Accolta la richiesta della Procura di Bologna
rgastolo per Fabio Ferrari, imputato per l'omicidio
della cugina Natalia Chinni, insegnante in pensione assassinata, in ipotesi di
accusa per banali motivi di vicinato il 29 ottobre 2021 mentre stava riparando
la recinzione della sua proprietà a Santa Maria Villiana di Gaggio Montano,
sull'Appennino bolognese.
Lo ha deciso la Corte di assise di Bologna, presidente
Pier Luigi Di Bari, al termine della camera di consiglio, accogliendo la
richiesta della Procura (pm Antonello Gustapane).
L'imputato rimane agli arresti domiciliari ed è stata
respinta la richiesta della difesa di attenuazione della misura. Ferrari e la
cugina avevano litigato in passato e i loro rapporti erano da tempo rovinati.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Chinni, 72 anni, è stata uccisa da
sette pallettoni sparati a bruciapelo, esplosi da un fucile illecitamente
detenuto, arma che non è mai stata trovata. Per detenzione e porto illegale del
fucile, oltre che di numerose munizioni da caccia e di una pistola la moglie di
Ferrari, Loredana Bicocchi, nei mesi scorsi è stata condannata a un anno e
quattro mesi.
L'imputato si è sempre detto innocente.
I familiari della vittima erano costituiti parte civile,
assistiti dall'avvocato Mario Bonati. "Hanno sempre ritenuto - spiega il
legale - che la responsabilità fosse di Ferrari e ora questa valutazione è
stata riconosciuta dai giudici. La sentenza ha premiato il lavoro metodico,
paziente e capillare dei carabinieri di Bologna, sotto la direzione del dottor
Gustapane.
Il dibattimento ha consolidato prove univoche, concordanti,
elementi quasi sovrabbondanti".
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