In Emilia Romagna manca almeno il 20% dei potatori di vigneti e frutteti e chi si presenta non è specializzato. Convegno a Bologna il 24 febbraio sulle competenze richieste nell’era dell’agricoltura 4.0 con la presentazione dei risultati della ricerca svolta da Umana Spa
di Barbara Bertuzzi
Confagricoltura Emilia Romagna
Il nodo manodopera torna centrale con l’avvio della nuova annata agricola: Manca all’appello almeno il 20% in media della forza lavoro necessaria per le prime operazioni di potatura nei frutteti e nei vigneti. E chi si presenta spesso non è specializzato, creando all’azienda non poche difficoltà operative e gestionali.
Confagricoltura richiama l’attenzione sulle competenze richieste, nonché la formazione indispensabile nell’era dell’agricoltura 4.0 e dà appuntamento a venerdì 24 febbraio per il convegno “L’agricoltura dalla manodopera alla robotopera: i profili ricercati in Emilia-Romagna”, organizzato a Bologna in collaborazione con Umana, fra le principali agenzie per il Lavoro in Italia (Zanhotel & Meeting Centergross di Bentivoglio - h. 10). Introduce e modera il giornalista Rai Luca Ponzi.
«L’allarme parte soprattutto dagli impianti frutticoli dove l’attività è già iniziata e procede a pieno ritmo. Ci troviamo a fronteggiare – spiegano i vertici dell’organizzazione agricola regionale - una situazione simile a quella dell’anno scorso, con aziende spesso sotto organico e la mancanza sempre più accentuata di operai qualificati anche stranieri, che dopo il tirocinio in Italia optano per offerte economicamente più interessanti in altri paesi europei dove il costo del lavoro per le imprese è inferiore al nostro».
Saranno presentati all’evento i risultati della ricerca a cura dell’ufficio studi di Umana, dal titolo “Lavoro e nuove competenze nell’agricoltura dell’Emilia-Romagna”. L’indagine svolta in regione tra i soci di Confagricoltura, mette in luce i fabbisogni occupazionali del settore primario e i canali di reperimento, l’impatto della trasformazione digitale in azienda e le specializzazioni richieste, le modalità con cui il comparto si presenta al mercato del lavoro, il contesto attuale e i driver di crescita per il futuro.
Nella mattinata i lavori proseguiranno con il talk “Incrociare domanda e offerta. Governare i processi formativi”, che vedrà la partecipazione di Roberto Caponi, direttore area Politiche del lavoro e welfare di Confagricoltura; Raffaella Caprioglio, presidente Umana; Paola Cicognani, direttore dell’agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna e Francesca Bergamini, dirigente Settore educazione, istruzione, formazione e lavoro della Regione Emilia-Romagna.
La seconda sessione di talk, “Manodopera nel settore agroalimentare: un
modello per l’Emilia-Romagna”, darà spazio al
confronto tra l’assessore regionale allo sviluppo economico, lavoro e
formazione, Vincenzo Colla, l’assessore regionale
all’Agricoltura, Alessio Mammi e il presidente di
Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini.
Il programma:
6 commenti:
talk è illeggibile.
Ma conversazione o dibattito non andavano bene!?
Ecco!.. la risposta è esattamente nella domanda.... (Optano x offerte economicamente più interessanti in altri paesi europei) come la Francia ad esempio dove un operaio agricolo stagionale percepisce uno stipendio maggiore di un full time dell' industria, qui si e cavalcato irreversibilmente la precarietà mettendo sotto contratto (forse anche al nero) stranieri o addirittura pensionati che facevano il lavoro con due spicci pur di arrotondare, chi è causa del suo mal pianga se stesso diceva il proverbio, che mai in certi casi del mondo del lavoro risulta + appropriato, gli specializzati in tutti i rami dell'economia esistono, ma bisogna pagarli bene, addirittura molto bene se si vuole sottrarre una forza lavoro, oppure bisogna tornare al passato dove si assumevano giovani full time con contratto a tempo indeterminato e si cercava di legarli all'azienda, questo non si fa' più da anni e questo è il risultato.
mi sembra di tornare al vecchio
CERCASI APPRENDISTA ESPERTO
non formiamo le persone, non prevediamo più l'affiancamento tra "esperti" ed "apprendisti" e ci stupiamo che il personale qualificato latiti...
e poi forse bisogna anche guardare le condizioni economiche e di lavoro, non è che sono poco adeguate?
ho incontrato giovani che a fare potature e vendemmie ci vanno... ma in Francia!
un salario minimo in Italia urge, continuando così possiamo fare tutti i convegni che vogliamo ma precipitiamo comunque sempre più in bassso.
Qui si pretende la botte piena e la moglie ubriaca: volete operai esperti e che costino un tozzo di pane, e quando sono da formare non ci volete perder tempo.
"(...) chi si presenta spesso non è specializzato, creando all’azienda non poche difficoltà operative e gestionali. (...)"
L'imprenditore è il primo manager: se ci sono problemi gestionali nascono da lui.
Chi è capace fa bene a dare la proprie competenze a chi lo paga meglio.
...ricordate?
"Domanda Vs. Offerta"
Io so lavorare nei vigneti, ma sono passato alla metalmeccanica per gli stipebdi da fame dell’agricoltura italiana
Talk fa più figo.
Posta un commento