Pubblichiamo un articolo apparso sul sito de La Stampa di Torino perchè estremamente significativo dello stato d'animo degli italiani in questo momento drammatico. La giornalista ha colto il nostro spirito mai domo e capace di renderci uniti e unici al punto di stupire il mondo
flavia
perina da LA STAMPA.it
E’
un’emergenza sanitaria, sembra un Mondiale, con i tricolori alle
finestre, gli incitamenti e il corale applauso dai balconi. Ore 12.
Le terrazze si animano all’improvviso. Battimani, fazzoletti
sventolati, persino qualche megafono: «Forza», «Daje». Non ha
segnato Tardelli, gli italiani festeggiano una diversa Nazionale, la
Nazionale dei medici, degli infermieri, dei biologi, di chiunque in
camice bianco o con la più modesta divisa degli inservienti, dei
cuochi, dei manutentori, tiene in piedi gli ospedali e lotta contro
il virus.
Doveva
essere un flash mob ma è diventato qualcosa di diverso: una
testimonianza collettiva di partecipazione, un’inattesa
manifestazione di solidarietà comunitaria in un Paese che fino a
ieri raccontavamo diviso tra Nord e Sud, poveri e ricchi, cittadini
e stranieri, garantiti e precari.
L’iniziativa
è partita dal gruppo Fb “Applaudiamo L’Italia” ed
è stata proposta come atto di incoraggiamento non solo ai
professionisti della guerra al contagio ma anche allo sforzo di
pazienza e resilienza dei sessanta milioni di cittadini che
collaborano dalle retrovie, a “tutto quello che ciascuno di noi
sta facendo per questa nazione”. Ha funzionato. Oltre trecentomila
iscritti al gruppo (ma i numeri crescono ogni minuto) e migliaia,
forse decine di migliaia, di risposte ai tre diversi inviti lanciati
negli ultimi due giorni: esporre la bandiera; cantare, suonare o
metter su una canzone che rompa il silenzio spettrale della
quarantena; applaudire tutti insieme, alla stessa ora, le 12 di
oggi.
I
video caricati dai partecipanti raccontano l’Italia che resiste in
tutte le sue sfumature. C’è la flautista nel suo appartamento un
po’ bohemienne, l’arpista nella penombra di una sala da musica,
la famiglia borghese col padre al pianoforte e la figlia adolescente
che canta (benissimo) Hallelujah di Leonard Coen, ma anche il
signore che da un punto imprecisato del mega-condominio spara a
tutto volume “Il Triangolo” di Renato Zero e un matto che da un
tetto di Monteverde, il quartiere più engagée di Roma, manda
l’inno nazionale a un milione di decibel. Gli applausi di
mezzogiorno si sentono fortissimi persino nei quartieri residenziali
di solito poco propensi a spendersi, sono moltiplicati da centinaia
di dirette Facebook, da migliaia di riprese al cellulare: bambini
dalle loro camerette, adolescenti truccate e pettinate di tutto
punto, nonne in grembiule, e ci sono pure fischietti, pentole
sbattute con i mestoli, sirene da stadio.
E’
orgoglio, è sostegno all'autostima, è desiderio di dire
a se stessi e al mondo che siamo un Paese differente, capace di
inventarsi cose speciali persino nella reclusione della quarantena.
Ma dietro questa voglia di esibizione solidale e patriottica dai
balconi forse c’è qualcosa di più. C’è uno stato d’animo
che finora nessuno – la politica, gli esperti, gli opinionisti –
è riuscito a interpretare a pieno, costruito non solo dai
sentimenti molto raccontati dello spavento e della diffidenza ma
anche del desiderio di sentirsi uniti in una prova senza precedenti
che obbliga alla distanza fisica, all’isolamento personale. In
altre stagioni, quando a fare paura erano le bombe e il terrorismo,
si reagì scendendo in piazza per marcare con i grandi raduni la
volontà di non piegarsi, di andare avanti e farsi forza uno con
l’altro. Ora non si può. E però quella volontà esiste anche in
questa circostanza e ha bisogno di farsi sentire, di mostrarsi
pubblicamente: un desiderio così forte che trova modi per
esprimersi anche senza regie organizzative o imput calati
dall’alto.
Le
immagini degli italiani che applaudono e cantano stanno facendo il
giro del mondo e forse ci aiuteranno più dei discorsi ufficiali a
far percepire il sentimento di un Paese tutt’altro che rassegnato.
Quei video dalle case di ringhiera, dagli attici in centro, dai
palazzoni popolari a venti piani, dalle strade senza più auto,
senza più traffico, senza più passanti, dicono una cosa precisa:
stiamo giocandoci il nostro Mondiale, tutti insieme, e siamo
determinati a vincerlo.

1 commento:
SEMPLICEMENTE SPLENDIDO E COMMOVENTE.
FORZA ITALIANISSIMA
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