martedì 18 aprile 2023

CAU, crisi dei Pronto Soccorso in Emilia Romagna

 Riordino Emergenza Urgenza e crisi dei Pronto Soccorso in Emilia Romagna. Dai tavoli ancora nebbie all’orizzonte. Regione paga scelte infelici di task shifting che negli anni hanno isolato e relegato ampia parte della popolazione medica 


Pur con le dichiarazioni stampa lette in questi giorni, che riferiscono un’imminente apertura dei cosiddetti “CAU – Centri di Assistenza Urgente” annunciati dalla Regione entro giugno, rileviamo ancora ampie aree di discussione sul tema riordino emergenza urgenza e crisi dei pronto soccorso.

La proposta avanzata da SNAMI nei mesi scorsi pur a prima vista simile al modello regionale proposto, si discosta sostanzialmente da quanto finora proposto dalla Regione, e mentre si ritiene il primo (SNAMI) realmente percorribile, il secondo appare quanto meno un percorso non privo di ostacoli derivanti dalle scelte fatte da questa regione negli ultimi 15 anni, nodi che oggi vengono al pettine.

Se per le OO.SS. l’idea e’ quella di aprire ambulatori diurni capillari, con capacità diagnostica, percorsi, strumenti materiali e attrezzature, personale infermieristico e un rapporto matematico tra popolazione-superficie territoriale - medici in servizio in un sistema di rete a stretto legame e rapporti matematici con i mezzi di soccorso avanzato (con medico e infermiere) del 118, dall’altra parte, quella della proposta regionale, si percepisce piu’ che altro un tentativo di “sostituire” i pronto soccorso oggi in chiusura per assenza di medici, con medici della ex guardia medica.

Come SNAMI abbiamo rappresentato come:

sia difficilmente possibile in queste tempistiche adibire la ex guardia medica in “sostituzione” dei medici di PS, seppur per ipotetici e teorici “codici minori”, dato che la formazione e l’esperienza non sono le stesse e servono investimenti formativi sostanziali in tal senso. Il fallimento degli ambulatori “ABC” ne e’ la prova evidente: servono formazione e competenze e il tempo per svilupparle.

· Riteniamo essenziale un legame a doppio filo tra la rete dei mezzi di soccorso avanzato 118 con medico e infermiere, nel rispetto del rapporto su base regionale di 1 mezzo ogni 60.000 abitanti per non oltre 350km2 di territorio. Senza questa rete parallela di supporto e back up dei colleghi della ex guardia medica, diventa difficile credere di poter gestire la tragica carenza dei PS.

Senza parametri non sappiamo quanti medici ci servono, senza sapere quanti ci servono non sappiamo quanti formarne, e pur avendo medici a disposizione nella ex guardia medica, pur con varie estrazioni e formazioni, non sapremo come strutturare percorsi omogenei.

Oggi la Regione e’ a un bivio e paga lo scotto di certe scelte passate. Se vuole risolvere e costruire non potrà che in primo luogo abiurare quel progetto nefasto di “task shifting”, cioe’ far fare agli infermieri compiti e funzioni della professione medica, tentando per esempio di sostituire i medici dell’emergenza con infermieri e procedure automatiche. In secondo luogo riteniamo dovra’ investire su un modello predicibile e con parametri e rapporti medici popolazione condivisi, potendo cosi’ investire e formare nuove generazioni di medici, interrompendo quel processo morboso che negli anni ha visto mettere all’angolo, dimenticati, tutti i medici della ex guardia medica che guarda caso oggi disperatamente cerca, al pari di quelli del 118 e dell’emergenza urgenza.

Infine, inutile ribadire come nei comunicati precedenti, che il numero di posti per medici di emergenza 118 recentemente richiesti nel BUR dalle Azienda USL, sono a giudizio di SNAMI ampiamente insufficienti e talvolta al limite del folkloristico. Poiche’ il numero di corsi di formazione spesso viene basato tenendo in considerazione questi posti pubblicati, il gatto si morde la coda e si rischia un altro anno di sottodimensionamento dei posti di formazione 118 necessari. Cosa insensata a meno che la Regione non perseveri ancora una volta nel voler “tagliare ancora” automediche 118.

Segnalato da Dubbio

1 commento:

Anonimo ha detto...

"task shifting" scrivere in italiano è troppo difficile vero? Mica tutti parlano inglese.