giovedì 20 aprile 2023

Vado. Lo Spazio Stella Rossa apre il corposo programma celebrativo del 25 Aprile di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi

Il centro per la promozione della memoria sarà inaugurato sabato 22 aprile 

Taglio del nastro a Monzuno. Dopo lunghi lavori di sistemazione e allestimento nell’ex magazzino FS della stazione ferroviaria di Vado-Monzuno, sabato 22 aprile sarà inaugurato lo “Spazio Stella Rossa” – centro per la promozione della memoria”: si tratta di uno spazio dedicato alla memoria e alla divulgazione di una delle più importanti Brigate partigiane d’Italia, la Brigata Stella Rossa.


La giornata si apre alle 11 con l’apertura ufficiale dello Spazio con un breve convegno che prevede gli interventi delle istituzioni locali.

Sono previsti tra gli altri i saluti di Andrea Nerozzi, Anpi di Monzuno, Andrea Marchi, Comitato regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto, Bruno Pasquini, sindaco di Monzuno.

La relazione principale sarà affidata al professore Alberto Petri dell’Università di Bologna, dal titolo “Lo spazio Stella Rossa nella storia”.

A seguire ci sarà un rinfresco curato dalla cooperativa sociale “Lo scoiattolo” con prodotti locali.

Il pomeriggio prosegue con il gioco urbano a cura di Pop History; la presentazione dei libri “Stella Rossa” di Claudio Bolognini e “Quei matti di antifascisti” di Renato Sasdelli.

Nell’appuntamento successo Andrea Marchi coordina una conversazione con Fabio Turrini, Andrea Nerozzi e Massimo Turchi.

La giornata si conclude con l’esibizione musicale della Banda Bignardi di Monzuno.



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Insomma, quelli che volevano instaurare i soviet in Italia e che spinsero la popolazione al fascismo pur di scampare al disastro di cui il biennio rosso fu un solo un piccolo assaggio.
Cosa ci sarebbe da festeggiare?

Anonimo ha detto...

Ci sarebbe da festeggiare che, per via alla nostra democrazia (conquistata anche grazie alla Resistenza), ora tu puoi postare questi post deliranti senza che ti arrivi in casa la Gestapo e, se ti andava bene, ti facevi 20 anni in esilio. Se ti andava male, ti avvelenavano come fa Putin con i suoi oppositori. Il biennio rosso fu il nome dato dai "padroni" ad un periodo di proteste e scioperi dei lavoratori e contadini, per ottenere un miglioramento delle proprie condizioni di vita. I "padroni" si servirono poi delle squadracce nere per ristabilire quella che per loro era la normalità...loro ricchi e i lavoratori schiavi. Il fascismo ebbe il sopravvento e solo dopo più di 20 anni si potè scacciare quel REGIME TOTALITARIO (il regime si, ma i fascisti no, stando a quel che si vede oggi...). E nonostante i partigiani rossi fossero la maggioranza, non ci fu alcuna rivoluzione e vennero rispettati i risultati delle elezioni politiche che ci furono. In Italia non ci sarebbero mai stati i soviet... Però tu, che sembri un nostalgico delle dittature, puoi sempre emigrare in Russia se vuoi... Fai festa valà...

Anonimo ha detto...

L'errore che fanno gli antifascisti (non sono in buonafede) è quello di imputare ai fascisti la colpa sul metodo (che fu il loro stesso metodo e nei quali essi li vinsero, per dirla alla Pasolini il fascismo degli antifascisti) e non, con visione storica, ai metodi del tempo.
Un conto è la narrazione di parte, una delle parti in conflitto, un conto è la storia.