Riceviamo
Aziende
e animali isolati nella “zona rossa”, fuga dei braccianti
stranieri, speculazioni, disdette immotivate di forniture,
difficoltà per le esportazioni, chiusura ingiustificata dei mercati
settimanali. Sono le difficoltà che l’emergenza Coronavirus sta
causando nelle campagne, con un impatto devastante sulle aziende
agricole ed effetti sociali, economici ed occupazionali.
Sono
circa 500 le aziende agricole e le stalle confinate insieme a
centomila mucche e maiali negli undici comuni della zona rossa fra
Lombardia e Veneto a causa dei provvedimenti restrittivi adottati in
aree a forte vocazione agricola tra allevamenti, seminativi,
vigneti, agriturismi e cantine.
Qui
è necessario garantire una adeguata assistenza nelle stalle, alle
strutture e agli animali, ma anche assicurare la disponibilità
della forza lavoro nei campi con le necessarie deroghe per la
movimentazione delle persone, del bestiame, degli alimenti
deperibili, della produzione casearia con l’uscita degli automezzi
con il prodotto trasformato verso piattaforme logistiche, impianti
di confezionamento, stabilimenti di stagionatura e/o attività
commerciali.
Le
difficoltà si estendono in realtà all’intera area della pianura
padana dove nasce oltre 1/3 del Made in Italy agroalimentare,
direttamente condizionato dall’emergenza coronavirus nell’attività
produttiva e commerciale. A preoccupare sono anche le speculazioni
in atto sui prodotti agroalimentari Made in Italy in alcuni Paesi
dove vengono chieste senza ragione certificazioni sanitarie su
merci, dal vino alla frutta e la verdura soprattutto provenienti
dalla Lombardia e dal Veneto, ma ci sono state anche assurde
disdette per forniture provenienti dalla zona rossa.
Intanto
è fuga dei braccianti stranieri dalle campagne italiane anche per
effetto delle misure cautelative adottate da alcuni Paesi europei,
dalla Romania alla Polonia fino alla Bulgaria, nei confronti dei
loro lavoratori impegnati nelle regioni del nord Italia più
direttamente colpite. La Romania impone la quarantena ai suoi
cittadini provenienti da Lombardia e Veneto dove rappresentano la
comunità straniera più numerosa nei campi con oltre centomila
lavoratori a livello nazionale ma misure restrittive sono state
previste anche dalle autorità sanitarie polacche che raccomandano
di adottare l’auto-monitoraggio mentre la Bulgaria chiede a tutti
i passeggeri provenienti da tutte le Regioni italiane (sintomatici
ed asintomatici) di compilare al rientro un questionario, in
presenza di un ispettore sanitario con l’invito ad osservare una
quarantena al proprio domicilio nel Paese.
In
sofferenza pure il sistema delle vendite dirette degli agricoltori
con la sospensione ingiustificata dei mercati di Campagna Amica in
alcune realtà dove svolgono un ruolo centrale per garantire
l’approvvigionamento locale di beni alimentari per evitare
speculazioni.
Ma
la psicosi irrazionale sul coronavirus sta già provocando anche un
ingiustificato calo del 50% delle presenze secondo il monitoraggio
di Terranostra che evidenzia addirittura un azzeramento nelle aree
del Veneto e della Lombardia più vicine alle zone rosse.
E
soffrono anche le esportazioni a partire da quelle in Cina, crollate
a livello generale dell’11,9% nel mese di gennaio con l’inizio
dell’emergenza Coronavirus che ha frenato i consumi nel gigante
asiatico ma ha anche i flussi commerciali per i limiti posti al
trasporto di persone e merci.
La
Coldiretti chiede misure di sostegno alle attività più duramente
colpite attraverso fondi per il crollo di presenze in agriturismo,
sgravi fiscali e contributivi con il rinvio di pagamenti,
compensazioni previdenziali delle giornate di lavoro perse e
attivazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori nonché
interventi per colpire le pratiche commerciali sleali che frenano le
esportazioni ed un piano promozionale sulla sicurezza e qualità del
made in Italy alimentare all’estero.
“Serve
un impegno delle autorità nazionali e comunitarie per fermare
pratiche insensate che rischiano di far perdere quote di mercato
importanti alle produzioni nazionali per colpa di una concorrenza
sleale che mira a screditare i prodotti dall’Italia che sono sani
i garantiti come prima" ha affermato il presidente della
Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si tratta di
comportamenti ingiustificati che mettono a rischio la libera
circolazione delle merci anche all’interno dell’Unione senza
alcuna valida motivazione scientifica e vanno a colpire un settore
strategico del made in Italy come l’agroalimentare che cresce
all’estero ed esporta oltre 42 miliardi di euro”.
1 commento:
“Psicosi irrazionale” ci può stare ma è un concetto vago, un termine più corretto è “PsyOp”, (Psychological Operations/Warfare), o anche guerra asimmetrica.
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