più equo e sostenibile a
livello nazionale.
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