Realizzati quasi 500 metri di trincee drenanti e una struttura di sostegno con un investimento da 800mila euro finanziato dalla Regione. Dal Pnrr in arrivo 1 milione 200mila euro ulteriori per nuove opere di sicurezza territoriale
Dubbio segnala:
Quasi 500 metri di trincee drenanti per regolare il
deflusso dell’acqua, accompagnate dalla costruzione di una paratia di sostegno per
consolidare l’area. Nel comune di Gaggio
Montano, sull’Appennino bolognese, si sono conclusi i lavori nella parte
medio-alta della frana di Marano,
il primo degli interventi strutturali per il consolidamento definitivo del dissesto che ha interessato il
territorio.
“Si tratta di una prima parte di opere che la Regione ha finanziato con un investimento complessivo di 800mila euro- spiega Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Difesa del suolo-. Altri fondi sono in arrivo grazie al Pnrr: un ulteriore finanziamento di 1 milione 200mila euro permetterà di realizzare un nuovo intervento di consolidamento del piede della frana e allargamento della sezione d’alveo del fiume Reno, parzialmente ridotta in conseguenza del dissesto”.
Le opere concluse
Il primo stralcio di opere, progettate dai tecnici dell’Agenzia regionale per
la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, ha comportato la
realizzazione di un sistema di
drenaggio delle acque sotterranee e di regimazione di quelle di superficie. Sono state realizzate
quasi 500 metri di trincee, a oltre 5 metri di profondità, e una rete di fossi dove potranno
convogliare le acque raccolte dai drenaggi.
Nella parte centrale
della frana è stata inoltre realizzata una struttura di sostegno lunga circa 90 metri, costituita da una paratia di pali di un metro di
diametro e profondi 20 metri, collegati fra loro con una trave di testa. La
trave è contrastata con 30 tiranti della lunghezza di 32 metri
ciascuno.
L’evoluzione della
frana è stata oggetto di un monitoraggio
costante garantito, in un primo momento, da un radar da terra
fornito e gestito dall’Università di Firenze, centro funzionale per il
Dipartimento nazionale di Protezione civile.
Le attività di controllo
stanno tuttora proseguendo grazie all’installazione di un sistema di
inclinometri e piezometri e l’utilizzo di una stazione totale robotizzata
gestita dall’Agenzia regionale e coadiuvata dal Dipartimento di scienze
biologiche, geologiche ed ambientali (BiGeA) dell’Università di Bologna.
Nessun commento:
Posta un commento